La predica del Cantalmessa al venerdì santo, in presenza del Papa, con la complicità di giornalisti, pronti a minimizzare il tutto, era quasi riuscita. Ma come sempre il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, si dice così, vero? Nella foga di giustificare le gerarchie cattoliche il nostro racconta, o si inventa, di un suo amico ebreo che paragona gli attacchi al Papa ed a i vescovi come identici alla shoah di cui sono stati vittima gli ebrei. Facendo con ciò una cosa di una gravità inaudita, doppiamente inaudita, che sarebbe passata in silenzio se non fosse insorta la comunità ebraica. Paragonare le accuse alla chiesa cattolica e ai suoi rappresentanti alla strage di milioni di ebrei, non solo è ridicolo, ma è quasi la certificazione, di come la chiesa tutta non comprenda, non voglia comprendere di non essere lei la vittima di qualche diabolica macchinazione, ma al limite se qualche esempio con i campi di concentramento debba essere fatto, lei sta dalla parte dei criminali nazisti.
Lei, l'istituzione ecclesiale e non altri, che ha guardato con fastidio le accuse che nel corso dei decenni sono state fatte verso una parte del suo clero. Che lo ha protetto, che invece di denunciarlo alle autorità nel migliore dei casi lo ha tolto da una comunità che lo aveva smascherato per permettergli, quasi con metodica follia, di distruggere la vita di altri innocenti, in altri luoghi. L'omelia del Cantalamessa è quasi comica se non fosse criminalmente omertosa con chi ha contribuito allo svilupparsi di questa piaga. Come se un marito accusato di aver spinto giù dalle scale la propria moglie si giustificasse affermando che lui era alla base delle scale pronto a spararle e quindi non poteva essere stato lui a spintonarla. Il tentativo maldestro di giustificare la chiesa fatto dal prelato proprio questo evidenzia. Per questa chiesa le vittime sono i carnefici e i loro protettori e non quanti, senza protezione data la loro tenera età, sono stati da questi mostri abusati.
Un ultimo pensierino per il ministro della Giustizia ha ha mandato un'ispezione ministeriale ad un sostituto procuratore, che intervistato proprio dal Giornale, dichiarava che in tanti anni non aveva mai visto la chiesa accusare le mele marce accusate di pedofilia. Evidentemente denunciare l'evidenza dei fatti per questo signore è sconveniente e poi si deve sempre essere atei devoti o che so io!
Non si è accorto che il vento, per i cristiani veri, sta cambiando?
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