22 maggio 2012

(50) PARMA. IL MOVIMENTO 5 STELLE E IL SUICIDIO DEI PIDDIELLINI.

Maggio (50)
Introduzione alla lettura
22/05/12

Ognuno può suicidarsi come meglio gli aggrada ma fare un dispetto alla moglie infedele tagliandosi i propri “pendant” non è il massimo delle soluzioni. È una storia vecchia come il mondo, che viene sempre riproposta dall'imbecille di turno, e questa volta è successo a Parma. Per fare un dispetto allo sciacallo concorrente nella ricerca del cibo (piddì), lo sciacallo piddielle ha deciso di dare il voto al leone che li divorerà entrambi. Geniale vero? Due paroline bisogna spenderle pure sul Bersani-Pirro, colui che si ritiene il vincitore di queste elezioni; continui così e vedrà dove arriverà, di “vittoria” in “vittoria”! Trattandosi di questi partiti politici la situazione è drammatica ma non seria, quindi farò non una disamina ma racconterò la storia di Silvio Acchiapun e dei suoi, fino alla loro ridicola scelta di votare  coloro che del loro modo di fare politica sono i nemici mortali. Ci sarà tempo per analizzare politicamente il voto di Parma e il suo dato molto più sconvolgente di quanto si pensi, ma oggi voglio parlare di comiche appunto.....


PARMA. IL MOVIMENTO 5 STELLE E IL SUICIDIO DEI PIDDIELLINI.

     Silvio Acchiapun era un giovane di bella speranze sul pianeta di Stivalia, il paese i cui abitanti ragionano con i piedi. Appena affacciato alla vita, senza arte né parte, cercò di cogliere, e in fretta, tutte le occasioni che la vita stessa gli poteva offrire. Aveva cominciato con lo strimpellare sulle navi da crociera con il suo amico del cuore, ma già allora aveva le idee chiare: voleva conquistare Stivalia, in tutti i modi possibili, capendo già allora una cosa  profondamente vera. Lui si riteneva uno dei pochi furbi/intelligenti su questo pianeta ed avrebbe usato gli altri, in un modo o nell'altro, per raggiungere i suoi obiettivi, a qualsiasi costo, perchè questa è la caratteristica dei furbi intelligenti, la forte determinazione a prevaricare. Non era la sua la solo forma di intelligenza possibile, ma la sola che contemplasse l'idea di mettere i piedi in testa agli altri. Esisteva, esiste, anche l'intelligenza del rispetto, degli intelligenti veri, ma vaglielo a spiegare al furbo intelligente.....



     Ma il re dei pochi furbi intelligenti aveva chiara la situazione. Se non fosse riuscito a  conquistare il cuore della moltitudine dei cretini, il suo desiderio di comandare su Stivalia sarebbe rimasto tale, senza alcuna possibilità di successo. E come fare  per trasformarlo in realtà? Comprarsi   una squadra di pallone? Certo, ma non bastava, bastava per farsi conoscere, quello si, ma poi serviva  convincere anche gli altri e renderli fedeli come il più fedele degli ultras. E allora si propose agli altri come fosse l'uomo del destino, colui che  avrebbe risolto i loro problemi economici e che li avrebbe fatto pure divertire, e per fare questo comprese che bisognava attivarli come automi. Dare anche alle casalinghe, che di calcio se ne fregavano bellamente, il loro momento di gloria, la sensazione che la loro scialbissima vita fosse al contrario piena di obiettivi, meglio piena di battaglie, da combattere contro qualcuno. Dargli un nemico insomma.



     Già gli ultras e le casalinghe, nella versione doppio sessista degli imbecilli, con cui purtroppo la natura è stata prodiga, aspettavano solo un nemico da combattere che fosse altro della solita squadra avversaria o dei mariti prepotenti e sempre stanchi, e voilà dal cilindro di Silvio Acchiapun è apparso il nemico, il vecchio mangiatore di bambini, il comunista con cui non si parla, non ci si confronta, che si combatte sempre e comunque.



     A dir  la verità Silvio con i comunisti ci aveva anche parlato, aveva cercato accordi, forse li aveva pure trovati, ma quelli si erano dimostrati più vicini ai giudici di “mani pulite” che alla voglia di intese, o per lo meno erano prigionieri di una base che di intese con lui non ne voleva sapere, e allora quale nemico migliore?



     Ma come tutti i furbi intelligenti aveva bisogno di generali  che comandassero il suo folto esercito di imbecilli. Un esercito comandato da generali intelligenti puri? Da escludere a priori. Un intelligente puro non si metterebbe mai a capo di un esercito di imbecilli totali. E allora generali  furbi intelligenti ? Ma un furbo intelligente come Silvio non permetterà mai che qualcuno, nella sua sua furba intelligenza, metta in discussione la sua leadership, che la adombri. Ricordate il caso Fini. E allora l'unica possibilità che restava era di avere generali cretini ma furbi, tanto a tutto, o quasi, pensava sempre Silvio Acchiapun.



     Fatte le debite proporzioni aveva fatto gli stessi errori di Napoleone, al quale non piacevano generali bravi, che sapessero opporsi alle sue eventuali stupidaggini, ma fortunati, si semplicemente fortunati, e tutti noi sappiamo dove se la misero la fortuna i fortunati generali de l'armée e il loro imperatore, nel grande freddo russo.



     È quello che è successo al piddielle a Parma. Passi tutta la vita a spiegare al tuo popolo di imbecilli che i comunisti sono il loro nemico, sempre e comunque, anche se tu hai colluso con loro non si sa quante volte, e i tuoi generali imbecilli si scatenano, sempre lì a dire che se fossero stati a Parma loro avrebbero votato per Pizzarotti, contro il nemico inventato da Silvio. Sono stati così imbecilli, come Silvio Acchiapun li voleva, ed hanno fatto eleggere il loro personale “generale inverno”, ma siamo ancora in primavera e per un po' non se ne accorgeranno. Dormite ancora segnori con mucho gusto e larussate, larussate pure, che poi suonerà la sveglia......



                                                            paolosenzabandiere


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