Ottobre (81)
Introduzione alla lettura
26/10/12
Introduzione alla lettura
26/10/12
In questa gara ad essere solidale con l'ex
direttore di Libero, mi sento al contrario solidale con i magistrati della Cassazione che confermano
la condanna per lo stesso, che in questa storia ha fatto del suo “non
giornalismo” una vicenda di manuale. Il giornalismo deve informare e qualora
dovesse dare notizie inesatte,anche senza propria responsabilità, ha il dovere
di rettificare le notizie stesse, perchè non c'e nessun diritto a mentire al
fine di esercitare la libertà di opinione. Tutto questo per non entrare in quel
tunnel buio, che tanti mostri ha partorito nella storia dell'umanità. Il non
riconoscere le ragioni degli altri è alla base di tutte le dittature, di tutte
le violenze, e certamente Sallusti è uno dei capostipiti di questo “non
Giornalismo”. Dovrebbe essere chiaro a tutti che quando uno commette un reato,
anche se di penna, deve comprendere di aver sbagliato e correggere di conseguenza il proprio comportamento. Quando
questo non succede deve per forza, necessariamente, intervenire lo Stato. Ve
l'immaginate uno scippatore incallito che teorizzi addirittura che lo scippo
non sia un reato e che, coerente con le parole, lo pratichi ad ogni occasione?
Cosa dovrebbe fare lo Stato se non sanzionare duramente questi comportamenti,
anche con la coercizione. Non c'è nessuna democrazia, nessuna civiltà, quando
si nega all'avversario ogni possibilità di riconoscergli la propria
ragione. Non c'è libertà di opinione
quando volutamente si diffondono notizie false e non si ha nessuna intenzione
di rettificarle, e non c'è nessun attentato alla libertà di stampa nel
reprimere questi comportamenti, al contrario, se di attentato vogliamo parlare
è alla convivenza civile, alla stessa democrazia.....di coloro che non hanno
nessuna voglia di confrontarsi con i fatti
SOLIDARIETA' A SALLUSTI? NO,
SOLIDARIETA' AI MAGISTRATI.
I fatti. Quando era direttore responsabile
di Libero, Sallusti nel 2007 pubblica un articolo di tale Dreyfus nel quale si denunciava che un'adolescente di Torino di 13 anni era
stata costretta ad abortire contro la sua volontà, malgrado avesse minacciato
di uccidersi anche lei, e in cui l'anonimo giornalista quasi auspicava la pena
di morte nel caso in questione per i genitori, il ginecologo ed il giudice.
Essendosi inventato la volontà persecutoria dei genitori e il rifiuto della
ragazza, i giorni successivi ci furono le proteste del magistrato che aveva
seguito il caso, tale Giuseppe Cocilovo, che chiedeva una rettifica per le
evidenti falsità dell'articolo incriminato. In un secondo momento chiedeva
almeno le scuse e un risarcimento di 20.000 euro da dare a Save the children.
Sallusti rifiutava entrambe le cose e si arrivava al processo in cui il
direttore responsabile veniva condannato.
Sono di questi giorni le parole di un
altro direttore di Libero, Feltri, che svela chi si celava dietro lo pseudonimo
di Dreyfus, tale Renato Farina, che era stato cacciato dall'ordine dei
giornalisti nel 2006, per aver scritto articoli in “collaborazione” con i
servizi segreti.
Ritornando
a Sallusti c'è da dire che il suo non voler in alcun modo sanare una
situazione nella quale era colpevole il giornale di cui era responsabile la
dice lunga sul personaggio. Resta il fatto, clamoroso, di una classe politica,
col piddielle in prima fila, che per salvare Sallusti, sta varando una legge
sulla stampa che è quanto di più penalizzante per i giornalisti che vogliono
fare bene il loro mestiere. Paradossalmente per difendere il non giornalismo di
alcuni personaggi di questa impresentabile destra, si scatenano i peggiori
garantisti del piddielle e del piddì non per fare una legge equa ma per
fargliela pagare a quei rompic.....ni di giornalisti, rilevandosi per quello
che sono dei forcaioli garantisti solo pro domo loro.
paolosenzabandiere
Nessun commento:
Posta un commento