29 marzo 2011

IL BUON SENSO DI CHI NON NE HA AFFATTO.

Marzo (20)
Introduzione alla lettura
29/03/11


     In un dibattito su La 7 l'attuale direttore del Tempo di Roma dietro un atteggiamento di apparente buonsenso metteva insieme, in maniera allucinante,  i morti sulla strada e quelli probabili per  incidenti nucleari, tsunami compreso......



IL BUON SENSO DI CHI NON NE HA AFFATTO.

    Il nostro uomo, mascherandosi dietro un apparente, tanto scontato quanto allucinato buon senso, la metteva sulla statistica. Sul calcolo delle probabilità. Ogni anno in Italia muoiono 4.500 persone in incidenti stradali e nessuno si sogna di eliminare le automobili che di quegli incidenti sono  la causa principale. Perchè, si chiedeva allora, un evento così eccezionale, così irripetibile, come lo tsunami, all'incirca in termine di morti 4 anni di nostri banalissimi incidenti stradali, deve portare alla chiusura di centrali o  all'annullamento di programmi nucleari, considerando che in condizioni normali le stesse ci offrono l'energia più pulita e a buon mercato che la nostra tecnologia ci permette?

    Mario Sechi si stupiva che non si riuscisse a comprendere quello che il buon senso, il suo buon senso, aveva compreso. Le centrali nucleari, pur in presenza di eventi eccezionali e quasi impensabili nei prossimi cento anni, fanno quasi meno danni di un banalissimo anno di incidenti stradali, questo secondo lui ovviamente.

    A parte il fatto che ci sono paesi come il Giappone che sono terre di catastrofe naturali e quantificare ogni quanti anni può accaderne una di devastante è ridicolo, oltre che pericoloso. Poi c'è un piccolo problema e non di poco conto. Quanto accade un incidente stradale, anche il più grave, arriva il carro attrezzi e si può dire che tutto ritorna come prima. Con una centrale nucleare non è proprio così. L'esplosione di un reattore nucleare fa terra bruciata per centinaia e centinaia di chilometri, di più fa danni in tutto il mondo e non parlo solo della dose di radiazioni che il mondo intero si deve sorbire.

     Per una energia che in condizioni normali si vuole definire come la più pulita e la più economica, non c'è male. Quando succede qualcosa i danni diventano ingenti accanto alla centrali, li vogliamo definire irreparabili per molto tempo?, e comunque sono costosi anche lontano da essa. Quanto sono costati nel mondo i danni di Cernobyl per ore di lavoro perse, consumi ridotti per paura, merce mandata al macero, ecc. E poi pure sposando le tesi del nostro direttore sulle morti quasi scontate da immolare sull'altare del progresso c'è una prezzo che nessun uomo e nessuna donna sono disposti a pagare. L'aumento insostenibile di nascite di esseri deformi dovute all'esposizione alla radiazioni non possono essere messe in conto ad un progresso  che deve essere sempre e comunque sostenibile con la vita umana.

     Gira su internet un film orribile sui nati deformi a causa dell'incidente di Cernobyl. Caro Sechi anche per salvare una sola di quelle vite avremmo dovuto rifiutare il nucleare, altro che mettere sul piatto della bilancia i pro e i contro, per valutare la convenienza di una cosa che in condizioni eccezionali la nostra mente non riesce  a dominare. Qui non possiamo usare il bilancino del farmacista, qui siamo in presenza di energia prodotta in maniera tale che se qualcosa salta, salta tutta la vita che la circonda, per decenni, per  secoli.

                                                                 paolosenzabandiere
  


1 commento:

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