17 dicembre 2008

Sinistri scricchiolii e vittorie di Pirro.

Dicembre (15)
Introduzione alla lettura
12/12/08

Vi ricordate Pirro, il re dell’Epiro, che vinceva le battaglie contro i Romani a così caro prezzo, senza la possibilità di sostituire i suoi soldati morti o feriti, da comprendere lui stesso di essere in procinto di perdere la guerra?

12 dicembre 2008

Morti bianche, morti nere.

Dicembre (14)
Introduzione alla lettura
12/12/08

Quante volte vi sarà successo di leggere un giornale e di restare sbalorditi di fronte ad un delitto apparentemente così futile.

9 dicembre 2008

Consumate gente, consumate

Dicembre (13)
Introduzione alla lettura
09/12/08

In tutto il mondo è un susseguirsi di inviti alla calma, di appelli ai consumatori a consumare, di analisi in cui il peggio è sempre alle spalle.

Dio, Patria, Famiglia.

Dicembre (12)
Introduzione alla lettura
09/12/08

Sempre più di frequente m’interrogo quando qualche personaggio viene intervistato in televisione. Ci avete fatto caso, si fanno spesso ritrarre davanti ad una fornitissima libreria e poi nell’intervista iniziano a dire sovente una serie di spropositi.

8 dicembre 2008

Una soluzione originale al problema degli affitti

Dicembre (11)
Introduzione alla lettura
08/12/08

Ciò che avevo scritto in questa pagina partiva da un presupposto.

15 novembre 2008

Collusion

Novembre (10)
Introduzione alla lettura
15/11/08

Innanzitutto una cosa. Mi scuso per il mancato funzionamento del blog in questi mesi, non ero né emigrato né tantomeno fuggito.

8 luglio 2008

Petrolio? Robin tax?

Luglio (09)
Introduzione alla lettura
08/07/08




Taglieggiare i ricchi per perculeggiare i poveri.
Scusatemi questo brutto neologismo ma credo che nel corso dell’articolo ne capirete pienamente il significato.

7 luglio 2008

La tripla prova del nove

Luglio (08)
Introduzione alla lettura
07/07/08

Ci sono momenti, in politica come in altri campi, in cui è difficile capire chi ha ragione. Anche perchè non sempre si hanno elementi tali che pendano con certezza a favore di una tesi. Ma a volte capita in maniera eclatante ed inequivocabile di vedere confermate le cose che si pensano.

10 maggio 2008

Una storia tassinara

Maggio (07)
Introduzione alla lettura
10/05/08

Il compito di un giornalista o di un giornale è estremamente delicato.

26 aprile 2008

La falsa contrapposizione sul 25 Aprile ……ed il vento

Aprile (06)
Introduzione alla lettura
26/04/08
 
Tutta una serie di furbetti ha tentato di evidenziare un contrapposizione tra lo spirito sul 25 aprile e la manifestazione di Grillo a Torino che non esiste. Io non credo che gli ideali di chi ha combattuto il fascismo sia in contrapposizione con il desiderio di combattere ogni ingiustizia, che sicuramente ha portato di migliaia di persone a Torino, e altre centinaia di migliaia a fare la fila nei gazebo sparsi per tutta Italia.

19 aprile 2008

Chel di l’Umbert de Lù

Aprile (05)
Introduzione alla lettura
19/04/08

Scusate il mio certamente orrido lombardo veneto ma Lù l’è turnà ed ovviamente vuole completare l’opera.

10 aprile 2008

Immagini

Aprile (04)
Introduzione alla lettura
10/04/08


Ci sono momenti, nella storia dell’Umanità, in cui degli episodi apparentemente marginali fotografano la situazione di un paese come centinaia di libri o di dibattiti meglio non potrebbero fare. Le passioni, le pulsioni di un popolo fotografate e descritte in pochissime immagini.

15 gennaio 2008

Un doppio caso di pedofilia economica

Gennaio (03)
Introduzione alla lettura
15/01/08

Mi chiamo Valerio, sono un ragazzo, tra poco compierò 14 anni, sento parlare di pensioni e voglio farvi delle domande, se posso prendervi un po’ di tempo.

