14 marzo 2013

(17) NAPOLITANO, IL PIDDIELLE, I GIUDICI E L’EQUIDISTANZA INGIUSTA.

Marzo (17)
Introduzione alla lettura
14/03/13






     Napolitano ha ben compreso di cose viene accusato Silvio Berlusconi dai giudici di Napoli? Dire che non ci deve essere un vero e proprio accanimento nei confronti del piddielle e del suo leader, e che a quel partito debba essere garantita l’operatività che la Costituzione prevede in questi frangenti a tutti i partiti (elezione delle più alte cariche dello Stato e formazione del governo) è dire tutto e dire nulla. Lo sa Napolitano che le accuse che i giudici napoletani fanno a Berlusconi sono tra le più gravi e infamanti di cui possa essere accusato un leader politico? Che il reato di corruzione di un parlamentare per fare cadere un governo legittimamente  eletto è un reato gravissimo ed è un vero e proprio attentato alla  Costituzione, visto che l’art. 67 della stessa recita: ….ogni parlamentare esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato……). Si vuole porre un freno al lavoro dei giudici per dare la possibilità al piddielle di partecipare alla vita politica del paese quando il leader di quel partito ha causato la caduta di un governo legittimamente eletto, corrompendo un parlamentare della Repubblica. Queste  sono le accuse dei giudici, da provare ovviamente, ma Napolitano conosce le dichiarazioni di De Gregorio, che asserisce di essere stato corrotto da Silvio Berlusconi con tre milioni di euro?

    E allora caro Presidente perché si deve garantire la possibilità di partecipare ai lavori parlamentari a colui che è accusato non di aver negato “la possibilità di partecipare ai lavori parlamentari a Romano Prodi  e al suo schieramento” ma, cosa ben più grave,  di aver sabotato con la corruzione quel governo legittimamente eletto.

                                                             paolosenzabandiere


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