25 novembre 2011

LA LEGA, LE TROTE, LE MAIG-GNOT E I FIGLI DEGLI ALTRI.

Novembre (94)
Introduzione alla lettura
23/11/11
 

Scusate questo ibrido anglo/francesismo ma io il nome escort non lo sopporto proprio. Sa di banalizzazione, di voglia di impunità, di farla franca sempre e comunque. E allora, visto che i nostri furbetti italioti vogliono banalizzare appunto il mestiere più antico del mondo, mi permetto questo vocabolo ibrido, con casareccia pronuncia franco inglese. Si credo che maig-gnot renda l'idea. Bene, c'è in discussione una proposta di legge che sancisca il diritto a chi nasce in Italia di prendere la cittadinanza, superando così l'ignobile legge esistente che rende al contrario estremamente difficile diventare cittadini italiani, anche per i giovani che nascono e vivono da moltissimi anni in Stivalia, il paese degli italioti. Ma i badanti della Lega, con alcuni compari del piddielle sono contrari, ferocemente contrari e dal loro punto di vista, dal loro ridicolo punto di vista, non hanno neanche tutti i torti.....

LA LEGA, LE TROTE, LA MAIG-GNOT E I FIGLI DEGLI ALTRI.

Erano riusciti, i leghisti con i loro badanti, con tanto di pannoloni al seguito e i loro compari, pardon, .... amici del piddielle, a fare una legge stupenda e ora che sono arrivati gli altri al governo, o meglio anche gli altri, visto che gran parte di loro sono sempre lì, qualche maltempone la vuole cambiare.

Era la più bella legge che potessero architettare. Il figlio di emigrati, magari nato in Italia e con studi italiani, con quei bastardi di maestri/professori che gli insegnavano l'Inno di Mameli, con la loro legge avrebbe potuto chiedere la cittadinanza italiota solo al compimento del 18° anno di età ed entro il 19°anno. Ma per ottenerla doveva anche dimostrare di essere stato continuativamente sul territorio italiano per tutto questo tempo. Bastava un viaggio nella terra di origine dei propri cari e arrivederci cittadinanza! Ovviamente se nel frattempo i genitori perdono il posto di lavoro sono costretti a tornare in patria e il nostro non più straniero ma neanche più italiano è rovinato per sempre. Questa versione moderna contraria a quel “chiunque faccia loro del male lo avrà fatto a me”, deve essere la motivazione che ha convinto la chiesa cattolica ad appoggiare da decenni il governo di lor “legislatori”.

Ma l'avversione a nuove leggi che rendano più facile la cittadinanza per i ragazzi nati su Stivalia ha anche delle più solide .......giustificazioni. Sentiamo le argomentazioni che uno di loro, preso a caso, spiega in “perfeddo itagliano”: “Digiamo così, uno fa tando per allevare le nostre drote, le nostre escorte, e poi dopo dandi anni di perfezionismo cerdosino arrivano quesdi e di rovinano la fesda. Ci meddi anni per farli divendare dei somari, pardon delle drode, delle escorde di goscia lunga, pardon, di goscia aperda e proprio per quesdo ai più meridevoli li faggiamo parlamendari, assessori eggedera, e poi arrivano quesdi, con la loro voglia di sdudio, con le loro donne che usano le gosce per gamminarci, e gosì ti buddano all'aria il lavoro di una vida. Noi ci obboremmo con dudde le nosdre forze per salvare la nosdra dradizione di ricercada ignoranza e cerdificada mignodderia”.

Una proposta di legge ce l'avrei anche io da proporre, semplice, semplice. Tenerci tutti coloro che nascono in Italia e dare al resto del mondo tutti quelli che pensano di essere nati in padania e, siccome siamo buoni e non vogliamo guadagnarci nello scambio, siamo anche disposti a fare a meno di dutti i politigi gnorandi e prevaricadori che infesdano quesdo paese, un dì si bello.

paolosenzabandiere
 

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