2 aprile 2011

CAPPUCCETTO ROSSO, L'INFLAZIONE E IL LUPO CATTIVO.

Aprile (22)
Introduzione alla lettura
02/04/11

    
     Tutte le favole per bambini hanno un lieto fine e le favole per i grandi? Non esistono favole per i grandi a lieto fine. I grandi che hanno bisogno di favole per vivere avranno una serie di problemi, direttamente proporzionali alla voglia di sfuggire la realtà che li circonda e che  hanno contribuito a costruire.....
 
CAPPUCCETTO ROSSO, L'INFLAZIONE  E IL LUPO CATTIVO.

     Ogni volta che uno fa previsioni sui mercati dovrebbe avere una sua coerenza. Personalmente, a costo di solenni mal di testa, cerco di dare, nelle mie previsioni, un quadro che quantomeno sia credibile con quanto scrivo e questo non perchè non voglio fare cattive figure ma perchè credo che la coerenza e la credibilità su quanto si scrive sia importantissima. Mi spiego con  un esempio. Se uno prevede che ci siano piogge devastanti è difficile poi scrivere che ciò produrrà siccità e non un'evidente, fortissima alluvione. Quindi uno può anche sbagliare una previsione ma deve comunque scrivere con una certa coerenza.

     Un tale  Harry Dent fa in pratica una previsione del genere. Un Dow Jones in estate a 13300 e poi un forte ribasso che con il tempo arriverebbe a 3800 punti, accompagnato da un altrettanto forte ribasso delle materie prime, del petrolio e dei metalli preziosi. Un insieme di cose apparentemente legate tra di loro ma che ad una analisi più approfondita dimostrano, a mio parere, molti buchi neri. Apparentemente una fortissima recessione che porti il Dow Jones a perdere fino a quei livelli potrebbe far implodere dei settori economicamente molto più importanti di quelli che vengono invece menzionati dal nostro, con risultati in parte ben diversi  a quelli paventati, almeno per alcuni settori. Ma sono necessarie delle premesse.

    Questa, secondo me, è una crisi che pur avendo le stesse caratteristiche iniziali di quella del 1929 evolverà in maniera ben diversa e  traumatica e non solo perchè l'indebitamento eccessivo del 1929 (2,7 del pil americano è stato superato con il 3,7 di 2 anni fa) ma, soprattutto, per  l'incredibile  decisione di salvare cittadini e soprattutto istituzioni finanziarie oltremodo indebitati, con un debito pubblico senza precedenti. Il Dow Jones a 3800? Considerando che da 381, nei tre anni successivi al '29 scese a 41,22, è quasi una previsione rosea se uno parte dai massimi di 14180. Ma i mercati azionari possono realmente crollare, e  se sì, per quale motivo?

     Una delle favole per adulti che accompagnano l'economia è la quasi assoluta certezza che le banche centrali continueranno a sostenere l'economia con un'incredibile liquidità. Questo finora ha reso possibile il salvataggio di istituzioni  o meglio di ritardare il loro fallimento. Ma questo invece di far comprendere gli errori commessi dai responsabili di istituzioni finanziarie che si sono comportati in maniera diciamo spregiudicata non ha fatto che moltiplicare per mille le speculazioni sui mercati. D'altronde pensare che l'imbecille che ha fatto il passo più lungo della gamba e  prontamente salvato dal settimo cavalleria, si penta di quanto fatto e si metta contrito in un angoletto è veramente utopico.

     Succede cosi che le mille speculazioni di cui ho accennato diventano qualcosa di più pericoloso e consistente di quanto sia mai successo sin d'ora. Gente senza scrupoli incomincia a speculare addirittura sui prezzi delle derrate alimentari. Il loro rialzo violento è stato tra le cause principali delle rivolte nei paesi arabi. Il petrolio sta arrivando a prezzi insostenibili. In occidente il movimento primario deflazionistico dovuto al forte indebitamento dei suoi cittadini si scontra con un'inflazione che si fa sentire soprattutto per i generi alimentari. Per togliere armi alla speculazione si dovrebbero aumentare i tassi, ma questo porterebbe in breve questa “pompata” ripresa economica a dimostrarsi in tutta la sua reale, pericolosa, debolezza.
  
