26 giugno 2013

(40) BERLUSCONI. QUANDO PER SALVARSI DA UN PICCOLO REATO SE NE COMMETTONO DI BEN PIU’ GRAVI.

Giugno (40)
Introduzione alla lettura
25/06/13

 
 
     Se la sentenza sul caso Ruby sarà confermata anche in Appello e Cassazione questo processo entrerà a pieno diritto nella storia come il processo in cui un signore, per difendersi da un piccolo reato, questo è l’accusa che gli poteva essere inizialmente fatta, entra in un finale wagneriano, vittima di un crescendo di onnipotenza pataccara ma non per questo meno odiosa, dove tutti è tutte sono stati servilmente pronti a soddisfare e giustificare ogni suo desiderio, non accorgendosi, anche chi lo  dovrebbe tecnicamente consigliare, che il reato iniziale era appunto nulla di fronte ai comportamenti messi in atto per tentare di nasconderlo.
 
     Da un reato quasi da nulla, anche se moralmente riprovevole, considerando che per i giudici milanesi il Berlusconi è stato sì con una minorenne, ma comunque con una minorenne  già abbastanza esperta, certamente non una ragazzina indifesa, si è arrivati a comportamenti che se provati potranno essere per lui e per il suo entourage molto più forieri di conseguenze negative.
 
     Forse qualcuno ha consigliato male l’ex presidente del Consiglio ma è del tutto evidente che se i giudici, in tutte le istanze processuali riterranno che Berlusconi abbia corrotto diversi testimoni per far loro testimoniare il falso, come sostiene la Bocassini, i reati perpetrati per nascondere il primo, sono appunto ben più gravi. La linea difensiva del nostro si avvale di testimonianze di persone che negano che ad Arcore si siano svolti fatti di cui però accennano in alcune loro telefonate,  dando anche dei consigli operativi su come ci si doveva comportare. Diciamo una linea di difesa muro contro muro che non so quanti  studi legali sarebbero stati disposti a praticare e che, se sconfitta su tutta la linea, può produrre macerie per chi l’ha praticata.
 
                                                          Paolosenzabandiere
 
 
 

23 giugno 2013

(39) POCHI ANGELI SILENTI NON INGENTILISCONO UNA SAVANA PIENA DI SCIMMIE.

Giugno (39)
Introduzione alla lettura
 23/06/13




     Ditemi in quale pianeta dell’universo scenderebbero in piazza un milione di persone a difesa di un governo che voglia tagliare un parco al centro della città per farci un centro commerciale? Dicono che il male comune sia mezzo gaio ma non è cosi, e non è certo il massimo scoprire che oltre al tuo paese c’è ne è un altro, ce ne sono altri,  disposti a deturpare le proprie bellezze naturali,  per costruire mattoni su mattoni. Chi glielo dice alle dotte scimmie che ci mal governano che le speculazioni edilizie in un paese che dovrebbe vivere di turismo sono un’aberrazione. Chi glielo dice alle dotte scimmie che sono governate che la loro vita, quella dei loro figli, non dipende dalla costruzione di centri commerciali, ma dal riconoscere che la natura e i nostri antenati ci hanno lasciato un patrimonio che se rispettato darà da vivere a tutti.

     Io credo che nei tanti paesi dove vivono le scimmie della savana queste applaudano sempre il demagogo di turno, sia solo uno spacciatore di anticomunismo in difesa dei suoi loschi interessi o  un esaltatore di motivi religiosi pro domo sua. È per questo che stavolta quello che non succederebbe su nessun pianeta della galassia è successo in Turchia. Un milione di persone in difesa di un signore che al centro di Istambul ha progettato  di eliminare “solo” 600 inutili e sporchi alberi per metterci un pulitissimo centro commerciale. Bisogna dire che il premier Erdogan ce la mette tutta a vincere il primo premio per il primo paese della savana. Neanche su Stivalia avrebbero pensato osare  tanto. O forse ci hanno dato l’idea? Se al posto di Villa Borghese, cosi piena di insetti, costruissimo…..

     La follia di un uomo non è più tale quando milioni di persone lo appoggiano e questo purtroppo ce lo dice anche la storia. Non bastano neanche centinaia, migliaia di angeli silenti, a trasformare un paese di scimmie delle savana in un paese di uomini liberi.

