4 luglio 2012

(58) BARWUAH/BALOTELLI. IL NEGRO CHE E' DIVENTATO ITALIANO, .....PER UNA SOLA PARTITA

Giugno (58)
Introduzione alla lettura
30/06/12
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     Devo dire che il titolo di questo post è molto forte, anche se ho volutamente eliminato  un aggettivo ancor più pesante. Dicono che l'Italia non sia un paese razzista, dicono, ma io delle parole non so che farmene, per me contano i fatti, solo i fatti. Cominciamo. Nelle curve dello stadio Olimpico due tifoserie apparentemente divise su tutto hanno invece molto in comune. I tifosi della squadra voluta dal regime di cartapesta, il regime di “faccetta nera”, giustificarono l'eroe del loro piccolissimo mondo, quando rincorse per tutto il campo il nostro Barwuah/Balotelli per spezzargli le gambe. Ovviamente nessuna sanzione, nessuna prova televisiva, siamo in Italia e la legge va interpretata ad arbitrio del giudice, sia pur sportivo, la famosa incertezza del diritto, anche se sportivo. Altra curva, lato nord. I buuh razzisti ai giocatori di colore sono all'ordine del giorno. Certo vedere che, a 112 anni dall'inizio di  quella  storia stupenda, gli ideali de coubertiniani sono continuamente calpestati da questi personaggi, che somigliano tanto a quelli dell'altra parocchia, lascia l'amaro in bocca. Ma l'Italia è altro da due curve, vero? E' per questo che il titolo di un giornale sportivo, qualche giorno fa, pontificava su Cassano che unisce e su Balotelli che divide? Già chissà perchè. Poi succede che il negro di....., il più fischiato d'Italia, segna qualche gol con la nazionale et voilà, diventa subito l'italiano perfetto, almeno per una sola partita, ovviamente compresi i calci di rigore,.....se non li sbaglia.....e poi con calma ritornerà ad essere un negro di .....

   
BARUWAH/BALOTELLI. IL NEGRO CHE E' DIVENTATO ITALIANO, .....PER UNA SOLA PARTITA.

     È stato il giocatore italiano più fischiato degli ultimi anni, chissà perchè visto che non siamo razzisti, ed è per questo che è dovuto letteralmente “scappare” in Inghilterra, dove i giocatori vengono fischiati, o  applauditi, solo per quanto fanno in campo, non per il colore della pelle.

     Ma stiamo parlando di un ragazzo in fondo fortunato, strapagato per giocare ad un gioco che molti ragazzi praticherebbero anche gratis, o quasi. Certo le sue vicende familiari non lo ha di certo aiutato. Abbandonato dai suoi genitori naturali in ospedale e successivamente adottato dai signori Balotelli, si vede lontano un miglio che è rimasto segnato da queste vicende, come se avesse un tarlo che non gli da tregua.

     Certo l'Italia, lo stato italiano, non lo hanno aiutato. Pur essendo stato adottato da italiani in tenerissima età ha dovuto aspettare il compimento dei 18 anni per avere la cittadinanza italiana e solo dopo relativa domanda.

     Ma, ripeto, a lui è andata di lusso. In questo paese che non si può certo chiamare razzista (nel senso di poco) non basta nascere in Italia, da genitori con regolare permesso di soggiorno, frequentare le scuole italiane, per diventare  italiani, no, non basta. Per diventare italiano devi aspettare di aver compiuto 18 e sbrigarti a fare la domanda per la cittadinanza italiana (hai tempo fino ai 19 anni), e sperare che i tuoi non ti abbiano mai portato a fare visita ai tuoi nonni nel loro paese di origine. Perchè in questo caso perdi il diritto alla cittadinanza, visto che per ottenerla avresti dovuto vivere ininterrottamente qui. Questa è la legge voluta dal Bossi e dai suoi amici.

      E se hai la sfortuna di essere un semplice Barwuah, con i tuoi genitori che non ti hanno abbandonato, e quindi nell'impossibilità di essere adottato da qualche italiano, rischi grosso, troppo. Perchè ti hanno insegnato a pensare italiano, a sentirti italiano, a cantare l'inno italiano e poi un burocrate, questo sì di m....., ti potrà negare di esserlo dopo i 18 anni, per sempre. E così, per colpa di questi mascalzoni, potrai avere la tua vita segnata, non essere italiano senza essere mai stato, che so, filippino, diventare un paria, un senza patria, un apolide nel paese che alleva le sue trote per mandarle  a laurearsi in Albània e che alle sue “segnorine” non nega mai qualche seggio in qualche assemblea elettiva.

     Per ritornare a Mario Baruwah/Balotelli, spero che qualcuno faccia capire a questo ragazzo che non sempre perdonare è giusto ma a volte fa tornare il sorriso e la pace nel cuore. 
                                                                    
                                                                 Viva l'Itaglia

                                                           paolosenzabandiere

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