Ottobre (60)
Introduzione alla lettura
18/10/13
Il
nazismo è stato un atto di lucida follia portato avanti da un intero
popolo che offende tutto il genere
umano. Non è stato il primo e purtroppo non è stato l’ultimo episodio di cui
gli uomini devono vergognarsi. Pensare che una bambina di pochi mesi, o pochi
anni, sia da mandare a morte solo perché di un’altra religione è un crimine
assoluto che raddoppia di intensità,
nella sua mostruosità, quando chi l’ha uccisa torna dalla sua famiglia, dai
suoi figli, come se nulla fosse.
Non è
difficile trovare argomenti che vadano al cuore della gente e facciano loro
comprendere cosi sia stato il nazismo. Basterebbe usare l’intelligenza anche contro i
confutabilissimi , ridicoli casi di negazionismo, ad averne però.
Purtroppo quello che è accaduto alla morte di Priebke mi da la conferma
che l’intelligenza non è stata usata, non è usata a dovere. Brevemente. Il
giovane capitano delle ss, Priebke Enrich, organizza la rappresaglia nazista
per l’uccisione di 33 soldati alto atesini fucilando 335 ostaggi italiani. È
cosi zelante che invece dell’equazione 10 civili fucilati per ogni soldato
morto, di civili ne uccide 5 in più di quello che gli veniva richiesto dalla
aberranti leggi di guerra del nazismo.
Catturato subito dagli americani confessa senza problemi ma riesce a
fuggire in Argentina con la complicità di alcuni prelati. Non si è mai pentito
di quanto fatto e di fronte alla domanda del perché dei 5 fucilati in più le
sue testuali parole: “….Uno sbaglio ma tanto erano tutti terroristi, non era un
gran danno.”. Fra l’altro ha sempre negato le persecuzioni contro gli ebrei
Viene
scoperto a Bariloche (Argentina) ed estradato in Italia dove viene condannato
all’ergastolo. Per quel tipo particolare di buonismo che ci pervade colui che
ha organizzato la morte di 335 ostaggi italiani ha avuto gli arresti
domiciliari potendo uscire in determinati orari. Addirittura gli fu concesso
nel 2007, all’età di 94 anni, di andare a lavorare presso lo studio del suo
avvocato (sic!). Considerando che questo “signore” in vita non si è mai pentito, come detto, definire di favore il trattamento che la
giustizia italiana ha nei suoi confronti è il minimo che si possa dire.
Poi
Priebke muore e quello che era assurdamente tollerabile quando era vivo, vederlo
cioè passeggiare per le vie di Roma, diventa intolleranza pura nei confronti
del suo cadavere, a cui si vuole negare non solo uno sepoltura cristiana,
giustificata dal fatto che non si è mai
pentito, ma una sepoltura tout court.
paolosenzabandiere
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