19 gennaio 2012

(7) SCHETTINO. L'UNICO COLPEVOLE

Gennaio (7)
Introduzione alla lettura
19/01/12







     Quello che ha fatto il comandante della Costa Concordia è deplorevole, ma è il sistema Italia, legato all'industria delle crociere, che è responsabile di quanto accaduto. Quanto si va in un luna park  il buffone di turno, per quanto profumatamente pagato, non mette a repentaglio la propria vita per salvare quella dei visitatori ed è quanto successo nel nostro caso. Con il consenso compiaciuto delle  società armatrici, delle varie pro loco, dei comandanti in pensione e di quelli in servizio, ma anche delle capitanerie di porto che avrebbero dovuto ritirare la patente nautica a chi faceva manovre azzardate e invece sono state il più delle volte silenziose, si organizzano incontri ravvicinati, li chiamano inchini, tra i colossi dei mari  e la terraferma; con i turisti che da terra o dalle navi sono pronti ad applaudire per  questo affascinante spettacolo, soprattutto se notturno. Rischi? Quali rischi? E poi accade l'imprevisto sotto forma di uno scoglio e tutto il divertimentificio collassa. I buffoni educati alle sole smargiassate, al rimorchio delle patonze, tornano ad essere più che vigliacchi e impreparati., dei bambini immaturi e viziati alla ricerca della protezione delle varie  “mamma Rosa” d'Italia, e sono i primi ad abbandonare la nave, nave che, per come è stata costruita.....






SCHETTINO. L'UNICO COLPEVOLE ?



     La  cosa più impressionante è la determinazione con la quale i responsabili e i complici di questo disastro sono stati i primi a darsela a gambe sulle scialuppe di salvataggio. Uno dei due ufficiali medici del piccolo ospedale di bordo afferma a “Porta a porta” (erano anni che non  vedevo la trasmissione) di non essere riuscito a rintracciare il collega dopo l'incidente e che gli era sembrato giusto abbandonare la nave per coordinare i soccorsi.



     Ricordandosi di essere giornalista Vespa gli rammenta che era sulla nave in piena emergenza che avevamo bisogno del suo aiuto,  e avrebbe dovuto lasciare ai soccorritori il compito di organizzare i soccorsi sulla terra ferma. Ma il problema principale di questi signori, e di chi li difende, è una totale, profonda mancanza  di responsabilità. Noi abbiamo sempre fatto il nostro dovere, siete voi che non riuscite a capirlo. Nessuno ha mai detto, armatori compresi, che i comportamenti dei vari Schettino erano pericolosi e mettevano a repentaglio la nave e quindi, direttamente, la vita dei passeggeri.



     Anzi di più, come accennato nel post n.6, si ordinano navi quasi senza più poppa e, prua, navi tutto ponte, leggi “tutto cabine”. Con un pescaggio ridicolo rispetto all'altezza dei vari ponti (70 metri, circa) che le fanno somigliare a navi da crociera  per fiume, anche se c'è da dire, ad onor del vero, che la chiglia in navigazione della Concordia sembra venisse riempita riempita di acqua per dare più stabilità alla nave.



     Che dire poi delle pressioni fatte da tutti gli armatori perchè l'ordine di abbandonare la nave sia dato quando c'è la certezza di non poter fare altro.  Ovviamente evacuare una nave che può avere ulteriori problemi di stabilità, e in presenza di quasi solo 5.000 persone, qualche problema lo dà. Non è il comandante a volere questo ma le società che non intendono regalare una parte della nave  a  chi contribuisce eventualmente a salvarla. In pratica si dà l'ordine di abbandonare la nave solo quando si è quasi certi del suo affondamento.



     Come si vede sono stati disattese molte misure di sicurezza con la complicità, nei diversi ruoli, di molti personaggi. Ora su Stivalia, il paese che ragiona con i piedi, è come sempre l'ora dell'unico responsabile, si farà volare lo straccio Schettino. Perchè nessun codardo vigliacco che abbia contribuito con il suo fare, o solo con i suoi silenzi, a mettere continuamente a repentaglio la vita di coloro che a vari livelli erano loro affidati, sarà costretto ad assumersi le proprie responsabilità.



                                                              paolosenzabandiere



    
    


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