13 maggio 2010

IL RITORNO DI UOLTER.

Il ritorno di Uolter farà felice qualcuno. La politica è per me l'arte di risolvere i problemi delle persone fatti salvi i diritti delle minoranze, e sicuramente un certo tipo di politica di sinistra non avrà magari risolto i problemi della propria gente, ma i problemi di qualcun altro ha contribuito di certo a risolverli alla grande.
Devo fare una piccola parentesi.

Il bello o il brutto di quando uno scrive su un blog è il pericolo di ripetersi, di riproporre argomenti già trattati, ma è un rischio che si deve correre perchè la cosa più importante quando si scrive di un argomento è non dare mai per scontato la conoscenza delle cose da parte di chi legge, meglio “abundare quam deficere”.
Chi ha contribuito in maniera determinante a non varare una legge sul conflitto di interessi? Addossare la responsabilità di questa mancata legge solo al nostro Uolter sarebbe una forzatura, tanto folta è stata la schiera di quelli che hanno fatto questo “piccolo favore” allo Chevalier, ma il nostro sicuramente ci ha messo del suo. Chi era colui che nel lontano 1997, con Lù, il padrun de quasi tut, alle corde, con l'Ariosto scatenata, con Previti ad un passo dall'autorizzazione parlamentare all'arresto, disse quelle parole poi riportate dall'Espresso: “Non voglio entrare nel merito delle disgrazie giudiziarie del Cavaliere”. Già chi era?
Passano gli anni è di fronte a un traballante governo Prodi, Uolter, vecchia talpa, scava un “tunnel fondativo” del piddì al cui nascere, è chiaro a tutti, cadrà il governo Prodi e si andrà alle elezioni politiche. Cosa che puntualmente si avvera. Ma il genio della lampada deve essere certo, ovviamente per “vincere”, di eliminare tutti i possibili alleati scomodi che lo possono “far perdere” e di tenersi al contrario ben stretti personaggi come il Governatore della Campania Bassolino. Della serie non vinceremo mai, cosa che puntualmente accade.
La cosa esilarante in questo situazione è proprio il desiderio di suicidarsi politicamente, desiderio di gran parte del piddì, dall'ultimo dei militanti a tutto il gotha, escludendo volutamente la possibilità non solo di un sistema proporzionale ma anche la possibilità di una coalizione in cui ci sia il contributo di più forze. E cosi il piddì di Uolter, omogeneo, compatto, senza trucchi e senza inganni si va a scontrare con Lù che di rinunciare ai suoi alleati non pensa proprio e quindi si presenta all'elezioni con leghisti, fascisti, ex fascisti e chi più ne ha, più ne metta. Ovviamente Silvio stravince alla grande.
La cosa ignobile, caro lettore fantasma, è che si è data la possibilità ad un signore che sta alla democrazia compiuta come il diavolo all'acqua santa, di poter vincere le elezioni e di poter comandare in maniera quasi assoluta, e questo è potuto accadere per il personale contributo dei leader del centro sinistra e di Uolter in prima fila, essendo stati costoro i primi a voler eliminare il sistema proporzionale.
Quando dico che Lù sta alla democrazia come il diavolo all'acqua santa evidenzio una cosa che dovrebbe essere stata, sempre, sotto gli occhi di tutti. Un imprenditore, anche il migliore, abituato a decidere in prima persona, non riuscirà mai ad essere un democratico fino in fondo, è nella sua natura. E malgrado la natura di Silvio qualcuno gli ha accomodato un sistema in cui potesse avere poteri quasi speciali.
Ma dire che Lù possa essere contento del rientro di Uolter come del mai abbandono di Maximus è fuorviante. La realtà è che anche all'interno della sinistra c'è una maggioranza di idioti schierati con il proprio capo clan e in lotta continua con gli altri clan, che non vedevano l'ora di un ritorno così importante per applaudirlo o combatterlo, ma sempre e soprattutto per fare una delle due cose con estrema partigianeria.

paolosenzabandiere

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