     Tre sono i possibili scenari che abbiamo di fronte sul fronte dei tassi ma parodossalmente le pur diverse opzioni non cambierebbero il risultato finale che sarebbe sempre lo stesso. Le banche centrali, stante la debolezza di fondo dell'economia possono continuare a stampare moneta e a indebitare i propri stati; oppure di fronte ad un aumento di inflazione soprattutto dovuta alle materie prime possono aumentare i tassi; terzo, può esserci nel mondo una risposta diversa da parte di ciascun paese. Paesi che continuano a stampare moneta e paesi che stringono i freni del credito. Quest'ultima ipotesi darebbe a mio parere un colpo d'acceleratore  alla crisi.

     E ora analizziamo le conseguenze dei comportamenti delle dotte scimmie che ci hanno “sgovernato” in tutti questi anni.  Nel 1929 lo splendido far nulla del presidente Hoover ha permesso all'economia di ripulirsi al giusto costo di tutti gli imbecilli che avevano fatto  il passo più lungo della gamba e paradossalmente questo favorì il dollaro facendolo diventare un ciambella di salvataggio per l'economia statunitense. Oggi al contrario, incapaci di comprendere realmente del perchè di quella crisi si è stampata cartamoneta, si sono indebitati gli stati in modo così parossistico da poter arrivare, in tempi non lunghi, a una sorta di Weimar mondiale con una fuga dalla carta moneta e dai titoli di stato incredibile , e ovviamente  con l'esplodere di un'iper inflazione.

     Perchè faccio questa purtroppo drammatica previsione? Il default Argentino è stato un affare per i molti che non avevano precedentemente investito in quel paese, ma era comunque un fenomeno isolato, unico. Ora se salta uno stato c'è un “filotto di default” che coinvolgerà gran parte dell'economie, comprese molte di quelle che apparentemente sono più forti e virtuose. Ci sarà distruzione di liquidità e di titoli di stato, un ritorno temporaneo al baratto.

     Scenario incredibile? Vorrei chiedere ai vari Harry Dent che ci confortano con le loro previsioni in tutto o in parte sbagliate. Stante l'incredibile indebitamento raggiunto da molti stati nel mondo la sua previsione di una forte recessione (perchè di questo si tratterebbe) con un Dow a 3380 cosa produrrebbe negli stati che hanno una necessità tassativa di un'economia in espansione per poter ripagare il proprio debito? Default? E cosa accadrebbe alla “Krande Cermania”, paese nel quale ci sono banchette come la Deutsche Bank che hanno sofferenze di 2.000 miliardi di € quasi esclusivamente dovute a titoli di stato dei Piigs.

    Ovviamente Mr. Dent questa è solo l'idea di un visionario, come chi scrive, vero?. Come Lei ha ben capito ogni fortissimo ribasso di borsa è controbilanciato da un rialzo dei titoli di stato, giusto? È per questo che Lei riesce a vedere il Dow a quei livelli e non menziona affatto lo tsunami sulla liquidità/titoli di stato che invece io pavento. Ma se dovesse accadere ciò di cui parlo è probabile che il forte ribasso sulle azioni non arrivi a quei livelli. Questo non perchè non debbano scendere, e tanto, ma perchè a un certo punto di fronte alla disintegrazione della cartamoneta/liquidità/titolidistato qualche buontempone riterrà che forse le generali o il giustamente bistrattato mattone non potranno crollare ulteriormente. La stesso dicasi per le materie prime. Scenderanno, certo che scenderanno,  se si tornerà in recessione, ma saranno poi vendute per comprare titoli di stato? L'oro e l'argento in presenza di un rialzo dei tassi potrebbero avere dei problemi, considerando che quando ci sono delle sofferenze si vende sempre ciò in cui si guadagna e anche perchè le operazioni, anche sugli etf sull'oro costeranno di più, costando di più il denaro. Ma  poi se fosse vera la mia ipotesi ha idea mr. Dent di cosa faranno l'oro e soprattutto l'argento negli anni a venire?

                                                          paolosenzabandiere

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