7 gennaio 2009

Pena di morte per piccoli reati?

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Introduzione alla lettura
07/01/2009

L’Italia e un paese cattolico, in cui perdonare è una vocazione e l’arte del perdonare è stata anche un discreto affare. Vi ricordate il periodo delle indulgenze, quando con una discreta sommetta potevate garantirvi il paradiso per voi ed i vostri familiari a prescindere dai peccati.


Pena di morte per piccoli reati?

 Quel modo di fare diciamo così “poco religioso” aveva bisogno di due presupposti da cui non si poteva prescindere. Il primo stava nella creduloneria di chi pagando si “ripuliva” l’anima; il secondo presupposto prevedeva che il fruitore dell’obolo non credesse alle cose che diceva e forse anche all’esistenza di Dio. D’altronde chiedere dei soldi per portare delle anime in paradiso e trattenere poi i soldi sulla terra poteva portare a qualche “conflitto di interessi” con la divinità di turno.
Bene, questi sono i presupposti, il da dove veniamo. Un perdonismo che tutto pervade. In questo paese dove il perdonismo è quasi una vocazione capita che le leggi vengano annunciate e rispettate solo per i primi tempi. Poi succede che chi le dovrebbe far rispettare sempre, per un motivo o per un altro, allenta la presa e la storia prende il solito tran tran. Quante volte vi sarà capitato di vedere un vigile far tornare indietro il classico indisciplinato dopo aver commesso un’infrazione, magari agitando le mani congiunte, del tipo “ma che stai facendo”, ovviamente tutto questo senza multa. Se non vi è mai capitato debbo pensare che siate dei pessimi osservatori. Personalmente avrei dei casi da raccontare in cui i protagonisti in uniforme hanno fatto cose ben più “indulgenti”. E quale pensate sia la reazione del graziato di turno. Ha commesso decine o forse centinaia di infrazioni in poco tempo, l’unica volta che viene “pizzicato” se la cava con niente, e domani sarà ancora più motivato nel non rispettare le legge.
Questo non significa che da parte delle forze dell’ordine non si faccia nulla per sanzionare le varie infrazioni alla legge. Il problema, oltre al perdonismo di cui sopra, sono i ridotti ranghi delle stesse e purtroppo una sottovalutazione da parte delle autorità della percezione che le persone diciamo così “più spigliate” hanno nei confronti delle sanzioni. Questi signori comprendono benissimo che il rapporto sanzione multa non è automatico, anzi tutt’altro. Meglio delle rappresaglie naziste, non 10 infrazioni una multa, ma un rapporto molto più ampio. E quando “te tocca” puoi sempre provare con scuse incredibili a non farti multare. Capite bene che per alcuni l’esser border line è una scelta con poche controindicazioni. Se a questo aggiungiamo che nell’attività repressiva sovente ci sono direttive che sembrano fatte da marziani, il gioco è fatto.
Debbo fare una precisazione per far capire come molte volte si fanno campagne inadeguate perché da chi preposto non si comprende bene la priorità su cosa sia più o meno grave. Multare l’eccesso di velocità è giusto ma come non comprendere che il mancato rispetto delle distanze di sicurezza è sicuramente un reato ben più grave. E non solo perché abbinato alla velocità può provocare incidenti spesso mortali. Per chi non sa nulla di psicologia siamo di fronte ad una infrazione che diventa grave solo se abbinata alla velocità. Ma quando studieranno un poco la materia gli ingegneri del traffico e le autorità preposte? Solo allora potranno capire che l’essere attaccati alla macchina che ti precede, provoca nel guidatore che subisce la cosa tre possibili reazioni. La prima di panico e t’invade senza pensare la corsia di marcia normale. La seconda reazione è quella di inchiodare con brusche frenate. La terza è di estrema competitività con che ti si è attaccato addosso e del tipo ” tu vai a duecento ed io vado a duecentocinquanta, tu vai a duecentocinquanta e io vado a….”, innescando gare spesso mortali. Credo di aver dimostrato che il mancato rispetto ecc. è un’infrazione più grave della velocità eccessiva. Eppure viene sanzionata, quasi esclusivamente, solo quando è successo l’incidente.
Ovviamente sto parlando delle leggi del vivere civile. Delle piccole infrazioni. Le leggi per i reati gravi ci sono e vengono fatte rispettare fino in fondo. Anche se tutto è relativo. Oggi se uccidi un uomo non solo non hai la pena di morte, ma puoi star dentro pochi anni e poi di nuovo fuori. Magari, perché no, a godere dell’eredità dei tuoi genitori che hai ucciso proprio per quello. Ah leggi stupende che solo politici di alto livello hanno saputo regalarci, con l’altrettanto fondamentale supporto della classe dei magistrati e la pletora di azzeccagarbugli al seguito. Che sciocco che sono, ma politici e azzecca non sono spesso la stessa cosa?
Ma ritornando ai piccoli reati il discorso cambia, eccome se cambia! Ve lo ricordate l’articolo n°14 che scritto a dicembre sulle “morti bianche, morti nere”. Il morto per un cane senza museruola e tutto il resto? Stavolta è successo che al ritorno da una discoteca una macchina, una piccola Micra, esce di strada, cade da un ponte e quattro ragazzi muoiono sul colpo, si salva solo il guidatore. La cosa per me impressionante è che praticamente l’abitacolo è integro. E’ molto probabile che quei ragazzi morti non avessero messo le cinture di sicurezza. Qualcuno del servizio pubblico, tutta la televisione lo è o lo dovrebbe esserlo, a fare un servizio sull’importanza della cinture di sicurezza? Ma quando mai. A fare pubblicità per le macchine che fanno brumm, brumm, sempre disposti. Decantare ben pagati la macchina più veloce della luce, e che nella polvere semina tutti, è un piacere, ma io nei due servizi che ho visto in televisione, con appunto l’assurdità di una macchina fondamentalmente integra e quattro morti apparentemente inspiegabili, non ho mai sentito nessuno parlare dell’importanza delle cinture di sicurezza.
E così per colpa di un’intera classe politica, che ha dimostrato nel corso di questi ultimi anni di essere completamente incapace di qualsiasi reale politica di buon governo e grazie a coloro che sono stati capaci di tutelare solo i loro poco limpidi interessi, ci ritroviamo in questo stillicidio di morti, in questa ininterrotta strage di innocenti solo perché abbiamo uno Stato incapace di sanzionare i piccoli reati, le semplici infrazioni. Bastava in questo caso, come in altri centinaia, farle rispettare le leggi e non solo declamarle, e con molta probabilità anche quei ragazzi sarebbero ancora vivi.


Paolo s.b.

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