26 giugno 2012

(56) TRATTATIVE STATO–MAFIA SI, TRATTATIVE STATO-MAFIA NO? LE EVENTUALI “SINERGIE”.

Giugno (56)
Introduzione alla lettura
23/06/12

 

     Oh quanti nodi, caro lettore fantasma, ci sono in questa “ipotetica” trattativa tra alcuni settori dello stato e la mafia; nodi che diventano pericolosi nodoni, nel caso che questa trattativa  sia  esistita veramente, con delle implicazioni che, converrai leggendo il post, possono diventare dirompenti. Ma prima di entrare nel merito della questione debbo fare una premessa. Anche i giornalisti grandi firme, che scrivono perchè emerga la verità, o quella che ritengono essere la verità, sembrano essere di fronte ad un enorme puzzle, dove ogni pezzo, anche il più difficile è conosciutoe chiaro, eppure anche loro danno quasi la sensazione di non comprendere la  gravità del quadro d'insieme, da loro stessi  pur splendidamente raccontato.....

TRATTATIVE STATO-MAFIA SI, TRATTATIVE STATO-MAFIA NO? LE EVENTUALI “SINERGIE”.

     Nel trattare lo scabroso argomento se ci sia stata una trattativa tra lo stato e la mafia per l'eliminazione o il semplice addolcimento del 41 bis e su altre richieste dei vertici mafiosi, non voglio fare valutazioni morali. Bisognava evitare ulteriori stragi e per questo una trattativa tra stato e mafia era necessaria o, al suo contrario, il categorico con la mafia non si tratta, la si combatte in tutti i modi, era la posizione giusta da mantenere in nome dello Stato? Voglio essere arbitro imparziale e mi atterrò solo ai fatti.

     I fatti, appunto. La scoperta del papello, un elenco di  richieste precise da parte della mafia, supportate dalla morte o dalle minacce di morte nei confronti di alcuni politici, e da stragi o tentate stragi, la più grave delle quali, a detta del pentito Spatuzza, fu il tentativo, evitato solo per il mal funzionamento del telecomando, di uccidere decine di carabinieri in servizio durante la partita Lazio Udinese del 31 ottobre 1993.

     Che la mafia abbia fatto pressioni nei confronti dello stato lo dicono non solo i pentiti ma gli stessi comportamenti dei mafiosi che in quel periodo fecero appunto attentati come prima di allora mai.  In questo tentativo di pressione violenta ci furono pezzi dello stato, parte dei servizi e alcuni politici, che accondiscesero alla trattativa?

     E' un dato di fatto che in quel periodo ci fu l'omicidio di Salvo Lima  e minacce di morte nei confronti di politici, alcuni dei quali molto legati al territorio siciliano, e forse in debito con alcuni loro “grandi elettori”.

     È un dato di fatto che chi si opponeva a questa trattativa in primis i giudici Falcone e Borsellino furono violentemente eliminati con le loro scorte, ma questo  disegno criminoso può essere ancora inteso, letto, come voluto esclusivamente dalla mafia come forma di pressione nei confronti dello stato  e con apparati dello stato che cercavano di contrastare questo disegno magari con una sia pur discutibilissima trattativa.

      Ma la cosa potrebbe assumere una caratteristica diversa se una parte dello stato fosse “sorpresa” a nascondere prove che certificassero che una vera e propria trattativa con la mafia ci fosse stata. Diciamo che la sottrazione di quella benedetta agenda rossa di Paolo Borsellino da parte di apparati dello stato starebbe a significare che il ruolo avuto da questi signori sarebbe ben più grave di un semplice, e discutibile, venire a patti con un'associazione malavitosa e stragista. Peraltro starebbe a significare che il giudice Paolo Borsellino sarebbe stato ucciso due volte: dai mafiosi stragisti  e da servitori non proprio fedeli dello stato italiano.

     Ma c'è gente che sarebbe disposta a giurare sulla non esistenza di un diario dove il giudice Borsellino avrebbe dovuto  scrivere, a cinquanta anni suonati,  i suoi segreti, le sue valutazioni. I diari, seppur rossi, si scrivono solo in gioventù, vero?
                                                   Viva l'itaglia e le sue vergogne.

                                                             paolosenzabandiere

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