4 marzo 2014

(14) IL BELLO DELLA STORIA. MARINO E I TARSI LORO.

(14)
Introduzione alla lettura
1/03/14
 


     Il bello della storia e che il sindaco Marino non arriverà alla fine del suo mandato, gli stessi compagni di partito gliela vogliono far pagare. Per un "innovatore" non è il massimo, fallire e contribuire ad aumentare i debiti della pluridecennale gestione fallimentare della città. Uno con le palle potrebbe decidere di cadere in piedi ed attaccare quelle devastanti fonti di spesa che sono in tutta Italia le municipalizzate. Pagare molto di più per un lavoro fino ad un attimo prima fatto da un operaio comunale, assumere senza controllo amici di partito, persone "accondiscendenti" (anche sessualmente), veri e propri profittatori di regime, sono la causa principale del collasso dei comuni italiani, molto di più dei tagli fatti dal governo centrale. Per fare un esempio: Se si fa a spanne un piccolo calcolo di quanto questi signori percepiscono incostituzionalmente in più ogni mese (500 euro va bene?) attualizzati ai nostri giorni e lo si moltiplica per i decenni in cui ne hanno beneficiato gli oltre 30000 municipalizzati romani (sembra siano 37000, tutti da sempre, tranne l'Ama poverina municipalizzata solo negli anni '80) e voilà avremo buona parte del debito di Roma Capitale. Un sindaco con le palle, prossimo ad essere defenestrato, potrebbe tranquillamente attaccare queste parassitismo imperante, ma Marino preferisce altro e per questa vergogna tutti i politici preferiscono aumentare i Tarsi loro.


     A proposito di municipalizzate romane, l'Atac per esempio. Aveva un fondo pensione proprio e vai a dare pensioni stellari con contribuzione da somari. Le insostenibili pensioni elargite fanno di fatto fallire il fondo e cosa succede? Vengono per caso assorbiti dall'Inps con una pensione legata a quanto versato? Ma dai, scherzate. Li chiamano “parassiti acquisiti”!

 

     Ultimo esempio. Ve la ricordate la centrale del latte venduta, e male, dal comune di Roma, a Sergio Cragnotti? Lui fallisce quasi subito dopo e l’azienda va alla Parmalat. L’azienda si scopre piena di esuberi che non possono essere licenziati e per questo sono assunti dal comune di Roma, con il salario del comune? Ma scherziamo! Pagati con il ben più “ciccioso” salario da Centrale del latte, pagato anche da chi ha perso il suo lavoro e non avendo santi in paradiso non ha potuto usufruire non solo del suo stipendio da privato ma anche del salvifico, per lui,  stipendio pubblico.

 

                                                          paolosenzabandiere.

 

 

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