17 dicembre 2011

I PRIVILEGI E LA CASTA. I PROFITTATORI VORACI E LE COMPLICITA' DI CHI DOVREBBE CONTROLLARE.

Dicembre (100)
Introduzione alla lettura
16/12/11


    Qualche giorno fa, in un dibattito televisivo su la 7, Lanfranco Pace, giornalista della tv, da potere operaio a Silvio Uber Alles, ci fa comunque uno spaccato di cosa sia la casta e di quanta complicità abbia nel paese. Si parlava di costi della politica e il nostro se ne esce con il D'Alema, detto Maximus, e le sue indennità discutibili, molto discutibili. Il problema, e non di poco conto, non è solo nelle cose che lor signori si attribuiscono senza averne titolo, ma la pletora di personaggi che dovrebbero controllare e invece.....



I PRIVILEGI DELLA CASTA. I PROFITTATORI VORACI E LE COMPLICITA' DI CHI DOVREBBE CONTROLLARE.

     Anche  persone che la pensano diversamente da te possono dire cose profondamente giuste, pur nella loro manifesta partigianeria. Come detto, in un dibattito sulla casta, Lamberto Pace, in pratica  accusa D'Alema di percepire delle indennità senza averne diritto. Secondo  il giornalista della Sette, il nostro eroe percepisce un'indennità di 3.500 € che dovrebbe spettare ai soli parlamentari che non risiedono a Roma, pur avendo residenza e casa nella nostra città. Sempre il nostro avrebbe un rimborso di 1.050 € mensili per i taxi presi quando, come presidente del Copasir, ha a disposizione un'auto blu  e per questo un taxi non sa neanche come è fatto.

     D'Alema non mi sembra abbia smentito Pace e quindi devo presumere che le cose dette siano vere. Quindi D'Alema percepisce oltre 5.500 € mensili senza averne diritto e la cosa mi sembra di una gravità inaudita nei confronti di tutta la casta, che ogni tanto fa finta di litigare, rinfacciandosi episodi poco gratificanti, ma poi continua a inciuciare e a proteggersi, appassionatamente. Ritengo che episodi del genere non siano isolati ma al contrario molto comuni e allora come non pensare a delle responsabilità diciamo così, istituzionali?

     Ve lo ricordate il ministro della funzione pubblica e la sua accusa sui fannulloni nel pubblico impiego? Si che ve lo ricordate il doge che Venezia non volle. Qui non si tratta di fannulloni, a Roma si direbbe “de più”. Bene ora vi ricordo io una cosina. Non ho una cultura giuridica da azzeccagarbugli, per cui neanche sono certo di quale reato si tratta,  forse truffa e appropriazione indebita, ma vi assicuro che nella pubblica amministrazione, ma anche nel privato, segnarsi che so ore di straordinario non fatte, percepire indennità di cui non si ha diritto, è un reato grave che porta al licenziamento.

      Evidentemente quando si tratta di parlamentari la legislazione cambia e quello che è un reato se commesso da un normale cittadino diventa una cosa da nulla se fatta da un rappresentante della casta. Questo perchè dovrebbe essere del tutto evidente che ogni singolo parlamentare che percepisce, delle indennità non avendone diritto,  non è che si paghi da solo, che metta le sue manine nelle casse dello stato e tiri fuori i suoi non meritati soldini “extra”. Questo signore dovrebbe essere controllato, e successivamente pagato, da uffici amministrativi, e queste loro disposizioni dovrebbero essere poi avvallate dalle più alte cariche dello  Stato che dovrebbero sapere, almeno nei casi più noti, dove risiedono i parlamentari dei due rami del Parlamento di cui sono presidenti. È strano questo paese. Ad un impiegato o a degli impiegati che conoscendo la situazione di un loro collega, contribuiscono a fargli percepire dei soldi a cui non ha diritto, possono dare anche associazione per delinquere mentre per i privilegiati della politica tutto è possibile..

    
      Credo che questo sia un reato amministrativo e non politico e che quindi anche la Corte dei Conti dovrebbe intervenire, richiedendo, tra l'altro, la restituzione di tutte le somme illegalmente percepite.

                                                              paolosenzabandiere

Nessun commento:

Posta un commento