31 maggio 2012

(53) MORTI SUL LAVORO E MORTI PER IL TERREMOTO. I CAPANNONI ASSASSINI

Maggio (53)
Introduzione alla lettura
29/05/12

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    Non voglio parlare di chi è tornato al lavoro, in un capannone magari lesionato, perchè se non si lavora si perde una commessa e si muore comunque, e in questo particolare momento economico, non ce lo si può permettere. Non voglio parlare di operai e padroncini che  per sopravvivere mettono a repentaglio la propria vita per uno straccio di lavoro, confidando magari che il peggio, del terremoto, sia passato. Ma qualche cosa su questo paese, dove scosse che altrove passerebbero inosservate e qui invece producono lutti e rovine, bisogna purtroppo dirla. Il dato eclatante è dovuto dal fatto che gran parte delle vittime era al lavoro. Quindi, considerando che la prima scossa di terremoto è arrivata di notte, con gran parte delle persone a letto e pochissime a lavoro, questo la dice lunga di come hanno retto  le abitazioni secolari e i capannoni industriali.....


MORTI SUL LAVORO E MORTI PER IL TERREMOTO. I CAPANNONI ASSASSINI.

     Quando i giornalisti invece di pensare e scrivere di cose evidenti, descrivono il dito che indica la luna accade poi che i problemi non possono essere capiti e tanto meno risolti. Il dato eclatante, da subito, nel terremoto emiliano, è stato una paradossale tenuta delle abitazioni secolari e un vergognoso crollo di manufatti industriali di recentissima costruzione. Se io scrivo del crollo di qualche torre in condizioni precarie o di qualche navata di chiesa e lì mi fermo, non comprendo, e non faccio comprendere, quello  che dovrebbe essere del tutto evidente; la struttura abitativa, anche quella secolare appunto, presente in quelle zone in misura massiccia, ha retto alla grande mentre al contrario.....

     La prima scossa è accaduta di notte è la maggior parte delle vittime sono stati operai che stavano lavorando, chi dormiva in casa si è salvato. Questo significa che i cosiddetti capannoni industriali, di recentissima costruzione sono stati costruiti con criminale disattenzione e pressapochismo e le case del cinquecento no. Cemento all'acqua di rose, dove doveva essere presente, e pannelli assemblati in maniera vergognosa. Questo è stato, è possibile, nel paese che tollera le mafie, compresa la più pericolosa, la più grande, la mafia degli imbecilli avidi che antepone quello che ritiene il suo tornaconto personale all'interesse di tutti.

     Io avrei una proposta. Considerando che siamo in presenza di geometri, architetti, ingegneri che con tutte le conoscenze del caso riescono a costruire manufatti che al primo starnuto della natura si accartocciano su se stessi, perchè non riportare in vita non dico gli architetti,  ma semplicemente i soli “mastri muratori” di un tempo. Gente che con la loro professionalità, ma anche con il loro onore, con l'amore nel fare le cose, tutte cose sconosciute alla moderna corporazione dei costruttori/distruttori, hanno permesso che le loro case arrivassero integre fino ai nostri giorni.

                                                                   paolosenzabandiere
     

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