10 gennaio 2008

Morte dù vorte

Gennaio (02)
Introduzione alla lettura
10/01/08


L’esperti hanno parlato.
Pe pija un referto de no’ scontro hai dà aspettà 90 giorni
e tutti in segretezza.
E invece stavorta
Veloci come un furmine l’esperti hanno sentenziato
che nun giocaveno alle corse e nun’annaveno a du piotte.
L’esperti l’hanno detto.
Perché la velocità
La botta der frontale
La mancanza de gomma su’ la strada,
so’ tutte cose che stanno a dimostrà
che annaveno a na’ piotta massimo, niente de’ più.
Ma ve chiedo e pechè na’ macchina
pijata de sguincio se deve solo accartoccià?
Pechè su la tera la distanza de frenata
è carcolata come sull’asfarto?
Ma le avete viste in formula uno le machine
come inchiodeno su la sabbia?
Pechè la mancanza de frenata
Ve fa dì che n’annaveno a 220
e la stessa mancanza ve conferma che annaveno a cento.
Comprenno che ste’ cose so’ na gran sarvata,
pe’ ‘n bravo corvo nero so n’invito a nozze.
Già me lo vedo arringà:
“Vostro onore nun coreveno neanche,
e nun annaveno a cento,
come ha detto la Signora.
ma a 70, massimo a 80 all’ora”.
È stata na’ fatalità, na’ traggedia.
E me domanno ancora.
Quello che diceva che facevano le corse
che fine ha fatto?
S’è dato come tanti testimoni,
o è solo n’imbriacone?
Oppure l’ Esperti non j’hanno creduto.
E er conta, er famoso conta,
quello delle famose du ‘ piotte e 20.
Ah, quello ciò so’ puro io che fine j’hanno fatto fa’.
Era nato in Cina, cinese puro e clandestino.
L’hanno rimannato a casa, puro rotto,
e poi, ah n’ò sapevate? Era puro ‘mbriaco..
Stavolta pè quarcuno je ita quasi male
Nun c’è nissun rumeno da maledì
ar contrario, so solo bravi ragazzi,
a ave’ fatto tutto sto’ casino.
Concludo co’ na cosa che me frulla in testa.
Mo chi jelo dice a quelle regazzine,
e in quale lingua, romanesco, italiano o rumeno,
che quarcheduno l’ha ammazzate du’ vorte in tre giorni.


Paolo

Alcune settimane fa su Repubblica è apparso un articolo sul 1929 e....

Gennaio (0)
Introduzione alla lettura
02/01/08




     Alcune settimane fa su Repubblica è apparso un articolo sul 1929 e la situazione attuale in cui si  escludeva la possibilità di una crisi di tali dimensioni. Si affermava che, pur in presenza di quasi il 60%di americani che investono oggi in azioni contro l'1% di tanti anni fa',si è evitata una crisi sistemica grazie ad una iniezione di liquidità, memori dei problemi che la mancanza della stessa aveva provocato allora.

