11 ottobre 2011

L'ECONOMIA E OBAMA IL BUONISTA. LA PERSONA SBAGLIATA NEL MOMENTO SBAGLIATO.

Ottobre (82)
Introduzione alla lettura
03/10/2011



   
   
    Alt! Almeno  per questo post non voglio parlare delle grandi opere di mignottizzazione portate avanti con successo dal nostro “eroe”. Questa volta voglio parlare di un altro presidente. Del presidente Obama, ill “buonista”. Un buonista non è propriamente un buono, e solo una persona che non riesce a comprendere gli accadimenti, la vita che lo circonda, e non si rassegna a una visione darwiniana della stessa con quel che ne consegue. Per lui quando esiste una situazione di pericolo sono tutti da salvare. Oh, apparentemente questo comportamento è da premiare, ma solo nei libri delle fiabe, dove vissero tutti felici e contenti.....
 

L'ECONOMIA E OBAMA IL BUONISTA. LA PERSONA SBAGLIATA NEL MOMENTO SBAGLIATO.

     Prima di tutto devo spiegare cosa è, a mio parere,  un buonista. È colui che in una scialuppa per 70 persone ce ne vuole mettere 300, perchè tutti, nessuno escluso, hanno diritto ad essere salvati. Con questo modo di operare ne potete stare certi, è quasi matematico, moriranno anche i 70 che si potevano salvare.

     Quando la storia non ti insegna nulla sei portato a riproporre gli stessi errori mettendoci del tuo, ovviamente aggravandoli. Tutte le grandi crisi degli ultimi cento anni sono partite dall'America e da un modo di pensare l'economia così caro alla destra repubblicana oltranzista. Il mito dello stato leggero e con poche tasse, l'accumulazione di enormi ricchezze in pochissime mani, ieri come oggi, stanno lì a dimostrarlo.

    Il ragionamento che farò  può sembrare paradossale ma a mio parere  è di una tale evidenza. Se l'insorgere di questo tipo di crisi è dovuto al comportamento incredibile della destra americana solo lo stesso schieramento politico può uscirne fuori con meno danni possibili per tutti. No, non sono impazzito è solo quello che la storia della crisi del 1929 ci racconta. Nel '29 viene eletto il repubblicano Herbert Hoover che in pratica, dopo un iniziale tentativo di immettere liquidità, decide di non fare nulla e questo permette di ripulire l'economia dagli eccessi favorendo la moneta americana. È vero che ciò porta al fallimento di banche, ad un tasso di disoccupazione del 38% ma preserva lo stato americano da un collasso che lo avrebbe potuto spazzare via per il semplice fatto che chi lavorava nello stato, e non solo, si ritrovò paradossalmente, grazie all'enorme spinta deflattiva e alla difesa della moneta, con un maggiore potere d'acquisto. 

     Quattro anni dopo, i responsabili della crisi, la destra americana,  che avevano creato i presupposti per il grande incendio, ma che poi erano stati bravi o semplicemente fortunati nel circoscriverlo, vennero giustamente cacciati e per anni del loro modo di pensare non si parlò più. Vennero quelli che io definisco spendaccioni per natura, ma che in quella occasione ebbero la fortuna di arrivare quando il lavoro sporco era stato fatto da Hoover. E poterono, con un dollaro forte arginare il crollo economico con il new deal.

     Oggi il buonista Obama non solo non ha ripulito l'economia dagli eccessi di euforia ma ha fatto di peggio. Si è contorniato degli stessi personaggi che questa crisi hanno contribuito a creare. Geithner, l'attuale segretario al tesoro, era il responsabile della Fed di New York, quando Greenspan and company alimentavano la grande bolla del credito facile. Il nostro invece di far fallire le banche che hanno avuto comportamenti a dir poco criminali ha fatto di tutto e di più. Soprattutto ha creato un indebitamento monstre degli Usa per salvare gli oltremodo pericolanti istituti di credito americani. Questo non ha evitato una stato di enorme malessere per una bella fetta di cittadini che oltre al danno subito sono stati nei fatti anche beffati. Si sono versati soldi buoni in situazioni finanziarie infette e si è quasi raddoppiato il debito pubblico, si è in pratica indebitato ulteriormente lo stato per cercare di salvare, come detto, i suoi indebitatissimi cittadini.

     Questa è la differenza fondamentale dal 1929. Dalla difesa della moneta alla sua probabile  distruzione. Perchè di questo si tratta se all'improvviso sparisce la necessaria fiducia tra uno stato che dà dei valori monetari a dei normali “pezzi di carta” e il cittadino che sta al gioco.

     La cosa comica è che i principali responsabili di questa crisi mondiale, gli americani appunto, sono gli stessi che parlano, meglio straparlano, di una crisi europea che possa coinvolgerli e creare problemi alla loro splendida economia bancaro..... (no, non mi sono scordato una i), dicevo alla loro economia bancaro.....ttiera.

                                                                paolosenzabandiere

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