                                                                  paolosenzabandiere



20 giugno 2013

(38) MOVIMENTO CINQUE STELLE. TRA DEMOCRAZIA REALE E UN PIZZICO DI POLPOTTISMO

Giugno (38)
 Introduzione alla lettura
 16/06/13
 
 
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     Personalmente ho votato per il movimento 5 stelle e dopo lo straordinario risultato delle elezioni politiche mi sono trovato d’accordo su tutte le decisioni prese, prima tra tutte quella di non partecipare ad alcuna forma di governo con uno dei partiti (il piddì) che di questo sfascio politico ed economico è quantomeno corresponsabile. Ritengo che da questa crisi non se ne esce, o meglio se ne esce solo creando un mondo diverso, più sostenibile, solidale, eliminando queste enormi, violente disparità, di classe e generazionali, che sono alla base di questo disastro economico. In questa luce è ovviamente comprensibile come non sia possibile qualsiasi forma di governo con partiti che queste difficoltà hanno appunto contribuito a formare.
 
     Credo che il M5S stia attraversando una crisi di crescita dovuta soprattutto all’impreparazione della sua giovanissima, inesperta, classe politica. Tutto bene dunque? Non proprio. Il M5S è l’esempio più eclatante di quell’eccezionale tentativo di creare quella democrazia di base, dove uno vale veramente uno, che però proprio per il suo successo ha bisogno di un profondo rispetto di tutti coloro che all’interno del movimento portino avanti delle critiche  non strumentali.
 
     Mi spiego. Se qualche neo parlamentare, attratto dal lauto stipendio, decide di trovare pretesti per rompere con il movimento, per tenersi tutta la diaria, è un conto. Ovviamente la sua espulsione è sacrosanta, ma non può essere cacciato qualcuno perché critica qualcun altro, foss’anche il facente funzione di leader maximo, ritenendolo responsabile di una debacle elettorale. Si può discutere se la responsabilità di quanto accaduto con le amministrative sia colpa di Beppe Grillo, ma certo scendere in alcune città della Sicilia da oltre il 20% al 3%, qualche elemento di autocritica dovrebbe attivarlo. Il voler cacciare ogni persona che porti avanti critiche alla strategia del movimento è, questo si, un comportamento pericoloso.
 
     La democrazia di base per essere e rimanere tale, pur nel riconoscere il diverso spessore delle persone che partecipano al movimento (ed in questo Beppe è unico, e il M5S non dovrà smettere mai di essergli grato), non può prescindere da quella che dovrebbe essere la sua unica legge sacra, inviolabile. Quell’uno vale uno che non può avere deroghe, neanche se riguardano il suo fondatore/ideatore, pena il trasformare uno stupendo tentativo di democrazia di base  in un accrocco che prima o poi partorirà mostri, come è sempre successo a quei movimenti politici totalitari dove il fondatore ha sempre ragione ed ogni opposizione spazzata via. 
 
    Un esempio della pericolosità di cosa significa l’intolleranza verso ogni forma di dissenso è data dalla particolare forma di violenza verbale presente in parte della rete e in alcuni deputati. Definire, come fa Manlio Di Stefano, tossici i comportamenti di chi dissente, auspicandosi che se ne vadano o vengano cacciati dal movimento, mi fa rabbrividire. Neanche Giovannardi, il paladino delle divise “prepotenti” sarebbe arrivato a tanto. Questi sono comportamenti loro si tossici, che la democrazia, soprattutto quella di base, non si può permettere.
 
     E visto che siamo in argomento mi preme da simpatizzante del M5S analizzare certe regole del movimento che personalmente mi suscitano forti perplessità e che a lungo andare possono far esplodere quegli elementi di polpottismo che personalmente intravedo e che sarebbero un dramma per il movimento e per l’Italia. Premetto che essendo tendenzialmente un anarchico che sa governarsi da solo ogni forma di potere, di carica elettiva, mi fa abbastanza schifo, quindi quello che dirò non è certo per la soddisfazione  di “bisogni personali” di poltrona, che non ho mai avuto e mai avrò.
 