    Attualità economica e crisi del 29

Ma le cose stanno andando veramente così o questa è solo una lettura superficiale di chi confonde la causa con l'effetto. Se accade un  incidente a chi ama viaggiare a 200 km l'ora si può dare la colpa alla vecchina che attraversa la strada o a innumerevoli altri soggetti; la realtà è molto più semplice, a quella velocità qualsiasi imprevisto non si governa più. Quando nasce una bolla speculativadi dimensioni epocali qualsiasi provvedimento preso, a quei livelli di folle entusiasmo, non può cheprodurre gli stessi disastri. Considerare i problemi di liquidità nel 1929 la causa della crisi e non l'effetto della stessa porta poi a  credere che basti una fortissima iniezione di denaro  perché ogni situazione si normalizzi. Ma questi provvedimenti possono portare a situazioni ben più gravi di quelle che si vorrebbero evitare.  Ma ho bisogno, prima di argomentare le mie tesi, di descrivere che cosa io intenda per bolla speculativa epocale. C'è una differenza sostanziale tra le piccole bolle speculative che puniscono solo i 
pochi incauti che vi hanno creduto fino in fondo e le grandi bolle che fino ad oggi hanno sempre, ripeto sempre, chiuso un'epoca finanziaria ed economica  con una fortissima distruzione di ricchezza per gran parte della popolazione. Il normale ciclo economico, che dura all'incirca 5 anni, con il suo ciclo di espansione e la breve recessione che ne segue, spesso pilotata sapientemente da un'accorta politica sui tassi,  non permette la nascita di eccessivi ottimismi. La  bolla sistemica per svilupparsi ha bisogno di tre elementi distinti: il tempo, l'innovazione e l'inettitudine delle autorità monetarie preposte. Può sembrare lapalissiano ma una nuova bolla  di quella dimensioni può esserci solo se il tempo ha fatto                                 
evaporare la paura delle crisi  precedenti e dato la possibilità ai pavidi conigli di trasformarsi in apparenti  leoni senza paura e soprattutto con tanto entusiasmo. Non a caso questi eventi si hanno ogni 60/80 anni circa.     Se non ci fossero le invenzioni forse non esisterebbero le bolle speculative. Le innovazioni che rivoluzionano in maniera sensibile la vita della gente sono propeudetiche agli entusiasmi in borsa e

non solo.  Nella seconda metà dell'Ottocento  sono state  le ferrovie, negli anni Venti le automobili

e soprattutto la radio, a cavallo del terzo millennio i computer  ed Internet. Inizialmente  l'irrompere

nei mercati di queste nuove società porta investitori sempre più euforici a credere a valutazioni sem-

pre più azzardate. Quando ci sono titoli che in pochi mesi moltiplicano il proprio fatturato per 10 o

per 100 e perché no a volte le proprie quotazioni per gli stessi multipli, le persone con i piedi per

terra diventano merce rara. Si tende anzi a valutare con gli stessi prezzi utili da capogiro anche so-

cietà che operano in settori maturi.

     Ma non ci sarebbero queste crisi se le autorità monetarie preposte, se i governi invece di caval-

care, magari per fini elettorali, questo pericoloso e fittizio benessere, facessero il loro dovere. Ogni

bolla sistemica è stata provocata in gran parte dalla pavidità di chi avrebbe dovuto dimostrare  ben

altro coraggio nel fronteggiare la situazione.

   Ma veniamo ai nostri giorni e ai soggetti che contribuiscono ad una situazione che io ritengo

estremamente pericolosa. I mercati, i risparmiatori e le solite autorità monetarie.Dire che nei merca-

ti c'è stata una bolla speculativa è indiscutibile. Il Dow Jones che dai 500  punti dei primi anni '80

 sale agli  11720 del  2000 lo testimonia, come lo testimonia  in misura maggiore l'indice Comit che

passa dai 50 punti del 1978 ai 2250. La bolla speculativa si è sgonfiata o è ancora in corso?  Mi

riesce difficile pensare che i mercati siano lontani da bolle speculative, soprattutto vedendo alcuni

indici americani così vicini ai massimi assoluti (ultimamente il D.J.è tornato vicino a 11000).

 Quello che sta avvenendo, con la complicità delle banche centrali  è la creazione di una seconda

bolla speculativa , stavolta sull'immobiliare, al cui confronto la situazione di pur forte squilibrio 

sull'azionario diventa paradossalmente di una tranquillità assoluta.

       L'11 settembre 2001 potrebbe essere ricordato non solo per l'orribile attentato di Al Quaeda, ma

per i frutti altrettanto distruttivi che la politica della Fed, tesa a fronteggiare una più che probabile

gravissima recessione, possono, da questa azione far scaturire.

