18 giugno 2009

NELLA TERRA DEI TROPPO FURBI

Giugno (43)
 Introduzione alla lettura
18/06/09

È un popolo strano quello dei furbi con le sue normalità e le sue paure. Nella sua normalità rientra sicuramente che dei camorristi mettano a ferro e fuoco un quartiere per sistemare le “proprie pendenze” con altri, o meglio contro altri compari.

 Ci scappa il morto, pazienza, fa quasi parte dell'imponderabile, si muore per tante cose, .....chiamiamolo “incidente sul lavoro”. Con la criminalità organizzata si convive, spesso si vive della sua organizzazione e non si può guardare tanto per il sottile. Si muore anche di cibo infetto, per cose sofisticate o peggio per coltivare insalata, o altro, il tuo cibo insomma, su un campo in cui qualcuno ha pensato bene, di sotterrare le peggiori schifezze. Ci sono paesi in cui ci sono picchi incredibili di morti per tumori, ma che ci vogliamo fare, si dovrà pure morire di qualche cosa. Nella normalità c'è anche il radunarsi in massa nelle proprie chiese per chiedere al santo di turno la grazia personale, o solamente “o' miracolo”.
Queste sono le “normalità” che farebbero vergognare qualsiasi paese civile e poi con l'altruismo che tutti gli riconoscono, con il calore umano di cui tutti parlano o meglio straparlano, gli esplode l'unica paura vera di cui hanno terrore. Sono fuggiti di fronte ad un innocente ferito a morte, non solo perchè lui e la sua donna parlavano una lingua che questa sì sentono ostile, pericolosa ma fondamentalmente anche per un'altra cosa. Non ci si può fermare, non si può avere pietà, perchè entrambe le cose farebbero pensare, riflettere e questo popolo, così vinto, così rassegnato, non se lo può o meglio non vuole permetterselo e questo vale non solo per la Campania.


paolosenzabandiere

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