10 maggio 2008

Una storia tassinara

Maggio (07)
Introduzione alla lettura
10/05/08

Il compito di un giornalista o di un giornale è estremamente delicato.
Una storia tassinara
Ci sono giornalisti che negano le notizie ai propri lettori, se queste sono nocive per gli interessi della società editrice e ci sono giornali che pur non negandole le danno alla rinfusa, starà al lettore cercare di tirare le somme di quanto letto, se ne sarà capace. In questo ultimo anno è accaduto un episodio di lotta sindacale che rappresenta un vero e proprio dramma per il livello di incomunicabilità, di odio, di livore, di demagogia che ha visto protagonisti il Governo, il ministro dell’Industria, gran parte dell’opposizione e la categoria dei tassisti.
Debbo fare una premessa. E’ dall’agosto 2005 che ho deciso di non andare a votare per i partiti attualmente rappresentati in parlamento. Questo non perché sia diventato qualunquista, ma al contrario per essere purtroppo ben in grado di valutare politicamente l’incredibile livello di collusione, o peggio, che questa classe politica esprime. Ma oggi non voglio chiarire i motivi che mi hanno portato al non voto, ce ne sarà tempo e modo, ho fatto questa premessa solo per far capire che in questa incredibile storia non sono dalla parte di nessuno, anche perché tutti i soggetti interessati alla vertenza hanno fatto una pessima figura, solo alcune persone si sono salvate ma come vedrete, sarà ben poca cosa.
Tra i primissimi provvedimenti presi dal Governo Prodi nel 2006 c’erano tutta una serie di liberalizzazioni, tra cui quella dei taxi. Si dava cioè la possibilità ai tassisti di lavorare non più su di un solo turno ma nell’arco delle 24 ore. Ciò sarebbe stato possibile mettendo al lavoro propri familiari, assumendo personale o affittandosi la licenza per tutta o parte della giornata.. Appena uscita la notizia pensai che fortunati questi tassisti, è probabile che la loro licenza raddoppierà di valore nel termine di pochi anni ( in quel periodo si parlava di un valore sui 180/190.000 €). Potete considerare il mio stupore quando gran parte della categoria è scesa in piazza contro i provvedimenti del Governo.
Sono costretto a chiarire alcune cose. Pur credendo che quanto offerto fosse un gran vantaggio per i tassisti, gli stessi provvedimenti creavano indubbiamente dei problemi e non di poco conto. Facciamo degli esempi, per capirci. A Roma operavano allora 5.800 tassisti. Liberalizzare le licenze avrebbe significato, di fatto, una triplicazione delle stesse, creando sicuramente dei problemi occupazionali. Problemi irrisolvibili? Il governo di allora, di tutto poteva essere tacciato, ma non di non avere orecchie attente per chi si volesse proporre per favorire il trasporto pubblico a scapito del privato. Dirigenti sindacali degni di questo nome avrebbero potuto e dovuto intavolare delle trattative con il governo e con i sindaci delle grandi città, per lo più di centrosinistra, essenzialmente su due coordinate. Privilegiare il trasporto pubblico, soprattutto nei centri urbani e risolvere una volta per tutte la vergognosa situazione che nelle grandi città subiscono i tassisti e i proprietari di licenze ncc che io chiamo regolari, assaliti da una torma di semi abusivi provenienti da cittadine e paesini non sempre limitrofi. Queste licenze non di città sono state rilasciate, spesso in maniera arbitraria, da sindaci, chiamiamoli così, molto “faciloni”.
Nella solo città di Roma un anno fa operavano oltre ai 5.800 tassisti, come già detto, anche 5.000 ncc (noleggio con conducente), di cui 1.200 di Roma e altri 3.800 di fuori. Capirete bene che eliminare i semiabusivi a Roma avrebbe significato un aumento di lavoro di oltre il 50% per tutte le categorie di auto pubbliche. Come vedete ce ne sarebbe stata di materia per discutere sindacalmente. Invece i tassisti , con il sostegno di Forza Italia e soprattutto di Alleanza Nazionale scendono in piazza contro la liberalizzazione governativa. Ad una manifestazione contro il Governo al Circo di Massenzio tra gli altri Alemanno mise in guardia i tassisti, asserendo che volevano fargli fare la fine dei poveri tassisti newyorkesi. Questi ultimi se vogliono avere una licenza di taxi la devono comprare, con