     L’eccezionale ricerca di democrazia portata avanti dal M5S deve far comprendere a tutti, e a Beppe, per primo, che tra la democrazia di base,  e l’assemblearismo che tanti danni ha prodotto, ci sono delle assonanze che bisogna comprendere bene per combatterle. E nel movimento 5 stelle ci sono delle proposte che apparentemente sono state pensate per evitare che i cittadini facciano della politica una professione di cui profittare, ma che se portate al parossismo possono produrre risultati devastanti. Le leggi, soprattutto la legge delle leggi, quella che costituisce, fonda uno stato o un movimento, a quello stato o movimento dà l’impronta, sempre e comunque. Ovviamente una  legge delle leggi sbagliata produrrà effetti altrettanto sbagliati.
 
    Entriamo nel merito. È giusto che un cittadino eletto a fare, che so, il sindaco, porti a termine il suo mandato, senza pensare di rilanciarsi a fare altro, nei 5 anni in cui è stato eletto. È altrettanto giusto che in quella carica ci stia per un massimo di due mandati per evitare l’insorgere di situazioni di potere pericolose per il buongoverno della città. Ma pensare di mandare a casa dopo due lustri un genio della politica, dopo che ha gestito in maniera eccezionale le giovani marmotte, il condominio e il consiglio circoscrizionale, poco più che ventenne, lo trovo assurdo. Mettiamolo a fare altro ma se ha l’estrema capacità di risolvere i problemi del paese e della gente non può essere messo da parte per esaltare un pericolosissimo egalitarismo di facciata (vedremo meglio poi perché pericoloso).
 
     È sempre nel solco di non formare professionisti della politica che si è deciso che i portavoce parlamentari del movimento siano in carica per soli tre mesi. Però questa ricerca parossistica di “cittadini” parlamentari che siano in carica per soli tre mesi porta che nessuno svetti e prenda il sopravvento sugli altri, ma ha delle controindicazioni grosse come una casa, devastanti. Innanzitutto può permettere che in quella carica vadano anche imbecilli e la democrazia non può mai permettersi imbecilli sul ponte di comando. Ovviamente se tutti i cittadini parlamentari sono uguali ed intercambiabili, nei fatti non insostituibili, e noi sappiamo che non è così, chi con non chalance, magari perché è il “socio fondatore”, tiene le chiavi, le redini del movimento, magari solo perché moltissimi militanti gli sono grati per quello che ha fatto loro, ha il potere sullo stesso. Domanda cosa succede se il signore in questione impazzisce e comincia a sbagliare, visto che ci sono parlamentari, così grati di esserlo per sua volontà,  che sono pronti a cacciare tutti i tossici che lo criticano? Dove va a finire la storia che uno vale uno, e dove va a finire la democrazia. Ma con Beppe non succederà mai! Lo spero ma tutti dovremmo sapere che una regola sbagliata prima o poi produrrà risultati sbagliati e una regola che permette a qualcuno di avere nei fatti, se non nella forma, più potere, prima o poi potrà essere usata in maniera sbagliata?
 
     Questo non significa certo che non debbano esserci delle regole  considerando soprattutto la voluta brama profittatrice dei mascalzoni che ci hanno mal governato, ma allora c’è bisogno di leggi che controllino che tutti, anche i più intelligenti e bravi non si approfittino del loro ruolo per fini personali, ma non c’è certo bisogno di  un mostruoso mondo livellato in cui tutti abbiano la stessa altezza, con l’ovvietà estrema di questa teoria polpottiana di aggiungere qualcosa ai troppo bassi e tagliare  ai troppo alti. Chi si ricorda che fine facevano coloro che portavano gli occhiali in Cambogia? Come detto ogni legge fondante di uno stato, di un movimento poi li modella per quello che si è seminato e questo estremo appiattimento comunitario alla lunga non può che generare mostri, proprio l’esatto contrario di quella democrazia che si voleva, con quelle regole, coltivare.
 
      Quello che è il mio più grande rammarico e che siamo, con questa crisi economica, ad un nulla dal spazzare via per sempre questa classe politica capace solo di inciuci sottobanco e di soddisfare i loro interessi personali creando con ciò solo problemi al paese, e che cosa facciamo? Lanciamo al paese il messaggio che chi non è duro e puro, chi critica è un tossico da allontanare senza comprendere che tra quei 9 milioni che ci hanno votato sono la maggioranza quelli sono esterrefatti per questi comportamenti. Mi sia consentita una forzatura, una cattiveria cercata che fa capire il mio disagio, quasi una battuta. Dire che ci dovrebbero ringraziare perché senza di noi ci sarebbe stata Alba Dorata va bene ma cerchiamo di non importarla noi…..
 
