Luglio (42)
Introduzione alla lettura
05/07/13.
Non ci
dovrebbe essere un post più sintetico di questo. Nel titolo c’è tutto, ma
siccome la stragrande maggioranza degli italioti per furbizia partigiana, per
collusione partitica o per purissima, cristallina imbecillità, non comprende o
non vuole comprendere l’evidenza dei fatti, mi trovo costretto a parlarne in maniera ampia. Dicono che
bisogna essere molto sintetici nello spiegare le cose ma io ritengo che esporre
in maniera sintetica argomenti complessi sia nelle esclusive capacità di chi
non comprende l’argomento di cui la sua bocca parla. Ed è un fenomeno molto
presente nella razza umana, lo chiamano il parlar del nulla.
L’offesa
alla Costituzione italiana, e ad uno dei suoi articoli fondanti, è così
evidente, quasi disperante, perché a disattenderla non sono solo coloro che
vogliono trarne un “anticostituzionale vantaggio personale”, o farlo comunque per
qualcuno a loro caro, ma anche le vestali, anche i cavalieri senza macchia e
senza paura così pronti a difenderla a parole ma che poi nei fatti,
colpevolmente, accettano che in un modo o nell’altro sia stravolta,
accontentandosi che la forma, solo la forma sia salva. Ovviamente
ci sono molti articoli della Costituzione che sono diasttesi ma in
questo post parlo del “tristemente” famoso articolo tre della Magna Carta che
così recita: “…..tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge…..”.
Puntualmente c’è qualcuno che si confeziona delle leggi, per il proprio
ruolo di potente, per evitare, allontanare da se, i procedimenti penali a suo
carico, accampando motivazioni per le quali il suo ruolo è un ruolo diverso e,
puntualmente le leggi che lui fa emanare pro domo sua, dai suoi governi, vedono
l’interessamento della Corte costituzionale che interrogata sulla
costituzionalità sentenzia dichiarandole poi anticostituzionali. Ma si sa che
lo fa come tanti tecnici preparati, anzi preparatissimi, che vivono però sulle
nuvole del loro sapere e non scendono
mai a terra. Nessuno si accorge quindi
che con questi giochini, tra legge che sospende di fatto l’operato della
magistratura, interrogazione alla Corte costituzionale, istruttoria,
dibattimento e sentenza, se ne vanno almeno due anni.
Se
moltiplichiamo il tempo perso per due leggi ad personam successive, arriviamo
ad oltre quattro anni. Senza che nessun giudice, la magistratura che interroga e la Corte costituzionale
che sentenzia, abbia compreso che nel frattempo il principio costituzionale
dell’uguaglianza dei cittadini davanti alle leggi se né andato a farsi fottere,
visto che il suo processo, il processo del signore in questione, nei fatti durerà molto meno
di cinque anni effettivi.
Questo
perché a quanto detto bisogna aggiungere un altro bel problema. La carica di
Presidente del Consiglio, in una magistratura che vuol combattere il reato ma
che nei fatti sente molto il fascino del potere stesso, permette a questa
classe politica una cosa che nella Costituzione non sta scritta in nessuna
parte. Stante l’importante ruolo svolto dal Presidente del Consiglio gli si
permette di rinviare i suoi processi per mesi, anni, accampando giustificazioni
che hanno a che fare con il suo ruolo istituzionale. Quindi una volta non può
assistere ai processi per una riunione di Governo, un’altra per un dibattito
parlamentare ed un’altra ancora per rappresentare il governo e un’….. In
qualsiasi paese un accusato dalla magistratura sarebbe stato costretto a
dimettersi dall’incarico istituzionale, qui addirittura guide rosse e processi
brevissimi.
In
Italia si è permesso che questi processi avessero di fatto una “prescrizione
veloce” che peraltro un cittadino che voglia vedere trionfare la sua onestà,
dovrebbe rifuggire come la peste e non accettare inspiegabilmente. Per
comprendere l’assurdo di queste dilazioni sarebbe come se ad un imputato
normale, un muratore per esempio, fosse permesso, reiteratamente, dal tribunale
che lo sta giudicando, di adottare giustificazioni che ne blocchino nei fatti
il processo perché un giorno deve alzare un muro, e un altro comprare mattoni o
preparare il cemento, ecc..
Ovviamente
in un paese dove le leggi, a cominciare da quella costituzionale fossero fatte
per assicurare all’imputato una giusta difesa ma anche per assicurare chi le
infrange alla giustizia, avremmo regolamentato tante cosine, allungando i tempi
di prescrizione per tutto il tempo perso.
Qui invece tra Dotte scimmie che usano le leggi per salvare il potente
di turno e altrettanto Dotte Scimmie che parlano di giustizia e leggi senza
comprendere cosa dicono, sproloquiando
su virtù taumaturgiche di una Costituzione di belle intenzioni ma di nessun
costrutto, ci ritroviamo una magistratura cha anche nelle migliore intenzioni
si ritrova a sancire di fatto l’ineguaglianza dei cittadini di fronte alla
legge. In barba ai dettami costituzionali.
paolosenzabandiere