una specie di concorso dal comune, pagandola comunque alcune centinaia di migliaia di $. Questo perché in America non ci sono amici del giaguaro che regalano beni pubblici a privati cittadini, e per sempre, come invece fanno i nostri sindaci, chiaro? Se non riesce a comprarla tramite concorso si potrà comprarla a prezzi maggiorati sul mercato. Qui finiscono le apparenti vicissitudini del proprietario di licenza newyorkese, che potrà affittare ogni turno giornaliero a 120/160 $, che moltiplicato per tre turni giornalieri, anche al minimo, fanno 10.800 $ al mese, al lordo delle tasse. Francamente non mi sembra che portarsi a casa 7.000 o più dollari, al netto, sia una eclatante manifestazione di povertà. Ovviamente diverso è il caso del povero che venendo dal Bangladesh, deve pagare l’affitto del taxi e pure tirarci fuori la giornata.
Dunque i nostri tassisti, grandi stakanovisti, rifiutano la possibilità, in prospettiva ovviamente, di campare di rendita affittando la loro licenza. Ed il piano del governo se ne va a farsi benedire anche perché c’e stata da parte dello stesso l’incapacità a comunicare che non di sgarbo si tratta, ma di una grande “tentato” favore fatto alla categoria. Questo almeno pensavo fino alla scorsa settimana. Una cosa fatta bene dal governo Prodi ma con l’incapacità di comunicarla alla categoria. Poi succede che ad una trasmissione di Crozza appare il ministro Bersani e proprio in merito alla vertenza dei tassisti le sue parole mi chiariscono più di qualsiasi cosa quello che è successo. Il ministro in quella trasmissione dichiarava che ci sono state fortissime resistenze da parte dei tassisti che volevano mantenere i propri privilegi corporativi. Avete intuito perché non si è fatto l’accordo? Il governo pieno di furore ideologico anticorporativo forse non aveva capito neanche che quello che aveva proposto era una cosa buona per i tassisti e d’altro canto la demagogia dell’opposizione ed alcuni interessi non proprio specchiati della dirigenza sindacale hanno fatto il resto. Questa è una storia che dà i brividi. Un governo pieno di ideologia, incapace di fare politica e di illustrare nella giusta luce i provvedimenti presi, una opposizione piena di demagogia e una categoria che ringhia a chi le sta facendo una carezza, anche se fatta con nessun garbo e scodinzola festosa a chi la bastona. Ma come tutte le storie particolarmente drammatiche hanno un certo non so che di ilare.
La continuazione delle trattative viene demandata ai comuni e soprattutto al sindaco di Roma Veltroni che fra le altre cose pensa bene di aumentare le licenze nella sua città, da 5.800 a quasi 8.000, mentre a Roma continuano ad operare i 3.800 ncc di cui sopra.
Conclusioni. Invece di raddoppiare di valore in pochi anni, le licenze di taxi su Roma crollano anche del 50% a 90.000 €. Alcuni mesi dopo 200 tassisti di Roma, i soli che si salvano in questa storia, novelli Pisacane, denunciano per conflitto di interessi Loreno Bittarelli, presidente della più grossa cooperativa di tassisti, la 3570, perché a capo “anche” di una cooperativa di ncc ( con molte licenze di fuori città). Bingo!!!!!!!!!!!! Pensate che i tassisti romani abbiano capito? Sentite il resto.
Alle elezioni politiche del 2008 Gianni Alemanno e Loreno Bittarelli vengono candidati ed eletti nelle liste del Pdl. Alemanno, sempre con il sostegno dei tassisti di Roma, riesce a conquistare anche la poltrona di sindaco di Roma, con la gioia ed i festeggiamenti delle categoria fieri di sventolare le bandiere del loro prode difensor, finalmente certi di non fare più la fine dei loro ricchi colleghi Newyorkesi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Permettetemi questo piccolo sfogo.
E non bastareno i ducento tassinar cortesi
e manco un par de mila anni
pe’ dimenticà stà triste storia.
E ‘gni vorta che n’omo diede un carcio a n’amico
pe’ pialla in quer posto dar peggior nemico
un grido se levò forte
dar popolo saggio e sovrano
ahoo! Ma chè stai a fa ‘a gaggio,
la fine der tassinaro cor piccolo germano?



Paolo sb.
Devo fare una precisazione. Loreno Bittarelli risulta essere il primo dei non eletti nel Lazio, malgrado i tanti voti dei tassisti romani.

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