31 agosto 2011

CHI COMBATTE LE CRICCHE PUO' DIVENTARE CRICCA A SUA VOLTA?.

Agosto (72)
Introduzione alla lettura
31/08/11


     Quando scrivevo questo mio post per la rubrica delle lettere sul Fatto quotidiano ero certo che sarebbe  stato cestinato. Scrivevo in risposta ad una incredibile articolo di Furio Colombo apparso  domenica 31 agosto sulle teorie, a mio parere estremamente sbagliate e pericolose, del premio nobel Paul Krugman. Essere un premio nobel caro a una certa sinistra buonista ti apre molte strade,  al contrario non avere bandiere da difendere e sotto le quali nascondersi ti chiude tutte le porte anche se probabilmente sei tu ad avere ragione.  La storia è piena di queste cose. C'è un proverbio che afferma che di buone intenzioni sono lastricate le strade dell'inferno. Non è la prima e neanche l'ultima volta che partendo da un giusto desiderio di ribellarsi ad una realtà soffocante se ne costruisce una a volte peggiore. Solo nel novecento i vari tentativi di costruire una società migliore, una società comunista, hanno prodotto realtà a volte ben peggiori del mondo che si voleva cambiare. Si comincia sempre con l'esaltare, per spirito di parte, colui che la pensa come noi e poi....

CHI COMBATTE LE CRICCHE PUO' DIVENTARE CRICCA A SUA VOLTA?

     Molti di noi, con una propensione ad offendere in primis la nostra intelligenza, o quel che ne resta, hanno l'attitudine a tenere in considerazione solo le idee, gli scritti, che supportano il proprio pensiero. È un modo di fare, di pensare che è sempre stato una zavorra per l'intera umanità, per il suo progresso. Solo il confronto, anche aspro, può dare un quadro reale della situazione in ogni campo e permettere alle idee giuste di emergere.

     Di seguito appunto il mio post su un articolo di Furio Colombo, sul Fatto del 31 agosto, in cui si esaltano le proposte del premio nobel per l'economia Krugman, che io ritengo addirittura pericolose. Apparentemente non c'è partita. Da una parte un premio nobel., dall'altra un signor nessuno come il sottoscritto ma sul pianeta delle dotte scimmie le cose non sono lineari come sembrano.....


 
E SE LA CASALINGA DI VOGHERA AVESSE RAGIONE E I PREMI NOBEL TORTO?


     Caro Colombo debbo farLe due premesse. Primo. Visto che quanto scritto a Voi, che si tratti di poesie o altro, non mi è mai stato pubblicato, debbo ritenere che usare un email pseudonimo sia un elemento di “cestinazione” a prescindere e per questo mi trovo costretto a creare un'email con il mio nome e cognome, considerata la serietà dell'argomento che vado a trattare.

     Seconda premessa. Dire che mi diletto di economia è forse poco, troppo poco. Un giorno incontro l'ex governatore della Banca d'Italia Fazio e, dopo aver in pratica demolito il suo  ottimismo di maniera, ricevo dal signore in questione, stupito delle mie argomentazioni, la domanda : “Ma Lei che lavoro fa?”. Questo per intenderci. Ora, se vorrà seguirmi in questa mia visione dell'economia, tenterò di dimostrarLe perchè spesso la casalinga di Voghera, con il suo buon senso innato, ha  più intuito e ragione di mille premi nobel, compresi quelli democratici.

     È incontrovertibile che questa crisi, perlomeno nella sua fase di preparazione è tale e quale a quella del 1929. La concentrazione di ricchezza in poche mani, oggi come allora e un fortissimo indebitamento, dovuto ad una miscela esplosiva fatta da una tassazione ridicola per i ricchi, da una concentrazione di ricchezza in pochissime mani, da un indebitamento fuori dal comune e da un incredibile eccesso di liquidità, non il suo contrario, hanno creato i presupposti per l'esplodere della crisi. Pur essendo le due crisi dovute agli stessi fattori ci sono delle evidenti differenze, nella percentuale di bolla sull'azionario e sull'indebitamento della società americana tutta, nei due periodi in questione. Dalla nascita del Dow nel 1896 a 40,74 ai massimi del 1929 a 381,17 (33anni) si ha un rialzo di 8,356 volte. Se uno va a ritroso dai massimi  del 2007 a 14189 scopre che dal 1974 (33 anni) l'indice è aumentato di oltre 13 volte, ben più bolla del '29,  50% in più.
    
     L' indebitamento della società americana nel 1929 era 2,7 volte il Pil, nel 2007/8 era del 3,7. Un indebitamento superiore di quasi il 40%. Qui cessano le similitudini tra le due crisi. Purtroppo sono portato a pensare  che le soluzioni adottate oggi rendano questa crisi ben più grave della precedente e non solo per gli eccessi maggiori, come abbiamo visto, ma anche per le soluzioni adottate nell'affrontarla.

     Qui, dato che l'abbiamo chiamata in causa, è il caso di spendere due paroline sul buon senso della casalinga di Voghera. La nostra casalinga ha dei vicini oltremodo indebitati e quando comprende che la soluzione per questi signori è andare in banca e indebitarsi per il doppio dei propri debiti attuali sa, la signora  di Voghera, che quella famiglia è destinata al fallimento. Evidentemente il buon senso difetta  nei   nostri “economisti”, nei  nostri premi “Nobel” per l'economia, nei  nostri governatori delle banche centrali, e anche nei nostri giornalisti,  visto che non trovano nulla di male ad affrontare una crisi enorme dovuta alla trappola della liquidità/indebitamento, con ulteriore iniezione (letale a mio parere) di liquidità/indebitamento. Il principio dell'omeopatia è guarire malattie, disfunzioni, con piccolissime dosi della stessa materia che ha creato il problema, come antidoto, in economia gli “Ignobel”, forse è il termine adatto, per guarire dai veleni, avvelenano l'economia con dosi massicce, con veleno a fiumi.