       Per  evitare una crisi sistemica  si  sono inondati i mercati di fiumi di denaro a basso costo. Qui

 devo fare  una piccola  cronistoria delle stupidaggini, minuto per minuto, dei  risparmiatori negli

ultimi 20  anni. Agli  inizi degli anni '80 il risparmiatore tipo investiva  in  titoli di stato che rende-

vano molto  meno  dell'inflazione.  Comprare azioni ? In  quel periodo con  l'indice Comit a 50,di

borsa non volevano sentire parlare. Nel 1998/2000 con  l'inflazione  scesa  anche all'1.6% ed  i  Btp 

trentennali  che ti  rendevano sopra il 6%, l'imperativo categorico  è stato: Via dai guadagni strimin-

ziti!(sic! )In borsa! In borsa! Con il  Comit che nel frattempo,  come già detto,  nel 2000 era salito

fino ad un massimo di 43 volte dai minimi. Malgrado perdite consistenti per la prima volta,  da

quando opero, ho visto che la maggior parte delle persone non solo non scappa dalla borsa  ma

spesso media i titoli comprati a prezzi ben più alti convincendosi dell'ineluttabilità dell'investimento

 azionario. 

      Questo è  stato il comportamento del risparmiatori tipo in questi anni. Le banche centrali, la Fed

 in prima fila, per evitare una crisi simile al 1929 inondano di liquidità i mercati. Cosa succede

quando agli ubriachi viene  concesso altro alcol a costo zero? Lo rifiutano? O ne fanno incetta.

 Praticamente  è  quello  che  è successo.   L'ndebitamento  delle  famiglie  occidentali  cresce

in maniera esponenziale. Ma questa volta solo una parte è riservata all'investimento azionario, il

grosso della fetta  è dovuto ai mutui ipotecari. Mentre nell'investimento azionario di solito si mette

una piccola parte di quello che si ha, nell'investimento  immobiliare non solo si mettono gran parte

dei propri risparmi ma ci si indebita per i prossimi 10, 20, 30 anni.

    Come ci possa essere una ripresa economica sostenibile se questa è fatta, soprattutto negli USA,

 di gente che spende per 105 guadagnando però 100. Come può esserci una ripresa economica se

quasi il 25-30 % e forse anche più della popolazione ha un mutuo da pagare. Forse i premi nobel,

gli analisti, i giornalisti che affermano la sostenibilità di questa ripresa economica non sanno che chi

contrae un mutuo esce praticamente dal mercato dei consumi , niente più macchina nuova ecc. ecc.,

 per la durata del debito e deve sperare che tutto fili liscio. Ma la storia ci insegna  che quando una

percentuale mai vista vuole fare la stessa cosa… Altro non piccolo motivo di allarme è che più del

70% di chi contrae un mutuo lo fa , soprattutto in Italia ma la cosa si sta allargando nel mondo,  a

tasso variabile. Questo perché questi geni della finanza  non paghi di comprare casa sui massimi e

soprattutto non potendo permettersi un mutuo a tasso fisso, con costi superiori di almeno il  70%,

affidano il loro futuro alla speranza di una inflazione  pervicacemente stabile se non addirittura in

discesa. Spiegare loro che così corrono dei grossi rischi è per loro incomprensibile e anche inutile.

   Che cosa accade se il signor Rossi o mr. White  non pagano il mutuo contratto? Fino a quando i

 fallimenti personali restano limitati a poche persone non succede nulla. Le banche vendono la casa

degli insolventi senza alcun problema per i mercati immobiliari e per loro. La cosa cambia aspetto

se i fallimenti assumono caratteristiche di massa. In questo caso, viste le dimensioni della bolla spe-

culativa, il prezzo delle case può crollare anche dell'80% e le banche erogatrice avere un mare di

problemi. I brillanti economisti  che governano l'economia mondiale  sorrideranno di queste mie af-

fermazioni. Mi permetto, solo per loro che tengono  " 'a capa tosta ", ricordare che una piccolissima

bolla immobiliare, se paragonata all'attuale, nel 1991/92 ha visto un calo  dei prezzi dal picco mas-

simo vicino al 50% / 60% nei 5/6 anni successivi. Se tanto mi dà tanto.

