7 dicembre 2011

CARI ANDREA, PAOLO E STEFANO.

Novembre (97)
Introduzione alla lettura
25/11/11


    Sto scrivendo una cosa, un'altra, su Monti e il suo governo e nel frattempo voglio postare una lettera che ho scritto, più di una settimana fa, ai tre più grossi blogger economici italiani che insieme hanno raggiunto, in pochi anni, la rispettabilissima cifra di oltre 12 milioni di contatti. Ho scritto loro perchè, pur partendo da ragionamenti inizialmente condivisi, si sono ritrovati su sponde contrapposte . Uno crede a una fortissima deflazione, gli altri ad una inflazione con possibili default. Due di questi mi hanno risposto, uno ha parlato di “splendida disamina” anche se poi nei fatti continua a pensare ad una fortissima spinta deflattiva per il breve periodo e poi, solo successivamente, ad una fortissima inflazione. Io al contrario vedo le due cose quasi contemporanee. Tentativi di arrestare la deflazione stampando denaro e poi, quando la deflazione inarrestabile sarà tra noi, fallimenti di stati e l'esplodere di una violenta fiammata inflattiva.....


     CARI ANDREA , PAOLO E STEFANO
    
Il successo dei vostri blog in questi anni, ha contribuito a chiarire dove l'economia stava andando a molte persone desiderose di comprendere. Avete avuto, nel vostro cammino, una stessa visione, di dove stesse andando l'economia, ma oggi prospettate soluzioni diametralmente opposte. Tu Andrea  pensi ad una enorme spinta deflazionista mentre voialtri due siete quasi certi di una fortissima spinta inflattiva con possibili default successivi nel mondo. Io credo che tra una forte spinta deflattiva e un'inflazione devastante ci sia più relazione, e meno contraddizione,  di quanto voi pensiate. Procediamo.

    Converrete che questa crisi è, per gli ingredienti che l'hanno fatto esplodere, identica a quella del 1929. La bolla sull'azionario, la concentrazione di ricchezza in pochissime mani e l'indebitamento conseguente di un ceto medio sempre più povero stanno lì a dimostrarlo. Con una piiiccola (scusami Stefano se ti rubo il mestiere) differenza non di poco conto. Mi riferisco agli unici dati di cui sono in possesso e che riguardano gli Stati Uniti. La bolla azionaria nei 34 anni precedenti alla crisi del '29, aveva fatto salire le quotazioni di 8 volte. Rispetto ai massimi di 14.189 del 2007, nei 34 anni precedenti la borsa era salita di 13 volte. L'indebitamento della società americana tutta nel '29  era del 2,7 volte il pil, e  solo due anni fa,  e credo che la situazione non sia certo migliorata, eravamo al 3,7. Quindi nei fatti la crisi odierna pur avendo le stesse caratteristiche della precedente è nei fatti appesantita da un 50% di bolla in più sull'azionario e di almeno un 38%  d'indebitamento. Non ho dati certi sulla concentrazione di ricchezza nei due periodi ma il livello di indebitamento differente fa pensare che oggi il maggior debito sia causato da più ricchezza in poche mani.

     La differenza vera tra le due crisi è nelle diverse soluzioni prese per venirne fuori. Il non fare quasi nulla del 1929 ha paradossalmente aiutato la moneta e la liquidità, anche sotto il materasso, considerando che diverse banche sono nel  frattempo fallite. La devastante spinta deflazionistica ha  permesso nei fatti una rivalutazione del dollaro. A mio parere la fortuna, si la fortuna del 1929, è dovuta al fatto che i fautori della crisi, quelli con il pelo sullo stomaco (meno tasse per i ricchi, liberalismo sfrenato, ecc), sono stati gli stessi che poi la crisi, con lo stesso pelo, l'hanno gestita, permettendo nei fatti, non è paradossale, la ripulitura delle arterie economiche intasate da eccessi incredibili, di cui loro stessi erano appunto responsabili in prima persona. Ci sono stati il 38% di disoccupati, ma è anche vero che tutto l'apparato statale, amministrativo e repressivo, trasse addirittura benefici da quella aumentata capacità di spesa del dollaro. Forse non l'avrete sentito  mai da nessuno ma ritengo che questa sia la causa prima per cui in America non ci fu una rivoluzione.

