5 gennaio 2009

IN NOME DEL PAPA RE

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Introduzione alla lettura
05/01/2009

Sarà la parola che io trovo orribile, violenta e cacofonica di per se, ma accusare di statolatria il governo spagnolo è un attacco di inaudita violenza contro un governo democraticamente eletto e per giunta nel momento in cui quello stato vuole esercitare uno dei compiti essenziali di qualsiasi paese: educare le future generazioni, la propria gioventù al rispetto degli altri, al senso civico, alla democrazia.


IN NOME DEL PAPA RE

Ma prendiamola un po’ alla lontana. Come molti aspetti dell’attività umana la cosa ha dei lati comici, nella sua drammaticità. Coloro che nel corso dei secoli hanno violentemente represso tutte le manifestazioni del sapere umano che andavano a cozzare contro il loro immutabile e sovente “ignorante sapere” si arrogano oggi il diritto di educare i giovani in base alle loro credenze e non sopportano che siano altri a farlo e ad altri livelli. La cosa ridicola nella sua mostruosità è che per questi signori l’unico soggetto che non può appunto educare è proprio lo Stato. E quello che si evince dai loro comportamenti, dalle loro parole è incredibile. Loro sanno benissimo che in uno Stato che si ritira dall’insegnare appunto cose importantissime come il vivere civile e il rispetto degli altri questi spazi vengono riempiti dall’associazionismo religioso di tutte le specie, ripeto di tutte le specie. Sanno benissimo che ci sono forze che se messe in moto sono un pericolo per la democrazia e proprio per il loro contenimento le istituzioni dovrebbe educare alla laicità dello stato e al rispetto delle diversità di cultura e di pensiero, anche religioso.
Evidentemente le gerarchie cattoliche, all’ultimo stadio della loro faziosità, non sono disposte a tollerare simili libertà politiche. Qui c’è un problema di fondo che molti politici di provenienza religiosa non vogliono approfondire. L’incompatibilità con la democrazia di ogni totalitarismo religioso. Queste associazioni sono così smodate nel loro desiderio di inculcare il loro “sapere” nei giovani, che non si accorgono, o meglio fanno finta di non accorgersi di una contraddizione esplosiva. Come loro vogliono educare nelle loro sedi i giovani, e per sedi intendo chiese o scuole cattoliche, lo stesso sarà fatto da altre religioni, per cui avremmo scuole, che so, valdesi, scuole cattoliche, scuole coraniche ecc.
Le persone di buon senso capiscono che l’insegnamento religioso per una serie di ovvi ed evidenti motivi non si può sostituire a quello statale. Che le scuole pubbliche sono le uniche che possono garantire la tolleranza fra i diversi credi e il rispetto anche dei non credenti, altro che statolatria caro monsignor Angelo Colombo! Questo dovrebbe accadere in Spagna e in Italia, dove invece le gerarchie si sono dimostrate estremamente piccate dalla possibilità di tagli alle scuole private (anche alle loro) ed hanno trovato un governo compiacente pronto a scusarsi per quanto pensato. Per cui tagli alla scuola pubblica sì, alla scuola privata mai. Proprio il contrario di quanto sarebbe giusto fare.
Siete così terrorizzati della possibilità che qualcuno educhi in maniera libera i giovani che accusate lo Stato di indottrinamento. Forse vi guardate allo specchio e usate con altri le accuse che dovreste fare a voi stessi? A proposito di dottrina non siete voi che ancora nel terzo millennio indottrinate, appunto, i giovani che vi vengono “affidati” per la prima comunione, nel catechismo, continuando a dire che la terra è stata creata in sette giorni, ecc. ecc.?
Un’ultima cosa. E’ appunto il concetto stesso di religiosità come lo intendono le gerarchie ecclesiastiche a essere in rotta di collisione con l’idea stessa di democrazia. D’altronde questi signori hanno messo più di uno zampino nell’ascesa al potere delle dittature del nostro ‘900 europeo. Con Mussolini hanno fatto il Concordato, hanno combattuto a fianco di Franco e se non vado errato il partito cattolico tedesco Centrum non si oppose con il voto all’eliminazione delle libertà nella Germania di Hitler, solo perché speravano in un riconoscente Concordato con la Germania nazista, cose che peraltro non avvenne mai. Della serie dopo il danno la beffa. Questa storia la dice lunga sul reale rapporto tra questa chiesa e la democrazia. Praticamente nullo o peggio di totale contrapposisizione. Questo non significa che soprattutto tra la base cattolica non ci siano stati esempi limpidi di persone che hanno lottato con tutti i mezzi per la democrazia, anche a costo della vita, ma questa è un’altra storia.
Paolo s.b.

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