     Oltre a queste due bolle speculative una terza nube minaccia l'economia mondiale. Negli ultimi

25 anni con la caduta del muro di Berlino si è assistito ad un sistematico impoverimento dei ceti

medi portato avanti dai conservatori in tutto il mondo (purtroppo non solo da loro) per cui oggi il

5% degli americani possiede il 95% della ricchezza prodotta. Ciò comporta dei grossi problemi per

la democrazia e per l'economia. Vediamoli. Il padrone della mega azienda americana che neanche

 in maniera tanto velata appoggia l'elezione di Bush, certo che così eviterà antipatiche sentenze per

la propria società è la punta di un'attività di lobbing  che sta allontanando sempre di più gli Usa da

quella democrazia partecipata che l'aveva vista vittoriosa  nei confronti del modello comunista. Ma

 anche in altre parti del mondo i vari  signor otto ville in un km solo vanno al potere con il consenso

di una popolazione sempre più povera e forse per questo bisognosa di sognare guadagni in borsa,

telenovelas e uomini della provvidenza.

     L'America che fin dalla fine dell'Ottocento aveva varato leggi efficacissime contro i monopoli  si

trova oggi quasi impotente di fronte a queste società, che con l'appoggio dei politici conservatori

fanno il bello ed il cattivo tempo Ma il monopolio porta anche delle limitazioni fortissime alle liber-

tà di tutti. Il vaccaro proprietario della vallata non solo impedisce ad altri di svolgere attività che

siano in contrasto con la sua ma a lungo andare il suo strapotere economico  porta ai tentativi di

corruzione dello sceriffo e del giudice a danno degli altri cittadini. I monopoli, nei regimi  socialisti

come in America Latina, portano alle dittature e alla povertà diffusa.

     L'accumulazione della ricchezza in pochissime mani passa attraverso tre grandi linee. 1)La dimi-

nuzione delle tasse soprattutto per i più abbienti ; 2) La distruzione di posti di lavori ben retribuiti,

sostituiti con posti di lavoro precari (alcuni così somiglianti ai servi della gleba); 3) L'innovazione

tecnologica. Qualche buontempone in vena di scherzare spaccia per politica keynesiana la forte pro-

pensione ai tagli di tasse, soprattutto per i più ricchi, voluta dall'amministrazione americana. I mino-

ri incassi provocano un aumento del deficit statale e quando i soldi serviranno per far da volano al--

la economia  saranno già stati spesi. Geniale!Nel 1933 la politica d'intervento economico di Keynes

permise, tramite grossi lavori pubblici , di bloccare la continua caduta  economica dando la possibi-

lità a milioni di persone di vivere/sopravvivere, facendo ripartire così l'economia.  Mi sia consentito

un esempio paradossale:  dare   il  doppio  della paga ad un operaio significa probabilmente che alla

fine del mese lo stesso avrà finito comunque i suoi soldi. Dare centinaia di milioni di dollari a Bill

Gates  sotto forma di sgravi fiscali non significa la certezza che li spenda. Essendo sicuramente una

persona  intelligente potrebbe per esempio ritenere i prezzi delle case troppo alti e lasciare quindi

i  soldi  derivanti  dalla  minor  tassazione  in  banca.   Ma   visto  che parliamo di  Bill  Gates mi

preme sviluppare un altro concetto. Chi avesse  pensato  20/30  anni  fa  che l'innovazione  tecnolo-
gica avrebbe sicuramente portato ad una riduzione dell'orario di lavoro per tutti sbagliava le previ-

sioni. L' avidità delle varie Marie Antoniette  sparse per il mondo ha fatto si che questa risorsa  della

umanità sia andata a gonfiare gli utili di pochi, mentre le condizioni economiche dei lavoratori  so

no peggiorate di molto. Un operaio, con le nuove tecnologie produce molte più macchine del suo

collega di 30 anni fa, ma il suo potere di acquisto è decisamente inferiore. Anche le condizioni del

 terzo mondo non hanno tratto grande beneficio da questo boom economico. Le utilitarie costruite in

occidente negli ultimi 30anni sono aumentate di quasi 20 volte , ma le materie prime con cui  si fan-

no stanno raggiungendo a fatica i prezzi di allora.

