30 marzo 2009

Bio testamento. Ma i cattolici credono in Dio?

Marzo (26)
Introduzione alla lettura
30/03/09

L’uomo è un animale pensante e appena ha cominciato a farlo si è posto delle domande sul significato della sua esistenza. Le domande e le risposte sono cambiate nel corso dei millenni, con il variare delle sue conoscenze scientifiche e anche la sua “religiosità” si è evoluta con il passare dei secoli (a volte).

La scienza in questo ha avuto l’effetto di un grimaldello, quelli che un tempo erano dogmi indiscutibili, si sono sciolti come neve al sole e sono aumentati i dubbi e i molti che se li pongono. Ma il mondo sembra proprio sottosopra e si arriva all’incredibile, a risposte, a comportamenti che non avresti mai pensato. Agli atei “senza Dio” che non hanno paura della morte, e ai molti credenti così attaccati ad una vita senza anima e con l’unico desiderio di allungare senza pudore, senza ritegno, una vita che è già morte, mascherando come volontà di Dio un accanimento terapeutico in cui l’eccesso di fervore dei medici viene travisato come il rispetto dei Suoi desideri. Eppure la spiegazione è semplice, banale.
Vi ricordate la canzone “ma Pippo, Pippo non lo sa e quando passa ride tutta la città, si crede bello come un Apollo e saltella come un pollo……ecc.”. questo per dire una cosa ovvia nella sua semplicità. L’uomo e l’unico animale che riesce a prendere in giro se stesso. Non perchè gli altri animali non riescano ad inscenare delle finzioni, ma sono tutte tese a far scattare delle trappole in cui far cadere le proprie vittime e a questo servono tutte le loro forme di travestimento, certo non a credersi belli. Molti uomini, non tutti, fingono invece per illudere se stessi, per incapacità di affrontare le cose come stanno, per nascondere la realtà che si ritiene spiacevole quando non orribile.
Nella vita si possono avere nei confronti della morte tre atteggiamenti possibili. Di chi non crede in Dio e per questo accetta di vivere la vita fino a che questa è degna di essere vissuta, non un attimo in più. Di chi crede veramente in Dio e quindi pur ringraziandolo per la vita che gli è stata regalata non è disposto a viverla a prescindere, essendo convinto, a maggior ragione, che la morte non è il nulla, ma il tramite verso il paradiso. I martiri cristiani erano disposti a sacrificarsi per non tradire la loro fede, certi come erano dell’aldilà. E poi c’è la categoria di chi crede per opportunismo, di chi abbraccia la fede religiosa non perché creda in Dio ma perché ha paura della morte, la fede come giustificazione delle proprie paure. Ci sono credenti “per opportunismo” che hanno una tale paura della naturalezza della morte, da attaccarsi a qualsiasi forma di sovrannaturale possibile, anche il meno credibile. Per queste persone il ritardare, oltre ogni pudore, il distacco dalla vita è più importante di qualsiasi altra cosa, anche perché fondamentalmente sono le prime a dubitare di quello in cui credono.
paolosenzabandiere

Nessun commento:

Posta un commento