28 novembre 2010

VIENI VIA CON ME. QUANDO GLI ANTIDEMOCRATICI INVOCANO LA DEMOCRAZIA.

Gli interventi della moglie di Welby e del papà di Eluana nella trasmissione “Vieni via con me” hanno scatenato un putiferio da parte delle organizzazioni “pro life”. Loro sanno bene cosa sia la democrazia, anche se appunto per questo la evitano con cura, come la peste. La democrazia è la possibilità delle persone di fare quello in cui credono, quello per cui ritengono sia giusto vivere, rispettando i sentimenti, le idee di chi la pensa diversamente da loro. Tutto il contrario dei loro comportamenti.

Si lamentano di non poter esporre le loro idee, poverini. Forse è per questo che nei fatti qualsiasi legge sul testamento biologico è stata metodicamente sabotata da questi paladini del “diritto alla vita”. Nessuno di coloro che ritiene una vera e propria tortura l'accanimento teraupetico perpetrato nei confronti di pazienti in coma irreversibile vorrebbe quelle cure per se, nella malaugurata ipotesi di essere nelle medesime condizioni, ma nessuno di loro pensa di imporre il loro modo di vedere la vita e la morte a coloro che invece la pensano diversamente. Per loro la legge sul testamento biologico è un modo, questo sì democratico, di rispettare le volontà di chi, arrivato al fine vita, decide, in base alle sue convinzioni culturali e religiose come affrontare la morte. Ma il concetto dei “combattenti per il diritto alla vita” è l'esatto contrario della democrazia. Loro sì vogliono imporre agli altri il loro modo di essere, di pensare, di vivere, con i piccoli sotterfugi per cui, non potendo nei fatti, dialetticamente, obbligare tutti a pensarla come loro, in realtà rinviano sine die la legge sul testamento biologico, che a parole sostengono, non potendo sopportare che qualcuno, diversamente da loro, sfugga alle loro ridicole credenze e agli altrettanti ridicoli dei in cui credono.
A volte essere lento nelle reazioni, nello scrivere post, ha un suo lato positivo. Ti permette di integrare quello che stai scrivendo con nuovi accadimenti. È il caso della morte di Monicelli, un grande uomo, un grande regista. Nella sua vita aveva avuto sempre presente il suicidio del padre e è stato un convinto assertore che la vita deve essere vissuta solo quando è dignitoso viverla e che non la si deve mai subire senza speranza. Per questi signori del “diritto alla tortura garantita” , il suo è stato solo un atto disperato di un uomo lasciato colpevolmente solo. Nello loro vuota testolina non è minimamente concepibile che ci possano essere uomini che programmano la loro vita senza peraltro trascurarne la fase finale, per quanto sia possibile controllarla. Per la signora “acciliciata” e per le sue degne “comari” invece siamo di fronte ad un povero uomo abbandonato da tutti. D'altronde bisogna comprenderle, loro che sono così piene di certezze con i loro ridicoli dei che offendono qualsiasi idea di un dio intelligente nell'epoca dell'uomo di Neanderthal, che dovrebbe farle riflettere. Già riflettere, parola grossa per le loro teste.
28 novembre 2010
paolosenzabandiere

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