2 maggio 2014

(26) IL CASO SAP. GLI APPLAUSI DI UN PAESE MALATO

(26)
Introduzione alla lettura
02/05/14
 
 
 
 
 
Voglio comprendere tutto. Fai un lavoro di cacca, lo fai per gli altri e ti prendono spesso a calci. Ti chiamano giorno dopo giorno, di giorno e di notte, per situazioni d’emergenza dove tu spesso rischi la pelle, arresti qualcuno, e dopo 5 minuti una classe politica che sei costretta, disprezzandola, a scortare, a proteggere, ti fa delle leggine ignobili che sono il sogno di ogni avvocato che più che avvocato sembra un complice di chi delinque. E allora impotente devi rilasciare chi hai fermato, che ti ghigna in faccia beffardo la sua strafottenza criminale. E quando ritorni sul luogo del “delitto”, anche se era solo un furtarello, hai pure gli sguardi di disapprovazione della gente come se tutto questo fosse dovuto a te. Giornate storte per questo ne puoi avere 730 all’anno, perché tu a volte il lavoro te lo porti, o te lo fanno portare, pure a casa. A volte questa disperazione ti porta a fare delle clamorose sciocchezze, ma spiegami una cosa, se puoi. Cinque minuti di applausi a dei colleghi a cui è partita la brocca, magari puniti oltre modo, cinque minuti di applausi a chi ha ucciso un ragazzo di 18 anni che poteva essere tuo figlio, sono una cosa che non avresti dovuto mai fare.
paolosenzabandiere
 
PS. Dell’ignobile sottobosco politico presente all’assemblea del Sap, che per motivi politicamente inconfessabili ha applaudito i poliziotti nulla da dire. Cosa vuoi dire quando ti trovi di fronte a persone che per tornaconto elettorale applaudono chi, pur non volendo, ha ucciso un ragazzo di 18 anni?
 
 

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