27 marzo 2011

IL DERBY DI FRANCESCO IL MARAMALDO.

Marzo (18)
Introduzione alla lettura
15/03/11
Questa inizialmente doveva essere una lettera scritta a due conduttori radiofonici di fede laziale sull'ultimo derby a Roma. Può un blog che vuole parlare di politica, economia, poesia e attualità parlare anche di calcio? Di calcio in senso lato magari no ma della più bella storia di calcio italiana ed una delle più belle al mondo, sì. Categoricamente sì. Anche se, come tutte le storie stupende, c'è sempre l'invidioso o il semplice imbecille che sanno ben sporcare le cose belle che hanno tra le mani(leggi anche: Na squadra co' i colori del cielo) .....

IL DERBY DI FRANCESCO IL MARAMALDO

      

       Cari Buzzanca e Pantano
    Sono un laziale delle origini e ho una certa ritrosia a definirmi tifoso. Quando si è tifosi di qualcosa si perde lucidità, si è disposti a difendere anche l’indifendibile e questo permettetemi è cosa da ottusi, è  poco laziale. L'esser tifosi ottusi non c'entra, non c’è mai entrato nulla con una delle più belle storie calcistiche del novecento. Storia stupenda che peraltro la società stessa e molti suoi tifosi non solo sembrano incapaci di valorizzare a pieno,  ma che a  volte essi stessi offendono con il loro voler essere laziali in totale contrasto con quello che la storia Lazio ha rappresentato veramente, nel calcio,  e non solo.

     Ma non vi ho scritto per parlarvi di questo, anche se l’argomento andrebbe approfondito alla grande, ma per quello che è successo negli ultimi due derby e per come la società Lazio ha risposto ad alcuni episodi che l’hanno vista subire delle violenze da parte di tifosi delle 30° squadra della Capitale.

    Nel derby precedente, in coppa Italia,  viene aggredito il pullman della società, leggermente ferito un dirigente accompagnatore e, per questo clima di inaudita violenza antisportiva, il responsabile della società, ritiene che non si debba fare nessun reclamo.

     All’ultimo derby accade di tutto. Già prima della partita il nostro portiere avvisa di essere infastidito da un raggio laser e sembra che le lamentele della società abbia costretto lo speaker della 30° squadra della Capitale a dissuadere verbalmente, tramite altoparlante, i propri tifosi dal reiterare comportamenti offensivi nei confronti dei giocatori della squadra ospite. Comportamenti che invece sono continuati bellamente e hanno menomato il portiere della Lazio, accecandolo parzialmente nel tiro che porta al primo gol del pupone e reiterando la violenza sul calcio di rigore.

     A partita finita un  “adirato” presidente della SS Lazio denuncia lo sconcio del laser accecante, chiede la ripetizione della partita, ma non la sconfitta a tavolino, e poi però si arriva ad un nulla di fatto su consiglio dei propri legali. E qui sono necessarie delle riflessioni. Perché gli avvocati difendono la legislazione esistente rinunciando nei fatti a far si che con la loro dialettica e con argomentazioni appropriate si faccia nuova giurisprudenza. La giustizia sportiva è quanto di più lacunoso e ridicolo ci sia al mondo e la storia del laser stà lì a dimostrarlo, ma argomentazioni valide possono scardinare o quantomeno ridicolizzare delle sanzioni inadeguate o ridicole.

     La legge sportiva prevede la sconfitta a tavolino della squadra ospitante se un giocatore della squadra ospitata viene colpito da una monetina. Chi lancia una monetina vuole sicuramente offendere, ma la capacità certa di offesa vera è propria è molto bassa, la definerei aleatoria, considerando che è molto difficile colpire un giocatore con quello strumento. Comunque se il giocatore viene colpito lo si ritiene menomato e la sconfitta a tavolino è nelle cose, anche quando non vi è assoluta certezza che il lanciatore sia tifoso della squadra che ospita. La chiamano responsabilità oggettiva.

     Tutto chiaro fin qui. E ora veniamo al laser, con una mia personale storia da raccontare. Sera di lunedì  scorso, partita Atletico Roma – Viareggio. Per aver fissato per pochi istanti i riflettori ho avuto un fortissimo abbassamento delle capacità visive e posso solo immaginare cosa possa accadere con un laser che certamente ha un raggio più forte e concentrato. I dottori, non io, dicono che con il laser si può perdere la vista.

     Come detto, il colpire con una monetina un giocatore in movimento porta alla sconfitta a tavolino, se sei stato “fortunato” nel colpirlo. E allora cosa dire quando riesci a menomare, fino alla cecità temporanea il portiere della squadra di calcio avversaria, e tutto ciò reiterato per oltre 90 minuti? Due paroline sulla società ospitante. L’aver fatto l’annuncio del tipo ragazzi ora basta non le scarica delle sue evidenti responsabilità. 

     Non siamo in presenza di un atto estemporaneo, la monetina appunto, che non si può prevenire e che comunque la società paga con la responsabilità oggettiva. Qui la cosa è molto più grave. Siamo in presenza di un signore che per oltre 90 minuti si permette di smanettare frontalmente con un aggeggio sicuramente non piccolo, considerato il fascio di luce che emetteva e che più che non vedere in molti hanno coperto con  una evidente complicità.

