23 aprile 2010

SILVIO, LA COMUNIONE E L'ESERCITO DEI DON ABBONDIO.

I divorziati che non hanno una vita casta e si risposano o convivono come concubini non possono avere la comunione. Nel corso degli anni si sono avuto dei sacerdoti che hanno negato eroicamente la comunione a chi per amore, dopo un matrimonio fallito, si era rifatta una vita. Così coraggiosi da arrivare al punto di denunciarli a volte in pubblico. L'indossubilità del matrimonio (voluta da Dio?) poteva trovare leggittimo annullamento nelle spesso ridicole e ignobili sentenze della sacra rota, fatte con lo strapotere dei soldi, non certo per idealità religiose.

Capita che Silvio si presenti alla messa in suffragio di Raimondo Vianello e si metta in fila per ricevere la comunione senza che il celebrante gliela neghi. Scandalo di un divorziato che da potente si arroga dei diritti che la chiesa nega ai comuni, oserei dire “mortali”, cittadini? Quando mai! Con lo sdegno dei preti che hanno il vizio di essere cristiano, come don Farinella, pronta arriva la difesa d'ufficio da parte del giustificazionista capzioso di turno. Mons. Fisichella, cappellano di Montecitorio, prontamente chiarisce che la Chevalier è tornato di nuovo in regola. Essendo separato dalla seconda moglie, con la quale si era sposato con tiro civile, non v.ive più un situazione di peccato.
Su questo credo che non ci siano più dubbi. Il “nostro” nei recenti contatti con gli uomini del Vaticano deve aver dato ampie garanzie sulla sua nuova vita, senza peccato. Via dalla seconda moglie, dalle escort, dalle troppo giovani......
............ in questa vita o nella prossima, non lo hanno capito bene, ma in fondo è una quisquilia caro elettore fantasma e questo basta ..........a loro.
23 aprile 2010
paolosenzabandiere

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