     Il capitalismo democratico, che della lotta ai monopoli aveva fatto la bandiera con cui aveva vin-

to contro il comunismo, quell'illuminismo geniale che aveva permesso ad Henry Ford di capire che

solo una buona paga poteva far comprare ai suoi operai  le sue macchine è stato sostituito da un

nugolo di  avidi idioti, supportati spesso da una destra ultra conservatrice e bigotta, che con la scusa

di esaltare il consumatore stanno distruggendo le sicurezze di milioni di lavoratori  nel mondo. Non

volendo capire che sono le due facce dello stesso medaglia, che consumatore e produttore sono la

stessa persona (accusare la destra estrema di comportarsi come sua natura non è poi uno scandalo,

lo scandalo è semmai chi da sinistra scimmiotta la Tatcher  come hanno fatto i vari Blair, i Dalema

ecc. L'unico che ha cercato di andare controcorrente con la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore,

Jospin, si è visto attaccare da tutti, sedicente sinistra europea compresa).

     Le varie Telecom sparse nel mondo, non contente di pagare i propri call center a livelli di fame 

li stanno trasferendo in India perché lì altri servi della gleba sono disposti a lavorare per molto me-

no. Ovviamente le bollette saranno emesse in dollari o in euro e pagate a prezzo pieno dai  lavorato-

ri licenziati nel paese d'origine.  Un contadino sa che per far lavorare un asino bisogna dargli la

biada, altrimenti muore . Ma gran parte degli economisti, analisti ecc. non sono contadini , al massi-

mo dei grandi somari, pagati, loro si, con troppa biada  e  ritengo stiano uccidendo l'economia.

     Stiamo quasi alla fine di questo lungo articolo e per questo mi preme mettere a fuoco la figura

del grande timoniere, (no non sto parlando di Mao) ma di come viene definito il presidente della

Fed, il signor Greenspan. C'è gente che ha una visione estatica  del personaggio, qualsiasi cosa fac-

cia  è ben fatto, personalmente lo ritengo il principale responsabile dello stato di pericolo nel quale

si trova l'economia mondiale . La cosa curiosa è che userò in parte le argomentazioni prodotte dai

suoi sostenitori per dimostrare il contrario. Ci riuscirò? Starà a voi giudicarlo. Nel 1996 con le quo-

tazioni  azionarie che già avevano corso abbastanza (IL Dow Jones era a 6800 punti)il governatore

se ne esce fuori con la frase"sull'esuberanza irrazionale dei mercati finanziari", alza i tassi in manie-

ra così blanda da  non intaccare la speculazione in atto e solo due anni dopo, se non vado errato,

 parla  " di mercati che forse stanno scontando cose  che noi non riusciamo a comprendere". Questa

 piccola virata a 180° fa arrivare l'indice Dow Jones a  11720 punti, quasi il doppio del suo primo

appello. Questi ultimi due anni hanno permesso l'esplosione violenta della bolla speculativa, la rovi-

na finanziaria di milioni di persone che nel mondo hanno comprato le azioni sui massimi, a volte

indebitandosi per poterlo fare. Evidentemente penso cose passate di moda, ma qui credo che si

sia passato ogni limite. Non solo siamo in presenza di un governatore che fa poco o nulla per dissin-

nescare una bolla speculativa, cosa che dovrebbe essere nelle sue funzioni istituzionali, ma addirit-

tura tirarne la volata! Diamine! Essendo buono di natura ritengo si possa addebitare la cosa ad un

semplice stato di confusione mentale presente nella testa di Greenspan. Un po’ come quei rispamia-

tori che comprano sui massimi e vendono sui minimi.

   Questa è la storia di un governatore che ha sicuramente sbagliato,  ma che può essere stato indotto

nell'errore dallo stato di assoluta euforia che circondava i  mercati finanziari.

    Ma se si dà credito alle voci dei soliti bene informati, nonché estasiati sostenitori del personaggio

in questione, allora le cose debbono  essere valutate con ben altra severità.

     Negli ultimi tempi abbiamo letto di economisti, di premi Nobel per l'economia, di analisti che ol-

tre a dare  una patente di sostenibilità alla ripresa americana, per dare più autorevolezza alle proprie

valutazioni tiravano sempre in ballo la storiella che in un anno elettorale Grenspan  avrebbe fatto di

tutto per far rieleggere il presidente Bush, quindi la leva dei tassi sarebbe rimasta ferma per dìverso

tempo, ecc. ecc.