     Chiudo con una riflessione nel 2008 in uno dei miei primi articoli sull’argomento, in merito alla manifestazione del 25 aprile di Beppe a Torino chiudevo con: “Ma non sentite il vento (arrivare ovviamente!) e centocinquanta persone a sostegno di Beppe e per l’espulsione della senatrice Gambaro, praticamente un mega flop, non vi fanno sentire oggi il vento? Autocritica e togliamoci quell’idea balzana del chi non è con noi è contro di noi, che può portarci solo ad un suicidio politico  doppiamente criminale a pochi mesi dallo spazzare, democraticamente, s’intende, il fecciume che ci ha rovinato la vita non solo per perseguire i sui loschi interessi ma anche per la sua incapacità di governare gli eventi. Io i ladri ed gli incapaci li voglio mandare a casa o nelle patrie galere ma l’obiettivo si può raggiungere solo usando l’intelligenza.
 
                                                             Paolosenzabandiere
 
 
 

13 giugno 2013

(37) USCIRE DALL’EURO? LE FACILE RISPOSTE DEL VENDITORE DI TAPPETI DI SUCCESSO.

Giugno (37)
 Introduzione alla lettura
 10/06/13
 
 
 
     L’anziano venditore di tappeti ha visto praticare svalutazioni competitive dai molti governi che si sono succeduti alla guida del paese. In un paese indebitato come l’Italia questa è sempre stata la soluzione ai problemi, ma le cose non sono immutabili.
 
     Questo accadeva quando il problema di essere pieni di debiti e scarsamente competitivi riguardava un singolo paese. Lo si riteneva uno scapestrato che non sa controllarsi ma poi si accettava una svalutazione della sua moneta e si tenevano aperte le frontiere al libero scambio, considerando che gli altri paesi erano in buona salute e la libera circolazione delle merci conveniva a tutti.
 
    Oggi credo che la situazione sia cambiata. Non c’è un paese europeo che non sia fortissimamente indebitato. La stessa Krande Cermania ha un debito complessivo di quasi il 280% del pil rispetto al nostro 320/330% e chi pensa di poter scaricare i suoi problemi sugli altri credo che non abbia presente la situazione. Uscire dall’euro? Certo che si può ma da qui a pensare che poi gli altri siano disposti a prendere le nostre merci svalutate  e a chiudere le loro fabbriche per la nostra concorrenza ce ne corre.
 
     Molto meglio un governo che avesse le palle per decidere che per tot anni lo stato italiano non pagherà gli interessi sul debito ma rimborserà solo il capitale. Sarebbe molto più difficile cacciarci dall’euro e avremmo anche validi argomenti per  questa decisione. Quando un debitore arriva ad un’insostenibile situazione finanziaria non si può pensare che sia il solo responsabile. Il direttore di banca, la banca stessa, che per avidità di interessi, hanno contribuito a creare questa situazione esplosiva, perché non dovrebbero pagare in parte la loro politica fallimentare?
 
    Cosa fanno al contrario le nostre banche che hanno contribuito per la loro parte all’insorgenza di questa gravissima crisi? Stanno facendo il gioco della Krande Cermania. Prendono soldi in prestito dalla Bce  a basso costo e comprano titoli di stati italiani che gli vengono venduti da chi ne è pieno, alias banche francesi e soprattutto tedesche, pensando di guadagnarci visto gli elevati interessi. Cosa succederà quando il debito italiano sarà posseduto in gran parte solo da banche italiane? Provate ad immaginarlo.
                        
                                                                      paolosenzabandiere
 
 
 

 
 

5 giugno 2013

(36) CONTINUA L’ARTE DI MALGOVERNARE IL PAESE. I VECCHI DISOCCUPATI DI 25 ANNI E UN GIORNO.

Giugno (36)
 Introduzione alla lettura
 05/06/13
 
 

    È più forte di loro. A governare con criteri di equità, di giustizia, proprio non ci riescono. Il governo dell’ex democristiano Letta continua nel solco della tradizione. Anche quando cercano di prendere provvedimenti giusti riescono a farlo con forte dosi di iniquità.

