20 luglio 2013

(45) IN ITALIA C’E’ UN AMBASCIATORE CHE PARLA CON I POLIZIOTTI MA CON I MINISTRI MAI.

Luglio (45)
Introduzione alla lettura
19/07/13





     Cari Alfano e Bonino in questo momento di grande incertezza voglio mettere a fuoco il perché, a mio parere, sarebbero corrette le vostre dimissioni.

    Voi dite di non aver mai parlato con l’ambasciatore del Kazakistan e io prendo per buone le vostre spiegazioni, anche se dovete convenire che è ben strana la procedura attuata dal signor Andrian Yelemessov e ancora più strano, stando alle notizie sulla stampa, il vostro comportamento.

     Negare che l’ambasciatore vi abbia cercato, per la cattura, a suo dire di un pericoloso criminale ricercato dall’Interpol, credo che non possiate neanche voi affermarlo. Se fosse accaduto così starebbe a significare che, in presenza di un rappresentante di un altro stato, ai nostri funzionari di polizia sarebbe sfuggito il piccolo particolare di informare i  ministeri dell’Interno e degli Esteri di quanto stava accadendo, visto che prendere ordini da un rappresentante di uno stato estero, senza esserne autorizzato non è  tra i compiti di un funzionario di polizia.

     Anche i sassi sanno che un ambasciatore che ha un problema nel paese dove esplica il suo ruolo per prima cosa avverte il ministero degli Esteri, e sarà quest’ultimo, se riterrà le richieste dell’ambasciatore legittime, ad indirizzarlo presso chi ha le competenze per risolvere il problema, avendo cura di seguire ogni passo del procedimento. Essere ministro degli esteri e essere tenuto all’oscuro di tutto porterebbe, in altri paesi, alle dimissioni immediate, fosse solo per protesta del responsabile del dicastero, qui non si usa. Il ministero degli Esteri è stato by passato a favore del ministero dell’Interno? Qui sembrerebbe che almeno il capo gabinetto fosse informato sulle richieste ma sembra che ogni tentativo del funzionario di mettersi in contatto col suo responsabile apicale  dell’Interno non abbia avuto successo.

     Così è potuto accadere che dei semplici funzionari di polizia fossero messi nelle condizioni di operare nel peggiore dei modi, su richiesta di un paese che produceva notizie che si poteva tranquillamente sospettare false, trattandosi di un paese che dei diritti umani ha fatto carta straccia. Pur essendo sommersi da incombenze eccezionali il ministro degli Esteri e il ministro degli Interni della Repubblica Italiana dovrebbero sapere entrambi che nelle ex repubbliche sovietiche è d’uso appiccicare ad ogni oppositore l’etichetta di criminale per permettere ai vari governi in carica di perpetuare regimi che somigliano sempre di più, ed in peggio, al regime sovietico. Purtroppo voi questa cosa non l’avete avuta ben presente ed oggi una “pericolosa criminale e sua figlia” colpevoli soli di essere moglie e figlia di un oppositore al regime kazako sono agli arresti domiciliari in quel paese.

     Altri paesi europei, altre democrazie, quella democrazia di cui parla tanto ministra Bonino, negano l’autorizzazione all’espatrio verso  questi regimi, anche a veri e propri criminali, per il pericolo che siano sottoposti a torture, noi ci mandiamo i bambini.

     Un plauso sentito a tutti ma forte, eccezionalmente forte ai collusi del piddì e a chi li vota ancora.

                                                             paolosenzabandiere

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