17 giugno 2010

IL GIUDICE RAGIONIERE. QUANDO LA FORMA E' PIU' IMPORTANTE DELLA SOSTANZA.

Innanzitutto voglio scusarmi per la prolungata assenza di quasi un mese. Non è che non avessi nulla da scrivere. Diciamo che la causa di questo silenzio sta nelle difficoltà tecniche di comunicazione tra il sottoscritto e colui che, dalla Polonia, materialmente mi cura il blog. Fare queste cose da una così grande distanza può a volte creare problemi.

Torniamo a noi, caro lettore fantasma, a patto che tu non ti sia stancato di aspettare. Allora parliamo del caso del pentito Spatuzza, credibile per le procure di Caltanissetta, Firenze, Palermo e per la procura nazionale antimafia, ma a cui la commissione del Viminale preposta ha negato il programma di protezione per i collaboratori di giustizia. La legge prevede che ogni pentito debba raccontare le cose più importanti entro 180 giorni dall'iniziale pentimento. La commissione del Viminale , presieduta dal sottosegretario Mantovano, ex magistrato, composta da magistrati ed alti ufficiali della polizia, ritenendo ,come detto, che non siano stati rispettati i tempi previsti dalla legge rifiuta appunto il programma di protezione malgrado questa richiesta sia stata avallata dalla quattro procure di cui sopra. Ovviamente la legge questo prevede, anche se sta comunque alle valutazioni della commissione il negare o confermare il programma di protezione.
E che la cosa non sia automatica si evince dalle motivazioni che lo stesso sottosegretario Mantovano ha inviato in commissione Antimafia. Nel documento si afferma che malgrado la richiesta avallata dalle quattro procure permangono delle riserve “in ordine all'effettiva e piena apertura dello Spatuzza, che non sembra aver fornito, sul piano della novità della collaborazione, le ampie e approfondite informazioni che era legittimo attendersi in considerazione dello spessore mafioso del dichiarante”. Il testo (fonte Sole 24 ore di giovedì 17 giugno) continua affermando che sia stato lo stesso Spatuzza “ad ammettere di aver deliberatamente mantenuto il silenzio su alcune circostanze, per timore delle conseguenze e in attesa di fare ingresso nel programma di protezione”.
Può sembrare paradossale ma sta proprio in questo documento la conferma di qualcosa di anomalo. Vedi caro lettore fantasma applicare in maniera burocratica un dispositivo perchè qualcuno non ha rispettato i tempi della legge, può essere discutibile, ma nei fatti si rispetta la legge, una legge magari ottusa, ma sempre legge.
Nel documento in questione più che trincerarsi dietro ciò, si fa qualcosa di diverso. Da quello che capisco si valuta il pentimento di Spatuzza non sufficiente per il programma di protezione, ritendolo pieno di reticenze, in evidente contrasto con le procure che lo ritengono invece credibilissimo.
E così il pentito Spatuzza che ha aperto squarci di luce sulla morte di Borsellino e su altri episodi mafiosi e che al contempo ha accusato Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri di aver avuto contatti con la mafia non è credibile secondo la commissione ma lo è, come già detto per le procure.

Nessun commento:

Posta un commento