     Oggi al contrario abbiamo un buonista al governo del paese. Il buonista è colui che ritenendo giusto salvare tutti nei fatti stipa anche centinaia di persone in una scialuppa che al massimo ne può contenere 70. ......... Questo ovviamente significa che neanche i 70 si salveranno. In quanto detto sta purtroppo l'enorme differenza tra le due crisi. I cattivi, i responsabili della crisi sono stati allontanati  e i buoni, o i finti buoni, sono arrivati troppo presto, drammaticamente troppo presto. Per salvare gli oltremodo indebitati cittadini hanno pensato bene di indebitare in  maniera mostruosa gli stati, in tutto il mondo.

Cosa succede quando c'è un enorme crisi da debito? Ma quello che tu sostieni, caro Andrea, una  devastante spinta deflattiva, direttamente proporzionale al livello di debito raggiunto. Però c'è un però grande come una casa. Come detto, al contrario del 1929,  per evitare la spinta deflattiva le  dotte scimmie dell'economia costringono gli stati a fare debiti su debiti e stampare carta su carta e continueranno a farlo perchè la spinta primaria è appunto deflattiva. Il problema a mio parere è semplice nella sua evidenza. I cittadini, le società, nel mondo, attuano politiche politiche di riduzione di costi e debiti, drasticamente deflazionistiche mentre gli stati, come detto, si indebitano per salvarli. Quando all'improvviso la necessaria fiducia tra uno stato e i propri cittadini sparisce si ha una fuga da tutto ciò che è liquidità e  carta moneta. Questo significa una devastante iperinflazione sul modello Weimar. Dal crollo di parte del sistema finanziario del 1929 alla distruzione di tutto ciò che è moneta, liquidità. Ovviamente se, come già detto, nel 1929 una parte della società si salvò, debbo ricordare che crisi alla Weimar coinvolgono quasi tutta la popolazione e sono per questo un elemento di grossa  instabilità politica. Debbo ricordare quello che è successo in Germania dopo Weimar?

     A proposito di Weimar. Tu Andrea  sostenevi che la sua inflazione fu un fatto politico. Niente da eccepire. Fatto politico in risposta ad altri fatti politici. Anche governare o meglio sgovernare l'economia è un fatto politico e le conseguenze possono essere le stesse. Sempre un fatto politico, anche se non voluto.

     Quindi questa Vostra garbata diatriba mi risulta incomprensibile, questa volta grazie alle dotte scimmie che ci sgovernano, sarà l'una e l'altra cosa e in tempi più ravvicinati di quanto si possa credere. Per questo basterà il default di anche solo uno stato della filiera dei piigs, senza scomodare la fallimentare prosperità di stati come gli Usa, l'Inghilterra, ma anche la stessa Krande Cermania.  Non voglio menzionare il paese del “ventennio perduto” perchè nel caso la storia farà piazza pulita della giustificazioni stupide che hanno tentato di spiegare, sbagliando, come un paese col 200% di debito sia potuto sopravvivere a se stesso. Solo un'incredibile espansione degli altri ha permesso appunto il galleggiamento di un paese indebitato a dismisura. Chissà cosa succederà con una crisi dei commerci mondiali?

     Ovviamente se ciò dovesse  realizzarsi capite bene che le idee di alcuni di voi sulle bolle in atto dovrebbero essere quantomeno resettate. Spesso sono i particolari a fare la differenza, nella vita come in economia. Fare l'amore con una donna, venti anni prima o venti anni dopo, è appunto la differenza. Questo per dire che, al di là di possibili e temporanei ribassi, quella bolla, quella che sarà la “bolla delle bolle”, avrebbe ancora tanta strada da fare prima di scoppiare e sapete bene a cosa mi riferisco.

                                                               paolosenzabandiere

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