     È paradossale ma non avendo capito sostanzialmente che il non far nulla del presidente Hoover nel 1929, dopo un primo tentativo di immettere liquidità era l'unica cosa da fare, si possono commettere errori ben più gravi. Quando l'economia viene portata parossisticamente a mille, ogni autorità che tenti di contrapporsi a milioni di imbecilli così entusiasti e veloci, rischia di essere travolta dalla loro imbecillità. Arrivati a quegli eccessi di euforia ci si deve, al contrario, scansare e abbandonare gli idioti al loro destino, per salvare l'integrità dello stato e quanto di più possibile. Si devono necessariamente ripulire le arterie economiche dagli eccessi che la stanno portando blocco totale.  Quello che paradossalmente è successo nel 1929. Banche fallite, milioni di disoccupati, ma una valuta che invece di perdere valore ne acquista, diventando un porto sicuro per chi aveva liquidità, titoli di stato o semplicemente un impiego fisso. Non sono pochi coloro che hanno tratto vantaggi economici da quella crisi, malgrado il malessere di molti e questo ha evitato il collasso dello Stato. Vi siete mai chiesto perchè lo stato non sia collassato e abbia invece continuato a funzionare? Cosa sarebbe successe se tutto l'apparato statale fosse stato investito dalla crisi?

     Quando sono arrivati gli spendaccioni, che io definisco tali con non molta simpatia perchè come la maggioranza degli umani non hanno ben capito quanto era successo, quando Keynes e Roosvelt, sono arrivati nel 1933 hanno potuto, con un dollaro forte tamponare l'economia con il New Deal, ma se non ci fosse stato il lavoro sporco di Herbert Hoover, e la loro fortuna di arrivare solo quattro anni dopo, saremmo a parlare del 1929 in modo ben diverso e grave.

     Nel 1929 hanno avuto la fortuna di non avere i fautori del new deal sul ponte di comando e pur in presenza di una gravissima crisi provocata al 100% da una destra avida e arruffona, proprio il fatto che quella destra, la maggiore responsabile della crisi fosse al potere nel momento peggiore ha paradossalmente evitato guai maggiori.

     Purtroppo anche in economia molto dipende dai tempi in cui si interviene e dalle priorità. Ciò che è ottimo domani può essere dannosissimo oggi. C'è un tempo per tutte le cose. C'e il tempo per lo studio e il sacrificio, e c'è un tempo per lo svago. Il maestro che si fa condizionare dagli alunni, che si commuove ecc. non renderà un buon servizio alla loro crescita culturale. C'e una differenza tra essere buoni, capaci, ed essere buonisti. Stavolta i nostri sono arrivati troppo presto e rischiano di produrre una catastrofe. Di essere non buoni, ma buonisti appunto. In politica questo comporta una cosa paradossale. I principali responsabili di questo disastro economico in America, quelli che hanno sistematicamente ridotto le tasse ai ricchi, scientemente ridotto le condizioni di vita della classe media, costringendola ad un fortissimo indebitamento per mantenere i suoi livelli di spesa, aumentato a dismisura il debito pubblico, i famosi sostenitori del tea party, infoiati dalle loro ridicole e insulse visioni del mondo, sono quelli che in questo momento traggono vantaggio dal disastro economico da loro provocato, perchè un buonista, e non un buono, è arrivato troppo presto  e con una visione non chiara, sul ponte di comando.

     Chi pensa anche in Italia, i famosi “toglitori di castagne del fuoco per conto terzi”, di sostituire il principale responsabile italiano di questa politica economica suicida, el “promettun”, con personaggi più presentabili, non riesce a comprendere il grosso favore che si fa a sua “infinità  avidità accumulata” (a quante ville siamo arrivati oggi?), che sono proprio alla base di questa crisi. Non essendo questa situazione gestibile, i buonisti si prenderanno gli schiaffi e poi, .....poi i responsabili dello sfascio potranno tornare a .....governare(sic!).

     Ma torniamo all'economia. Cosa succede se la necessaria fiducia tra uno stato che su un pezzo di carta stampa la cifra di 500 € e il cittadino che da credito al giochino, sparisce? Si corre il serio pericolo di assistere prima o poi a una fuga dalle monete, dalla liquidità e dai titoli di stato foriera della distruzione della moneta e di un'iper inflazione alla Weimar, con tutte le conseguenze del caso. Situazione che coinvolgerà la quasi totalità della popolazione, in maniera ben più pesante e devastante di quanto accaduto nel 1929 appunto.

     Ovviamente dissento totalmente con la soluzione auspicata dal suo premio nobel favorito in economia. Non è tempo, afferma il nostro, di togliere carte di credito, anzi è temo di distribuirne altre? A volte quelli che  sono schierati come noi in politica hanno per singoli problemi soluzioni aberranti, e questo mi sembra uno di quei casi. Mi ripeto, guarire una crisi dovuta ad un'enorme liquidità/indebitamento, immettendo ulteriore liquidità sui mercati è, a mio parere, un tentativo di   spegnere un incendio con la benzina.

                                                            Paolo ........

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                                                             paolosenzabandiere

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