     I più eruditi arrivano a fare una breve cronistoria dai tempi della sua elezione a governatore

e della macchia nera dovuta alla mancata rielezione di Bush padre - si era in tempo di elezioni e gli

Usa in recessione  favorirono l'ascesa di Clinton. Spiegano, questi sapienti, ritornando ai nostri gior-

ni che capita l'antifona il nostro si sarebbe prodigato con tutti i mezzi a sua disposizione per la riele-

zione di Bush figlio. Che Greenspan sia sensibile nei confronti del potere politico può essere una

cosa vera. D'altronde il suo repentino cambio di valutazione nel 1998 avrebbe senz'altro aiutato

l'elezione di Gore , se lo stesso non avesse vanificato il tutto con l'incredibile rifiuto di ogni appog-

gio da parte del presidente uscente. Ma io vorrei chiedere a questi fini conoscitori dell'economia e

della finanza se tra i compiti di un governatore di una banca centrale ci sia anche quello di fare il

galoppino elettorale per il presidente di turno. Povera è la moneta che è difesa da simili personaggi.

Siamo alla fine della storia. Ora mi interessa capire dove ci porteranno questi comportamenti. Ab-

biamo delle spinte che da sole possono  produrre un 1929 al cubo . Le bolle speculative sull'aziona-

riato,  sugli  immobili,  la  tendenza  all'impoverimento  del ceto  medio,  l'indebitamento  sempre

maggiore dello stato per dare maggiori disponibilità economiche a chi non ne ha bisogno, stanno lì

a dimostrarcelo. Già alcuni governatori della Fed lo hanno dichiarato apertamente: "useremmo la

bomba atomica dei tassi se necessario".  Questo significa che la possibilità di una  devastante reces-

sione, con decine di milioni di disoccupati nel mondo, la fronteggeranno con un'iper inflazione stam

pando cartaccia su cartaccia.

 E' probabile che di fronte ad una recrudescenza dell'inflazione si alzino i tassi in maniera tale che il

vero problema, l'indebitamento del sistema, porti lo stesso al quasi collasso e allora di nuovo via

con i soldi regalati.  Se avverrà questo saremmo in presenza  di spinte contrarie. Ad  una fortissima

spinta recessiva dovuta all'elevato indebitamento  di tutto il sistema si contrapporrà  una forte spinta

inflazionistica  dovuta al denaro a tassi incredibilmente bassi  ( avremmo cioè la stagflazione, an-

che per lunghi periodi). Si credo proprio che si stamperà cartaccia.

 L'Europa pur in presenza di grossi problemi, come l'Italia con il suo debito pubblico e la sua  poli-

tica interna , si ritroverebbe in una situazione economica e sociale indubbiamente meno squilibrata

e con meno problemi per l'euro.  Lo stesso non dovrebbe essere per il dollaro che dovrebbe  rag-

giungere nuovi minimi e ben lontano da quelli recenti.

 Siamo comunque nel campo delle ipotesi. Resta intatta la spiacevole sensazione che il Grande

Timoniere ci abbia fatto attraversare le colonne d'Ercole della nostra conoscenza economica e che

Nessuno sappia, in presenza di imprevisti, come possa evolvere questa pericolosa situazione.

     Resto comunque convinto che la iper inflazione sia la cosa più probabile che accada, magari con

Un percorso niente affatto lineare.  In questo caso  forse ci si può salvare comprando quel metallo

giallo  che un premio Nobel ha definito "barbara reliquia". E' l'unica forma di investimento che ha

attraversato indenne i millenni.  Gli unici che non se ne sono accorti mai sono gli economisti e le

Banche Centrali, che lo hanno venduto o lo stanno vendendo ai minimi degli ultimi 25anni. Quando

raggiunse gli 850 $ a Londra nel 1980 non si poteva vendere, ma a 275 dollari, come fece nel 2001

La Banca d'Inghilterra era un vero affare venderlo. Questo affare si accingono a farlo altre  Banche

Centrali, compresa quella , che per la storia del suo paese , ha visto la sua moneta scomparire per

ben due volte nell'ultimo secolo. Do you remember  Weimar, dear Bundesbank? You don't remem-

ber? Peccato. I soldi provenienti dalla vendita delle riserve auree dicono i capi della Bundesbank

saranno destinati alla ricerca. Spero che troviate dei soldi per studiarvi la vostra  storia e quello

che  vi è successo  negli ultimi ottantacinque anni..


