21 ottobre 2013

(60) IL CASO PRIEBKE. ASSURDO ITALIA. BUONISTI CON IL NAZISTA VIVO E “CATTIVISTI” CON IL SUO CADAVERE.

Ottobre (60)
 Introduzione alla lettura
 18/10/13
 
 
 
     Il nazismo è stato un atto di lucida follia portato avanti da un intero popolo  che offende tutto il genere umano. Non è stato il primo e purtroppo non è stato l’ultimo episodio di cui gli uomini devono vergognarsi. Pensare che una bambina di pochi mesi, o pochi anni, sia da mandare a morte solo perché di un’altra religione è un crimine assoluto  che raddoppia di intensità, nella sua mostruosità, quando chi l’ha uccisa torna dalla sua famiglia, dai suoi figli, come se nulla fosse.
 
     Non è difficile trovare argomenti che vadano al cuore della gente e facciano loro comprendere cosi sia stato il nazismo. Basterebbe  usare l’intelligenza anche contro i confutabilissimi , ridicoli casi di negazionismo, ad averne però.
 
     Purtroppo quello che è accaduto alla morte di Priebke mi da la conferma che l’intelligenza non è stata usata, non è usata a dovere. Brevemente. Il giovane capitano delle ss, Priebke Enrich, organizza la rappresaglia nazista per l’uccisione di 33 soldati alto atesini fucilando 335 ostaggi italiani. È cosi zelante che invece dell’equazione 10 civili fucilati per ogni soldato morto, di civili ne uccide 5 in più di quello che gli veniva richiesto dalla aberranti leggi di guerra del nazismo.
 
     Catturato subito dagli americani confessa senza problemi ma riesce a fuggire in Argentina con la complicità di alcuni prelati. Non si è mai pentito di quanto fatto e di fronte alla domanda del perché dei 5 fucilati in più le sue testuali parole: “….Uno sbaglio ma tanto erano tutti terroristi, non era un gran danno.”. Fra l’altro ha sempre negato le persecuzioni contro gli ebrei
 
     Viene scoperto a Bariloche (Argentina) ed estradato in Italia dove viene condannato all’ergastolo. Per quel tipo particolare di buonismo che ci pervade colui che ha organizzato la morte di 335 ostaggi italiani ha avuto gli arresti domiciliari potendo uscire in determinati orari. Addirittura gli fu concesso nel 2007, all’età di 94 anni, di andare a lavorare presso lo studio del suo avvocato (sic!). Considerando che questo “signore”  in vita non si è mai pentito, come detto,  definire di favore il trattamento che la giustizia italiana ha nei suoi confronti è il minimo che si possa dire.
 
    Poi Priebke muore e quello che era assurdamente tollerabile quando era vivo, vederlo cioè passeggiare per le vie di Roma, diventa intolleranza pura nei confronti del suo cadavere, a cui si vuole negare non solo uno sepoltura cristiana, giustificata dal fatto che non  si è mai pentito,  ma una sepoltura tout court.
 
                                                            paolosenzabandiere
 
 
    

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