16 ottobre 2011

TRA PM E GIP. LO STRANO CASO DELLA PROCURA DI BARI.

Ottobre (84)
Introduzione alla lettura
15/10/2011
 
     Malgrado la mia abissale ignoranza in materia credo che la differenza sostanziale tra un pubblico ministero e un giudice per le indagini preliminari è scritta nelle parole che li raffigurano. Il p.m. accusa  e il gip valuta sulla accuse del pm, vagliandone la consistenza e rigettando le richieste, qualora non le trovi sufficientemente supportate da prove. Si può dire che il gip è “un giudice di garanzia”, di ulteriore garanzia per l'imputato. Da Wikipedia: “Le funzioni attribuite al giudice per le indagini preliminari sono preordinate a garantire l'indagato nella fase delle indagini preliminari. Da qui il mio stupore per quanto  successo alla procura di Bari.....
 

TRA PM E GIP. LO STRANO CASO DELLA PROCURA DI BARI.

     Si perchè a Bari il mondo si è rovesciato. Il sostituto p.m. Pasquale Drago, chiede la revoca dell'arresto per il latitante Lavitola, ritenendo inconsistenti le accuse portategli precedentemente dai giudici di Napoli e inaspettatamente il gip, Sergio di Paolo, il giudice di “garanzia” per l'imputato, conferma al contrario l'arresto e tutto l'impianto accusatorio, costringendo il p.m. barese a spiccare un nuovo ordine di cattura.

     Ma in merito alla procura di Bari sono necessari dei chiarimenti. Un sostituto p.m., Pino Scelsi, titolare dell'inchiesta su Tarantini, denuncia il suo procuratore capo Laudati perchè, a suo modo di vedere, ritarda volutamente la chiusura dell'inchiesta. Il caso vuole che nelle telefonate intercettate, tra Lavitola e Tarantini uno spiega all'altro i motivi per cui, a suo dire, il Laudati abbia forse ritardato la chiusura dell'inchiesta. Si va di fronte al Consiglio Superiore del Magistratura, che sta discutendo il caso. Per una completa informazione si deve anche dire che nel frattempo il procuratore Laudati denuncia il sostituto Scelsi, che si scopre essere stato soggetto di intercettazioni della guardia di finanza. Un bel ginepraio.

     Accade che pur riconoscendo l'impianto dell'accusa dei p.m. di Napoli, il gip manda gli atti per competenza in parte a Roma e in parte a Bari. Nella città pugliese, essendoci i problemi di cui sopra, il caso dovrebbe essere spostato per competenza appunto e limpidezza, uso certamente un termine inadatto, ma tanto per capirci, alla procura di Lecce. Ciò non avviene perchè il procuratore Laudati si fa da parte e l'inchiesta viene presa da un altro sostituto procuratore, Pasquale Drago. Si arriva così ad un pubblico ministero che vuole revocare l'arresto per Lavitola e un gip che quell'arresto conferma, costringendo il sostituto procuratore a spiccare un nuovo mandato di cattura.

     Questa situazione “strana” si sarebbe potuta evitare dando le competenze sul caso alla procura di Lecce, l'unica abilitata a risolvere i problemi riguardanti la procura di Bari. Personalmente ritengo che quando, a torto o ragione,  un generale viene messo sotto inchiesta, l'inchiesta che è al centro della querelle, avendola scatenata, non possa essere affidata a ufficiali agli ordini di quello stesso generale, per quanto possano essere autonomi, indipendenti.e onesti. C'è un sistema di garanzie che dovrebbe essere rispettato.

                                                               paolsenzabandiere

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