9 dicembre 2008

Dio, Patria, Famiglia.

Dicembre (12)
Introduzione alla lettura
09/12/08

Sempre più di frequente m’interrogo quando qualche personaggio viene intervistato in televisione. Ci avete fatto caso, si fanno spesso ritrarre davanti ad una fornitissima libreria e poi nell’intervista iniziano a dire sovente una serie di spropositi.
Dio, Patria, Famiglia.

Mi viene una tristezza infinita pensando al tempo che questi poveracci hanno perso nella loro vita. Si perché leggere tutti quei libri, supportati da una fortissima capacità memonica, ma senza avere un minimo di materia grigia che ti faccia comprendere quello che stai leggendo, deve essere drammatico. Ma non scriverei nulla se fosse solo un loro problema, purtroppo non è così. E’ sotto gli occhi di tutti, e la cosa non riguarda solo l’Italia, che siamo governati da una serie d’incapaci che non hanno saputo prevedere questa crisi economica, i più, e i pochi che si vantano di averla prevista non hanno fatto nulla per evitarla. Ma, e qui finiscono le analogie con il resto del mondo, alcuni politici nostrani (uomini e donne) ricercano soluzioni “originali” rispolverando dalla soffitta dei propri ricordi soluzioni incredibili ai tanti problemi che loro stessi hanno contribuito a creare ai propri cittadini.
E sono felicissimi di rispolverare le parole che più di altre hanno segnato in negativo la vita di milioni di persone. Dio, patria e famiglia! La formuletta che solo un ignorante o un uomo in totale malafede può evocare come risolutoria per il destino degli uomini. Nulla da eccepire sulle tre parole prese singolarmente, ma insieme è come se sviluppassero un veleno micidiale che trasforma pacifici uomini in mostruose macchine da guerra al servizio del mascalzone di turno. Dio, patria e famiglia. Quante centinaia di milioni di uomini, donne e bambine sono stati uccisi, torturati, mutilati imprigionati, resi schiavi dai sostenitori di queste parole. Quanti tentativi, a volte riusciti, di eliminare dalla faccia della terra intere popolazioni? Non hanno studiato la storia evidentemente queste dotte scimmie se pensano di ripropinarci questi tristi motti per risolvere i problemi del nostro paese.
Senza scomodare la storia tutta, cosa gravosa per voi dotte scimmie, date le vostre limit… pardon elevatissime capacità intellettive che tutti vi riconoscono, vogliamo parlare del novecento e dintorni e della vostra magnifica formuletta? Incominciamo dalla fine, dalla “famiglia”? Due guerre mondiali e tutta una seria di guerre regionali, decine, centinaia di milioni di morti, di mutilati, di separazioni traumatiche, tutto questo per rinsaldare i vincoli familiari? O per creare ulteriori celebrazioni del matrimonio dato l’elevato numero di vedove, vedovi? E’ per la famiglia, che soprattutto noi italiani abbiamo stracciato alleanze valide fino ad un secondo prima per dichiarare loro guerra un attimo dopo (prima guerra mondiale)? Ovviamente per la famiglia e per la patria.
Già la “Patria”. Che concetto relativo ha questo termine e non uguale per tutti. Il contadino siciliano mandato a combattere per riconquistare il sacro suolo del Trentino, a costo del proprio sangue, ne avrebbe fatto sicuramente a meno di quella guerra. Per lui la patria era il suo campo, al massimo il suo paese. Oggi ci sono molti abitanti del Trentino che rimpiangono la buona amministrazione di Cecco Giuseppe. Qual è il concetto odierno di patria del buon padano leghista? Tutto il contrario del suo avo che nell’ottocento era disposto a lottare e morire per l’Italia. A volte la storia ci racconta non solo cose brutte ma anche cose che ci fanno sorridere. Uno dei brani più famosi del più grande compositore italiano, il patriota Giuseppe Verdi, preso a inno da chi odia questo paese. Come vedete il concetto di patria in pochi decenni può essere tutto ed il suo contrario. Gli unici “patrioti” inossidabili sono quelli che nel momento contingente, qualunque sia il concetto di patria, sanno trarne incredibili vantaggi. Il famoso mercante dei cannoni dei primi del Novecento fa il paio con il politico attuale che cavalca ed esalta le paure del proprio popolo per meri fini elettorali.
Arriviamo all’ultima parola, a Dio ed alla sua offesa perpetrata paradossalmente da chi ne avrebbe dovuto essere l’officiante in terra. Non comprendete? Cosa faceva il sacerdote cattolico austriaco quando benediceva il proprio esercito augurandosi la disfatta e tante morti per il cattolicissimo esercito italiano? Inneggiava a Dio nella stessa misura uguale e contraria a quella con cui lo stesso Dio veniva evocato, ovviamente per finalità contrapposte, dal cappellano militare italiano. Ora capite cosa significa offendere il concetto del “Dio degli uomini” per ignobili fini di parte.
I nazisti che del macabro motto “Gott mit us”, avevano fatto la loro bandiera, con i loro comportamenti sono forse la sintesi di come tre parole singolarmente positive insieme possono diventare un trittico di sangue di inaudita efficienza. Dio, patria e famiglia, e la loro talebana visione che non permetteva che ci fossero diversità di religione, di visione del mondo, diversità di comportamenti. Ma la storia sa essere beffarda con gli imbecilli. Come è andata a finire la storia del paese che le diversità di religione, di razza, come d’altronde quelle politiche e sessuali le risolveva nei campi di concentramento? Come è andata a finire la storia di quel paese che aveva fatto dell’annullamento dell’individuo, a vantaggio appunto del grande “Stato” che tutto racchiude e rappresenta, il suo cavallo di battaglia? Polvere e macerie.
Resto del parere che i libri dietro alle vostre spalle oltre che leggerli dovreste comprenderli! E soprattutto dovreste contare fino….. a tout le monde ……prima di parlare.


Paolo s.b.

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