24 febbraio 2011

STORIE DI BRAVA GENTE E DI GENTE CHE BRAVA NON E'.

Febbraio (5)
Introduzione alla lettura
24/02/11


Oggi è veramente difficile leggere i giornali. Quasi ogni giorno ci trovi una storia orribile con tanti uomini, comparse coscienti o meno di giochi crudeli, che fanno il loro bravo compitino di uomini di legge, quello per cui sono istruiti, e che non si pongono mai il quesito se i loro comportamenti, le loro leggi, possono spezzare vite.....


STORIE DI BRAVA GENTE E DI GENTE CHE BRAVA NON E'.
     
 Questa è una storia fatta da tante storie che si incontrano. È la storia di un uomo,  della sua vita, delle sue speranze. Ed è la storia di uomini che della banalità degli ordini, del rispetto di leggi fatte con i piedi fanno il loro modo di vivere. Di uomini per cui la legge deve  essere sempre e comunque rispettata, di gente che magari non ci mette nulla di personale, di cattivo, nell'applicare  le leggi e non si pone mai il problema se la legge che fanno rispettare è disumana. Non è questo il caso ma pensi forse, caro lettore fantasma, che i “lavoranti” dei campi di sterminio nazisti fossero tutti dei criminali incalliti, dei mostri? Scherziamo, e  poi via, tanti di loro avevano delle così belle famiglie e non facevano altro che rispettare le leggi, che diamine!

      Questa è la storia di Noureddine Adnane, ambulante marocchino, regolare, che viveva a Palermo. Quanto può amare la vita chi al proprio paese ha lasciato una giovane moglie, una figlia di tre anni, dei fratellini piccoli. Quanto può amare la vita colui che conta i minuti, le ore, i giorni che lo separano dal poter rincontrare e abbracciare le sue donne, che sogna di poterle far venire in Italia. Nulla, nessuna ombra, nessuna apparente disperazione, poteva possedere chi,  immagino senza conoscerlo, era così pieno di vita, di futuro, tutto proteso a lavorare per portare in Italia la sua famiglia.

     Ma Noureddine e la sua gioia di vivere non avevano  fatto i conti con i regolamenti comunali del comune di Palermo. Certo sarebbe facile una legge che obblighi gli ambulanti regolari di ogni razza e credo, a stare a rotazione, per un giorno e non per un  ora, nello stesso posto. Si perchè il bello di questo regolamento comunale è in quell'ora di possibile sosta e poi nulla più. È uno di quei classici regolamenti comunali così astrusi che sembrano fatti apposta per essere arbitrariamente interpretati.

     Mi spiego. Assegnare dei posti fissi, a turno, è quanto di più leggittimo per qualsiasi autorità comunale. Ma stabilire che un ambulante deve stare massimo un'ora in un solo posto e poi cambiare, pena sanzioni adeguate, è assurdo. Considerate per un attimo un comune impazzito che rilasci licenze solo per un minuto. Tutti gli ambulanti, la vita di tutti gli ambulanti, starà nelle mani dei vigili urbani che diverranno nei fatti i soli arbitri del loro destino, delle lo vite.

     Sembra che per ben quattro volte una squadra di vigili, la stessa squadra di vigili, gli avesse fatto 4 verbali in pochi giorni, e stavolta sembra pure che gli volessero sequestrare quella paccottiglia cinese, quasi priva di valore, che stava vendendo per pochi euro. I sogni, le speranze per cui tutto sopporti, spazzate via all'improvviso dalla “ferrea” volontà di chi applica una legge per giunta  fatta male.

     E non sta scritto in nessuna legge che un disperato che si veda distrutto in un attimo i suoi sogni,  che si senta umiliato nelle sue speranze, minacci per ben dieci minuti di darsi fuoco, senza che nessuno, compresi gli integerrimi vigili, ritenga opportuno di intervenire per sventare quella che con tutta ragione sembrava una cronaca di una disgrazia annunciata.

     In più di dieci anni vissuti a Palermo Noureddine non aveva capito, non aveva voluto capire, che in una città che convive da secoli con la mafia non c'è spazio per chi infrange i regolamenti comunali per qualche minuto.

                                                     paolosenzabandiere

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