21 febbraio 2009

Uolter. L’Obama dei poveri

Febbraio (18)
Introduzione alla lettura
21/02/09



Uolter si è dimesso da segretario del Pd. Lo ha fatto facendo indirettamente l’ultimo di tanti favori a Lù. Nel giorno in cui si poteva discutere della condanna, anche se di primo grado, dell’ avv. Mills e del grande assente di quel processo, si parla invece quasi solo delle dimissioni di Uolter, dell’Obama dei poveri.
Uolter. L’Obama dei poveri

Se le dimissioni del nostro Obama sono per qualcuno la soluzione ad un italico problema io credo invece che ben altri siano i problemi da risolvere per risollevare questo paese, e posso permettermi quanto dico considerando che il personaggio in questione non lo ritenevo all’altezza da molto tempo.
Ma non è del nostro Obama che voglio parlare ma dell’originale. È strano l’uso straordinario del messaggio che sia Uolter che Obama “the original”! sono riusciti a far passare. In questo sono simili, gemelli, l’unica differenza è che uno è riuscito a vincere le elezioni e l’altro neanche una partita a bocce. Vi ricordate l’Obama, “the’original”, la speranza dei poveri contro gli speculatori di Wall Street. Appena eletto si è contornato di quegli stessi banchieri che, nella migliori delle ipotesi non hanno fatto nulla per evitare il disastro, per non parlare dell’ipotesi peggiore. In tal caso strafregandosene di quello che poteva succedere alle loro società, le hanno oltre modo indebitate per portarsi a casa tanti milioni di bei dollarucci. Bella gente, a loro i soldini, tanti, alle banche e ai piccoli azionisti cretini tanti prestiti inesigibili ed azioni che valgono sempre meno.
L’unico personaggio di buon senso, che avvertiva della tempesta che si avvicinava ,Paul Volcker, ex governatore Fed, relegato forse proprio per questo ad un ruolo da comprimario. E cosa escogita questo team di sogno? Ma sono geniali! Una marea di soldi buoni da mettere in associazioni finanziare infette. Questo intervento, questo stampar carta per salvare le loro banche cicale non solo probabilmente non servirà a nulla nel medio periodo, ma potrebbe addirittura peggiorare le cose. Mandare l’economia oltre i confini di una crisi devastante come quella del 1929, dove paradossalmente l’unica a non rimetterci fu proprio la moneta americana, che invece acquistò forza e credibilità da quella crisi, è decisamente un’idea geniale. Ed ho una quasi certezza, la sensazione che a differenza dei fortunati spendaccioni di allora che sono arrivati solo nel 1933, dopo che il lavoro sporco era stato fatto dal denigrato presidente Hoover, questi siano arrivati troppo presto.
Mi auguro di sbagliarmi ma ho purtroppo la quasi certezza che stavolta si andrà a minare il rapporto di fiducia che è sempre necessario tra uno stato che stampa moneta e i cittadini che assecondano il valore convenzionale che a quella moneta lo Stato dà. Ho la sensazione che stavolta ci sarà un vero e proprio attacco alle monete. Se ciò che dico si avvererà sarà semplicemente successo che per salvare le cicale della speculazione borsistica ed immobiliare avranno portato il più grande attacco al popolo che non specula mai, ai bot people. Uccideranno economicamente le formichine del risparmio per tentare di salvare le allegre cicale. Saremmo in presenza della più grande crisi di tutti i tempi, grazie all’uomo che è stato eletto dal popolo per combattere gli speculatori. Una grande cosa, vero?
Febbraio 2009
paolosenzabandiere

 

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