22 ottobre 2009

GIUDICI, GIUSTIZIA E MANGANELLATORI DELLA PENNA

Ottobre (67)
Introduzione alla lettura
22/10/09

Devo fare una premessa sulla sentenza del giudice Mesiano in merito al risarcimento richiesto dalla Cir per il lodo Mondadori. Premessa scontata per chi segue le cose con logica, ma non per i cretini o i finti cretini che al solo sentire piangere qualcuno lo assolvono condannando a priori il giudice, ovviamente bollandolo con l'epiteto di essere, di appartenere, al gruppo da lui più odiato. A tale proposito va alla grande l'essere definito come uno sporco comunista anche se poi non mancano altri aggettivi altrettanto ridicoli.


GIUDICI, GIUSTIZIA E MANGANELLATORI DELLA PENNA

Dicevo della premessa e non mi riferivo alla sentenza odierna ma a tutto quello che era successo precedentemente. Quando l'avvocato Previti venne condannato, con sentenza definitiva, per aver corrotto un giudice del processo del lodo Mondadori. A seguito di ciò la casa editrice andò definitivamente alla Fininvest. È naturale e conseguenziale, visto i presupposti, che il ricorso della Cir per i danni subiti aveva buone possibilità di essere accolto e che quindi venisse quantificato un risarcimento per il danno subito dalla società. In questo credo che il giudice Mesiano avesse poche alternative.
La cosa vergognosa è minacciare che sul “giudice Misiano ne vedremo delle belle” e poi puntualmente arrivano le notizie e visto che non si approda a nulla di scandaloso, fortunatamente per il giudice, si va a sindacare in tv sui colori del suo abbigliamento. Io credo che non solo sia stata violata la privacy del cittadino Mesiano ma che si sia cercato, in maniera raffinata, di avvertire tutti i “Mesiani futuri” di cosa potrebbe loro succedere da oggi in poi. Ovviamente sentenze sgradite a “qualcuno” potrebbero significare nuovi approfondimenti e questa volta magari accadrà che un giudice con l'amante o chissà cosa. venga scoperto e la sua la famiglia ne risentirà. Qualcuno vuole con una sentenza rovinare la propria famiglia? Signori siete avvertiti.
Tutto ciò in un paese che sappia avere il rispetto delle leggi ma anche, e maggiormente, un senso della giustizia, sarebbe proibito. In Italia credo che non sia nemmeno reato. Guardate che la cosa è stata fatta, a mio parere, con un certa raffinatezza giuridica. Mi spiego. Minacciare un giudice prima di una sentenza penso che sia già contemplato come reato, reato che si aggiunge a quello per cui l'imputato è sotto processo, se ritenuto colpevole. Cosa volete che sia invece un'inchiesta televisiva fatta su un giudice da cui qualcuno si ritiene danneggiato. È storia di calzini celesti, quasi goliardia. Vero?


paolosenzabandiere





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