22 febbraio 2017

CASO UNAR. LE MALATTIE SI CURANO, NON SI FINANZIANO.


L’Unar  è l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, conosciuto anche con l'acronimo UNAR. E’  un ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica. Nei fatti questo  ufficio istituito presso  la presidenza del consiglio dei ministri ha finanziato tra l’altro (per 55.000 €), o stava per farlo, un’associazione rigorosamente omo in cui tutte le donne erano escluse, comprese  le lesbiche e che nei suoi locali pratica orgie, spesso sotto forma prostituiva.
  
Pensare come vengono spesi i nostri soldi da queste organizzazioni a me personalmente fa girare le palle e mi sarebbero girate anche se avessero finanziato al contrario solo orgie e prostituzione etero. Ma ci sono due aspetti che non possono essere sottaciuti. Prima considerazione. Questa dovrebbe essere una organizzazione che ci dà la linea, una certa morale su cosa sia giusto e cosa no, e l’idea di frullare dalla finestra le chiacchere (solo le chiacchere, certo) che questi signori fanno a me viene alla grande e farebbe riparmiare tanti soldini.
Seconda considerazione. Ognuno ha la sessualità che gli pare e fin qui nulla da eccepire. Solo un raffronto su cosa è la sedicente normalità  e la macelleria sociale di cui si viene a conoscenza con il link delle iene.
 
Anche il più squallido rapporto etero, quello prostituivo, è fatto magari di un ciao prima e dopo, che so di un caffè preso, di una carezza fugace e magari falsa, di un sorriso, di uno sguardo, di un’illusione. Al contrario sapete dirmi cosa ci sia di umano nel praticare sesso tramite  i buchi della vergogna, dove ad una parete con un piccolo buco uno ci mette "qualcosa" e un altro, dall’altra parte della parete, ci mette il “resto”.  
 
Questa è macelleria sessuale, è malattia pura, come quella di Hannibal the Cannibal nel silenzio degli innocenti e queste persone dovrebbero essere curate e non di certo finanziate. Ci sarebbe pure una terza riflessione. Come si possa solo minimente pensare di praticare questa sessualità mostruosa e poi reclamare come movimento gay il diritto alla famiglia e alla prole altrui o di plastica? Vorrei che qualcuno ce lo spiegasse.

12 febbraio 2017

DALLA PATATA BOLLENTE AL DOPPIO SACCO DI ROMA PER TOTTI E PER TUTTI

Sulla Raggi. Poche parole per una sindaca che non ho voluto votare al primo turno, annullando il voto, perché non mi piacciano le persone che per essere elette sottoscrivono contratti con un signore  non eletto da nessuno al ruolo di cui si è appropriato (Kasaleggio Khan j.), ma che poi tra Giachetti e “issa” sono stato costretto a votarla.

Il signor polizza Romeo sembra avere il vizio di intestare polizze assicurative alle  compagne del momento. Lo aveva fatto con la sua precedente fidanzata, a cui per giunta aveva poi comunicato la cosa. Quando la storia finisce quella stessa assicurazione sembra sia stata intestata, in caso di morte, alla sindaca Raggi. Stavolta il Romeo non le ha comunicato nulla? I due fotografati a parlare sui tetti del Campidoglio evidentemente avevano ben altro da dirsi e non si sono comunicati queste cose?

 La Raggi sostiene di non sapere nulla della polizza. L’assessore Berdini  dice  che i due stessero  insieme. Resta che se il Romeo “a sua insaputa” ha intestato la polizza alla “sinnaca” dovrebbe essere denunciato dalla stessa per grave danno d’immagine, o no?

 E ora il sacco di Roma. L’ottavo re di Roma, il famoso capitano è per caso alleato di Lotito? Il benefattore dei due mondi, l’uomo che fa tanta beneficenza, a suo dire e a dire dell’entourage,  se ne fa tanta anche a se stesso, visto che con i soldi che guadagna non avrebbe nessuno bisogno di fare pubblicità ad un gioco che rovina uomini, donne, famiglie intere. Forse chi cura la sua immagine, e tenta ogni tanto di fargli dire cose giuste,  non lo ha “istruito” bene. Resta storica una clamorosa gaffe del  nostro eroe che invitatato a dare alla sua immagine un tocco di modernità fintamente interrogato su cosa ne pensasse della omosessualità riusci a dire, testuale: “io non sono contrario all’omofobia.” Sic!!!

 Ora sempre “imboccato” da qualcuno sollecita lo stadio della Roma a Tor di Valle. Questo per le anime candide, visto che lo stadio non sarà della Roma ma affittato alla Roma (piiiiicolo particolare) e con solo un’altrettanto piiiiicoola speculazione di 600 mila metri cubi, con annessi “grattacielini” da 220 metri, che visti dal basso e non dall’alto appiattiti come nella foto, fanno tutto un altro effetto.


 Da notare che l’aerea è a rischio idrogeologico, visto che il Tevere scorre a pochi metri. Il fatto che precedentemente vi fosse un impianto sportivo dice poco e nulla. Abbiamo visto che le slavine non rispettano le nostre leggi e i nostri alberghi costruiti “alla Rigopiano”, ovvero "ad capperum"
 Ovviamente a sostenere lo stadio della Roma, in quel posto e con quella mostruosa speculazione, è certamente “er sor Lotito”. Se passa come negare  lo stadio alla Lazio sulle sue terre alluvionali, magari pure meno pericolose dell’area di Tor di Valle?  Et voilà due sacchi di Roma al prezzo di uno, e senza derby, tutti dalla parte di Totti.
 Come si deturpa la città che si dice di amare.