     Considerando che il fascio sembrerebbe emesso da una persona che è posta frontalmente al portiere ed escludendo che siano stati i tifosi in curva nord, per ovvii motivi, non resta che cercare tra i fotografi accreditati dalla 30a squadra della capitale o personale a vario titolo presente ai bordi del campo e del cui operato è  responsabile comunque, almeno oggettivamente, la squadra  ospitante. Anche perché la precisione e la fermezza nel puntamento presupponeva anche strumenti tecnici, cavalletti, o altro in dotazione a fotografi.   Comunque lo smanettatore seriale, in campo o sugli spalti ha avuto la complicità di quanti intorno a lui non ne hanno denunciato l’attività antisportiva, anzi lo hanno amorevolmentte protetto. In fatto di “amorevole protezione” non può  non ritornarmi in mente un episodio di tanti anni fa. Una criminale amorevole complicità di chi avendo già ucciso un uomo, spara dopo pochi minuti un altro razzo, per fortuna andato a vuoto sul monte, tra i sorrisi complici e assassini di coloro che pur potendo valutare quanto era accaduto nella curva opposta, non hanno fatto nulla per bloccarlo.

    Un'ultima riflessione. Il fatto che Muslera sia stato o meno accecato dal raggio laser è a mio parere addirittura ininfluente. Il giocatore che invece di giocare debba per tutta la partita sfuggire alle monetine non è certo messo nelle condizioni di giocare serenamente e in questo è comunque menomato. E uno che deve sfuggire un laser per 90 minuti cos'è per la giustizia sportiva? Si espelle anche il giocatore che fa il semplice gesto di offendere e di certo colui che cerca per tutta la partita gli occhi del portiere avversario con un laser non lo fa certo per curargli difetti di vista.

     Questa mia vuole essere una denuncia di un fatto antisportivo reiterato portato avanti ai danni della SS Lazio e per questo fornire materiale di discussione al responsabile della Lazio, Sig. Lotito. Io non credo alle voci che alcune persone hanno messo in giro sul suo conto di essere stato e di essere un tifoso della Roma. Se fossero vere, caro Presidente, Lei dovrebbe essere considerato un “usurpatore” e invece so quanto è attaccato ai colori biancazzurri. È per questo che di fronte a questo inaudito atteggiamento antisportivo, con delle evidenti complicità di chi stava vicino e di fatto copriva, proteggeva, il laserista folle, mi permetto di dare un contributo perchè Lei abbia argomenti  consistenti, e  a mio parere validi, per fare un serio ricorso e in subordine,ma non per minore importanza sportiva, per come sanno segnare i gol e vincere le partite i giocatori della 30a squadra della capitale e i loro dirigenti. È  probabile che il capitano della loro squadra, al momento di tirare il rigore, avesse ben visibile sulla fronte e sugli occhi del portiere avversario il visibilissimo raggio verde che lo accecava e se non lo avesse visto saprà pur leggere i giornali, o sa solo vedere le figure?  E invece di chiedere scusa per la vergognosa menomazione dell'avversario cosa fa festeggia  a suo dire il suo derby migliore,  per aver segnato, da Maramaldo quale evidentemente è, due gol a un portiere praticamente cieco. Perifrasando la famosa frase del capitano della Repubblica di Firenze Ferruccio morente al Maramaldo, mercenario al soldo degli stranieri, che lo stava uccidendo:  quel “Vile tu uccidi un uomo morto”,  mi sento di dire al capitano della 30a squadra della Capitale: “Vile tu gioisci per aver segnato a un portiere cieco”.  Si caro capitano (si dice così per dire) questo resterà, indelebile, il derby della tua vergogna certificata.” 

     Ovviamente questo ricorso dovrebbe essere fatto dal Presidente della Società Sportiva Lazio, a prescindere dalla possibilità di successo. Nella ipotesi che il ricorso non venga accettato resterebbe la vergogna per chi ha fatto ben poco per prevenire questi comportamenti antisportivi e anzi ne ha goduto maramaldemente. Da laziale quale noi lo conosciamo questo deve fare, obbligatoriamente, ripeto obbligatoriamente, per restituire l'onore ad una società offesa dal comportamento antisportivo di alcuni tifosi della 30a squadra della capitale.

                                                                 paolosenzabandiere

PS. Sono  proprio di qualche giorno fa le dichiarazioni del portiere della Lazio di non aver subito menomazioni dal famoso raggio laser, evidentemente la sua ridicola parata sulla punizione di Totti era dovuta solo ad una grande papera, il laser non c'entrava. Ma allora mi pongo tre domande. Prima domanda. Mi sembra che Lotito abbia dichiarato alla fine della partita che il suo portiere si era lamentato per il laser, e invece no, cari compari, avevamo frainteso? Seconda domanda. L'arbitro nel referto ha scritto del laser, motivo per il quale, il giudice ha multato la 30ma squadra della Capitale. Ma se il laser era innocuo, quasi curativo, perchè la multa? Terza domanda. Al grande indagato anonimo. Se volevi offendere  sei stato maldestro visto che l'offeso dice che non gli hai fatto un baffo e se volevi fare l'oculista chiedi la parcella e fatti pagare.


    

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