27 maggio 2012

(51) MOVIMENTO 5 STELLE. DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA?

Maggio (51)
Introduzione alla lettura
24/05/12




    Nel post precedente (Parma. Ilmovimento 5 stelle e il suicidio dei pidiellini)  avevo evidenziato la voglia di farsi male di gran parte della sedicente leadership del piddielle che, con  perfetta logica suicida, aveva deciso di votare per il movimento 5 stelle. Ciò per fare un dispetto al suo avversario di facciata, il piddì, con cui sembra riproporre ogni volta  l'ennesima versione dei ladri di Pisa, che di giorno litigano e la notte vanno a rubare insieme. Ma avevo accennato anche a qualcosa di nuovo che stava accadendo. È del tutto evidente che una bella fetta di chi votava per protesta per il centro destra ha deciso di votare per 5 stelle. Questo è chiaro per quanto riguarda la Lega, molto meno per il pidielle. Quello che dirò non deporrà certo a favore dell'intelligenza di molti italiani ma è sotto gli occhi di tutti che molti hanno inteso Berlusconi Silvio come l'alternativa al sistema (sic!).....


MOVIMENTO 5 STELLE. DALLA PROTESTA  ALLA PROPOSTA?

     Credo che sia sotto gli occhi di tutti che una bella fetta di coloro che hanno votato per il piddielle lo abbiano fatto per protesta. Berlusconi Silvio, Lu' il padrun de quasi tut, è riuscito per anni a spacciarsi per partito di lotta e di governo (ve lo ricordate il vecchio Pci?). Questo modo cialtronesco di fare politica, essere al governo e al tempo stesso asserire che sia giusto non pagare le tasse, con la crisi economica in atto e con la spudorata avidità di questi partiti, non premia più.

     Coloro che hanno votato il piddielle come  forma di protesta anti partito, si ritrovano a dover fare i conti con un branco di cavallette affamate che hanno devastato i conti dello stato a loro personalissimo vantaggio. Non sono voti in libera uscita che alla prima occasione possono tornare all'ovile. Ovviamente sta al movimento 5 stelle rendere definitivo questo divorzio.

     Tutto depone a favore  del M5s, sia la crisi economica che la crisi dei partiti tradizionali, arrivata all'ultimo stadio. Se questi ragazzi riusciranno a trasformare la protesta in proposta non ce ne sarà per nessuno, anche se alcune ombre sono sotto gli occhi di tutti.

     Il nuovo movimento dovrà risolvere i problemi di democrazia, di rappresentatività, che sono del tutto evidenti. L'affermazione: “una testa, un voto”, lascia il tempo che trova se poi qualcuno può decidere da solo l'espulsione di altri. Per fare di questo movimento una riuscita e democratica rivoluzione culturale tutto questo non deve accadere, deve essere fermato sul nascere, altrimenti torneremmo alla parodia della rivoluzione culturale cinese che partendo dal presupposto che tutti gli uomini sono uguali arrivava tacitamente a sostenere che Mao, nei fatti,  era più uguale di altri.

     Concludendo le potenzialità di questo movimento sono enormi, direi dirompenti per l'asfittico panorama politico italiano, può riuscire veramente a cambiare questo nostro paese, ma per farlo deve tassativamente scartare l'ipotesi del partito personale, perchè di partiti personali ne abbiamo visti fin troppi.

                                                          paolosenzabandiere

    



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