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Introduzione alla lettura
23/12/13
La
democrazia è il migliore dei sistemi imperfetti ma presa a forti dosi, non
diluita, è fra le prime cause della propria stessa morte. Debbo ricordare a
qualcuno che dare il voto agli imbecilli, o solo ai disinformati, ha dato dei
risultati orribili. Forse qualcuno non comprende bene la natura umana. Quando
l’uomo viene preso dal panico economico riesce a dare sempre il peggio di se.
Mussolini ed Hitler prima di fondare due stati totalitari vinsero le elezioni nei
rispettivi paesi. L’assurdo in questa storia umana è che nessuno vuole vedere i
difetti enormi della democrazia e le necessarie correzioni. Dovrebbero esserci
gli esami prima di poter votare. Se non sai chi sia il capo del governo o il
capo dell’opposizione, perché farlo? Per dare il tuo voto al solito demagogo di
turno? Ne ho fatto una poesia.
DEMOCRAZIA O MORTE?
Tra l’omini,
popolo de gran fresconi,
s’useno da sempre granni paroloni.
E lì se riempieno de frasi, suggerite da quarche
anima pia,
pe’ descrive quanto è bella e granne ‘sta cazzo de
democrazia.
Democrazia, sistema tanto, ma tanto sospirato,
pe’ cui da sempre s’è puro combattuto.
Democrazia o morte, slogan fatto apposta
pe’ da’ a’ ‘na vita grama ‘na gran bella risposta.
Ma co’ ‘n difetto granne come un montarozzo,
che dà er voto a tante teste de cazzo,
che in artre faccenne erano affaccennati
prima che dar parlar der voto fossero attizzati.
‘A democrazia è qua granne invenzione,
quer sistema ‘n forte “evoluzione”,
c’ha permesso all’omo, pieno de paura,
de votà pe’ Ben, pe’Adorf, e p’ogni avventura.
Che permette ar cojone de turno, sempre
abbandierato,
de schierasse e votà per peggio candidato.
De vince sempre a tutte l’elezioni
contro quei pochi e disperati omini boni.
Democrazia o morte? A che serve sta’congiunzione
‘a morte è ‘a democrazia, è l’unica vera soluzione,
che da millenni c’ha l’umanità
pe’ risorve i problemi che da sola se va’ a creà.
La morte te permette de vedè quell’esercito de
cojonati
sparì a uno a uno tutti ‘n fila, belli e crepati.
E se er tempo falli nun po’ in un baleno tutti fora
poi sempre sperà che armeno arivi presto ‘a tua
urtima ora.
Paolosenzabandiere
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