23 marzo 2013

(18) I DUE MARO’ E L’ODE ALLA DIPLOMAZIA. COME UN ESCAMOTAGE SI TRASFORMA IN UNA GIUSTIFICAZIONE PLAUSIBILE ALLA TUA PRECEDENTE FIGURA DI MERDA.

Marzo (18)
Introduzione alla lettura
22/03/13





     Nel post precedente (Il caso dei due marò.Ambasciator non porta pene? Come passare dall’aver quasi ragione al tortomarcio, perdendo anche l’onore.) postato ieri mattina descrivevo la figura “peregrina” fatta dal governo e dalla diplomazia italiana, con il rifiuto, incomprensibile al punto in cui erano le cose, di far ritornare i due marò in India.

     La risposta non prevista del governo indiano che aveva in pratica bloccato in India il nostro ambasciatore accusandolo di non aver rispettato la sua personale promessa alla Corte Costituzionale indiana (con la quale si era garantito il ritorno in quel paese dei due soldati dopo un periodo di trenta giorni concesso dalle autorità indiane per farli votare in Italia), aveva fatto capire alle nostre autorità in quale cul de sac si erano messe.

    Ma anche a chi sbaglia può essere data la possibilità di aver la faccia salva e di questo dobbiamo ringraziare non tanto la nostra diplomazia ma soprattutto il governo indiano, che nel caso si trova comunque pure lui ad avere qualche scheletro nell’armadio da farsi perdonare (leggi il probabile abuso iniziale con l’arresto dei due marò da parte della polizia del Kerala per fatti avvenuti quasi certamente in acque internazionali). Forse è per questo che sono stati concessi due permessi con estrema prodigalità. Trenta giorni per consentire ai due soldati di votare in Italia? Ma non bastava la già grande cortesia di farli votare per corrispondenza?

     È evidente che il governo di Delhi sa che lo stato del Kerala ha commesso un abuso e sta cercando il modo di risolverlo nel modo memo traumatico possibile. Solo dei cretini possono non comprendere che togliere il processo a quello stato, instituire un tribunale speciale e tutta quella serie di attenzioni, di premure nei confronti dei due soldati, vogliono dirci quanto sarà “severa” l’eventuale sentenza di condanna del tribunale indiano. Al contrario la nostra diplomazia ci ha messo del suo mettendo due soldati ed un ambasciatore italiano nelle condizioni di non rispettare la parola data…..


I DUE MARO’ E L’ODE ALLA DIPLOMAZIA. COME UN ESCAMOTAGE SI TRAFORMA IN UNA GIUSTIFICAZIONE PLAUSIBILE ALLA TUA PRECEDENTE FIGURA DI MERDA.

    Dov’è l’invenzione di genio della diplomazia? Nel dichiarare, ma solo ad ambasciatore impossibilitato ad uscire dall’India, che si era evitata la riconsegna dei due marò fintanto che  l’India non avesse dato delle garanzie, considerando che in quel paese vige la pena di morte. Qui solo i diplomatici riescono o non scompisciarsi dal ridere. Quale persona in grado di comprendere può solo pensare che due soldati accusati al più di omicidio colposo possano correre il rischio di essere condannati a morte da un paese che forse non avrebbe dovuto neanche processarli, se venisse accertato che i fatti fossero avvenuti in acque internazionali? E come mai i nostri diplomatici di questo non ne avevano parlato prima? E ancora, perchè li avete fatti rientrare in India al termine del primo permesso, visto che anche allora in India vigeva la pena di morte?

     I due marò dovevano rientrare in India entro il 22 marzo. Questo aveva promesso e garantito il nostro ambasciatore alle autorità indiane. E questo in fretta e furia sono state costrette a fare le nostre autorità.
                                                        paolosenzabandiere


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