 

    Non tutti ricordano i provvedimenti presi a favori dei cosiddetti “pensionati baby”, che hanno permesso, per decenni, a centinaia di migliaia, milioni di persone, di andare in pensione dopo 14 anni e sei mesi di ridicoli contributi versati nel pubblico impiego e di prendersi, meglio rapinare, un pensione per una cinquantina di anni, il tutto a danno delle future generazioni che verseranno, al contrario, contributi incredibilmente ben più pesanti, per 40/50 anni, e forse in pensione  non ci andranno mai.

 

    Prendere provvedimenti contro questa iniquità? Ma quando mai. I governi del tempo, con la complicità dei sindacati, li chiamavano diritti acquisiti, intoccabili e oggi che i soldi non ci sono più per nessuno, che si fanno manovre odiose per prenderli anche dalle tasche dei poveracci, si trova qualcuno che abbia voglia di sanare l’antica rapina? Che dica a questi rapinatori seriali andati in pensioni coscienti di fare la rapina del secolo di contribuire  che so’, con un 10/15% della loro ingiusta pensione, nel tentativo, solo nel mero tentativo di risanamento della finanza pubblica. Quando mai.

 

     Al contrario nel solco di una tradizione di iniquità, con migliaia di leggine, di provvedimenti ingiusti, presi molto volte in situazioni di emergenza, che hanno permesso nel tempo privilegi assurdi, questi signori, ieri come oggi, riescono a commettere   palesi ingiustizie sociali anche quando si cerca di affrontare situazioni straordinarie. C’è un problema di disoccupazione che non riguarda più solo i giovani, anche se la percentuale di non lavoro di chi si affaccia alla vita lavorativa è elevatissima? E come la si risolve? Facendo una leggina che permetta l’assunzione di tot persone al di sotto dei 25 anni di età!  E i vecchi disoccupati di 25 anni e un giorno. Loro possono tranquillamente restare nella cacca. Hanno pazientato tanto, possono pure pazientare tutta una vita, consci che la loro situazione non interessa a nessuno. Troppo vecchi per avere un lavoro e giovanissimi per sperare in una pensione.

 

                                                                  paolosenzabandiere

 


 

4 giugno 2013

(35) L’ESERCITO DI SILVIO, I GIORNALISTI E LE ELEZIONI.

Giugno (35)
 Introduzione alla lettura
 04/06/13
 
 
 
      Credo che quello che è accaduto in questi giorni, nel campo del piddielle sia di una chiarezza devastante e solo giornalisti idioti o complici riescono a nascondere, o non comprendere, l’evidenza dei fatti. La creazione a destra dell’esercito di Silvio, con la sua domandina di iscrizione (“ Io sottoscritto……dichiaro di volermi arruolare nell’esercito di Silvio per difendere il presidente Berlusconi e combattere al suo fianco la guerra dei vent’anni…..”), la dice lunga sul desiderio del nostro di sostenere per molto tempo il governo Letta.
 
     Personalmente ritengo che la creazione dell’esercito di Silvio sia di preparazione alla campagna elettorale del piddielle. È il loro tentativo di rispondere a quello che è successo durante il comizio di Berlusconi Silvio a Brescia, dove coloro che protestavano contro era tanti quasi quelli che erano venuti a sentirlo. Ed è ovviamente la preparazione a decine, centinaia di comizi fatti appunto per le elezioni.
 
     D’altronde la crisi economica incalza e nelle strategie del “Promettun” nazionale, nella sua devastante demagogia, non c’è posto per manovre finanziarie che pesino sulle tasche dei cittadini e poi siano determinanti, in negativo, per gli esiti elettorali.
 
     Se poi a questo aggiungiamo che le condanne nei tribunali, anche quelle definitive, stanno arrivando a sentenza definitiva, completiamo il quadro. Ovviamente non ci sarà un nesso immediato tra le sentenze definitive e la crisi di governo. Si aspetterà l’autunno e l’eventuale crisi di governo sarà fatta demagogicamente su qualche tema economico particolarmente sentito dagli elettori (definire questi ultimi cittadini mi sembra particolarmente impegnativo e immeritato).
 
     L’escamotage ventilato da qualcuno di fornire il nostro con un salvacondotto del tipo nominarlo senatore a vita, non credo che possa avere un duraturo successo e di poter mantenere in vita il governo. La crisi economica travolgerà ogni tentativo di ulteriore inciucio. Mi sbaglio? Vedremo…..
 
                                                           Paolosenzabandiere