      MI SONO ROTTO                                     Paolo s.b.





P.S.

   E' trascorso un anno,  nel frattempo sono accadute molte cose. Bush è stato rieletto,  io ne ero

sicuro e ne sono contento.  Ne ero sicuro perchè non ho mai visto degli sciocchi lasciare una cosa a

metà. Prima che gli stessi elettori spaventati tornino a desiderare la protezione di uno stato iper assi-

stenzialista il pendolo dovrà arrivare ai confini del liberalismo più sfrenato. Ne sono contento  per-

chè la crisi economica, per me ineluttabile, è giusto travolga il partito e l 'uomo  principali responsa-

bili di questo stato di cose. Nel  frattempo  l'oro è aumentato ed il dollaro si è indebolito di molto.

   Sulle monete è come se ci trovassimo di fronte a due invalidi, mancanti entrambi di una gamba,

costretti a farsi da stampella l'un l'altro. Avrebbero tutti gli elementi per cadere, ma la debolezza

dell'uno  permette il ribasso, non la rovinosa caduta dell'altro, almeno attualmente.  L'euro ha dei

grossi problemi legati alla politica. Non è stato difeso da chi aveva il dovere di farlo. Le grandi  na-

zioni hanno dimostrato che le leggi da loro volute valevano per gli altri non per loro; l'allargamento

della Ue senza prima  costruire una casa comune con leggi che ne delineassero il funzionamento ha

fatto capire, anche  agli  europeisti  più  convinti  che questa Europa l'hanno voluta i mercanti e le

grandi industrie, ma questo poco  c'entra con gli europei. Ed è probabile che alla prima occasione

utile i cittadini europei, che in gran parte  amano l'Europa,  chiudano i conti con i burocrati.

 Se a questo si aggiunge che paesi come l'Italia hanno un debito pubblico enorme e  ancora più forti

 problemi politici. Questi sommati alla crisi economica ed alla scellerata politica fiscale  del Gover-

no possono portare ad una situazione ben peggiore dell'Argentina  (d'altronde se non sbaglio la

maggioranza della popolazione argentina non è composta da furbi immigrati italiani).

Come vedete l'euro qualche problema ce l'ha.

L'altro grande malato il dollaro oltre ad avere i problemi dovuti alla bilancia commerciale, allo

indebitamento dello stato e dei cittadini americani ha il non piccolo problema della grande quantità

di asset in dollari  posseduta dalle banche asiatiche. Queste non vendono dollari per paura  di essere

loro stesse la causa di forti perdite sui loro investimenti in quella moneta,  anzi ne continuano a

comprare ancora.  Avete presente la banca che per evitare il fallimento di un cattivo cliente continua

 ad  erogargli  Fondi? E' probabile che invece di limitare le perdite a  tot perderà molto di più. O  ar-

riveremo al punto in cui   la moneta americana perderà la sua sovranità, essendo posseduta più da

stranieri   che da  cittadini  Usa  e  l'economia  USA  sarà  governata  dalla  Cina  o  dal  Giappone?

Questo non potrà mai accadere e quando le banche centrali saranno costrette a vendere dollari  o so-

lamente a non comprarne più ne  vedremo delle belle.

     Nel  frattempo  il tempo  passa ed  ogni giorno altre migliaia di persone nel mondo  vanno  in

banca,  apparentemente  per  chiedere un  mutuo  per  comprare casa , un'auto, una televisione. nella

realtà  per   comprare la corda a cui  impiccare il proprio futuro e quello dell'economia mondiale.

per  i prossimi anni.

     Dovreste aver capito  perché  ne farà  di strada la  barbara  reliquia, ma questa è già  un'altra

storia.   

Roma li, 5.04.2005

                                                            paolosenzabandiere